Il piccolo stato del Laos, nazione del sudestasiatico lontano da ogni sbocco sul mare e uno degli ultimi stati comunisti a partito unico, è riuscito a ottenere una rapida crescita economica negli anni recenti con le sue robuste esportazioni di merci, una strada dal valore di miliardi di dollari ed un progetto infrastrutturale di treni ad alta velocità, grandiosi dighe idroelettriche oltre ai miliardi di investimenti cinesi, vietnamiti e thailandesi.
Il Laos, che ha anche il mercato azionario più piccolo al mondo, ha prodotto una crescita del PIL dell’8% annuo per un decennio. IHS Global Insight prevede che l’economia che lo scorso anno è cresciuta del 8,2%, rallenterà al 7,5% per ritornare all’espansione dell’otto per cento per il 2018.
Il Laos ha un ambizioso settore dell’energia idroelettrica da togliere il fiato, con 13 dighe già operative, a cui pianifica di costruirne altre 70, tra le quali la maestosa e fortemente controversa Xayaburi sul fiume Mekong. Nel 2020 il Laos spera di produrre 12500 megawatts di potenza annuale.
Un’altra diga, la Nam Theun 2, un complesso immenso da 1000 megawatt finanziato in parte dalla Asian Development Bank e dalla banca Mondiale, ha iniziato le operazioni nel 2010 e dovrebbe generare 2 miliardi di dollari di entrate per il governo laotiano nei prossimi 25 anni.
Quella che un tempo era la capitale addormentata del Laos, Vientiane, ora sfoggia ristoranti costosi ed auto di lusso per strade sempre più affollate, mettendo in mostra la comparsa ed ascesa di una borghesia nello stato marxista. Davvero il Laos ne ha fatta di strada.
Il governo iniziò a decentralizzare il controllo dell’economia ed incoraggiò l’impresa privata nel 1986, iniziando così da un livello basso, ed ora il Laos ha prodotto una forte crescita economica di sempre.
L’influenza cinese è particolarmente forte in Laos, dalle dighe ai progetti infrastrutturali, al diffondersi di commercianti e uomini di affari cinesi nelle città. L’impronta cinese è tanto forte che ora tanti giovani laotiani imparano la lingua cinese sperando di avere un lavoro nelle tante imprese cinesi giunte nel Laos. “Nel futuro ci saranno molte più imprese cinesi che vengono qui” dice uno studente laotiano Liphakone Ratthida al New York Times, “E’ più facile trovare lavoro in una compagnia cinese se si parla la lingua”. Il ragazzo studia presso la Soochow University in Laos, che è la prima università cinese all’estero. Lungo la frontiera con la Cina sono spuntate tante scuole di lingua cinese ed i rappresentanti del governo laotiano pongono i loro figli in queste istituzioni.
Comunque i frutti di questo scoppio di prosperità non hannno toccato proprio i laotiani ordinari che vivono nelle campagne, che restano intrappolati nella povertà mentre la borghesia si gode il successo economico. Nonostante una riduzione significativa del tasso di povertà complessivo con una caduta del 33% secondo la Reuters tra il 1993 e 2008, il Laos è una delle nazioni più povere al mondo con tassi di mortalità infantile e bassa istruzione più alti al mondo.
La popolazione laotiana vive per il 70% nelle campagne. Le infrastrutture restano sotto la media specie nelle regioni rurali e l’elettricità arriva solo al 75% della popolazione, con una economia che resta dipendente pesantemente sull’agricoltura e allevamento di sussistenza, dove è impiegata il 75% della popolazione e si produce il 33% del PIL.
L’agenzia dell’ONU, IRIN, denuncia che i poveri delle campagne laotiane non hanno accesso ai servizi di fogna e igiene e da un rapporto dell’ONU si deduce nel 2013 che quasi la metà della popolazione laotiana defeca in pubblico, la più alta percentuale della regione.
“La gente nelle aree rurali non usa ancora i bagni. E’ più facile andare nella foresta e defecare” dice Soulivanh Souksavath, un ufficiale tecnico della OMS in Laos.
Ai laotiani delle campagne mancano fonti adeguate di acqua potabile e impianti di depurazione come gli abitanti delle città, in contrasto stridente con i residenti nella Thailandia dove ci sono stati grandiosi incrementi nella salute e nella qualità della vita. Cattivi servizi sanitari e acqua cattiva portano di frequente alle diarree e alla malnutrizione, cause principali di morti di bambini sotto i 5 anni. Sebbene la mortalità infantile sia stata tagliata di quasi la metà dal 1993, da 170 a 79 per mille nascite secondo dati ONU, la cattiva igiene è ancora un grande problema per i laotiani delle campagne con conseguenti malattie diffuse e morti premature. Impianti di trattamento di reflui e di acqua stanno solo nelle città, mentre nelle campagne se la devono vedere da soli.
Inoltre l’espansione delle industrie minerarie e le industrie di trattamento di alimenti nelle campagne accrescono anche l’inquinamento dell’acqua.
“Il maggior problema è la qualità dell’acqua” dice Souksavath. “La gente ha accesso all’acqua che però non è salubre da bere… Abbiamo un sacco di problemi ora a causa dello sviluppo economico.”
Si pongono anche molte domande sulla vera natura della nuova ricchezza del paese. Le industrie chiave delle risorse, industrie estrattive, caucciù, legno, sono piene di corruzione e di evasione fiscale, di cui beneficiano i grandi affaristi alleati del governo. Al contempo i critici accusano queste imprese di distruggere la bellezza un tempo incontaminata del paese.
“Sebbene tutti gli indicatori ufficiali del Laos dicono che va tutto bene, il Laos viene sfruttato” dice un uomo di affari occidentale a Vientiane. “Il Laos sta perdendo entrate di tasse non quantificate né dal governo, né dalla Banca Mondiale, né dal Fondo monetario internazionale.”
In risposta alle accuse di corruzione e di tangenti collegate alle attività minerarie e ai progetti energetici, il vice ministro dell’energia, Viraphonh Viravong, insiste nel dire che il governo ripulirà il malaffare, aggiungendo che comunque lo stato vuole continuare con questa accelerazione dello sviluppo economico. “Il Laos è obbligato, moralmente e politicamente, a continuare ad usare la grandiosità dei suoi fiumi per accendere le città, elettrificare le campagne e generare abbastanza risorse per vincere la povertà, la malnutrizione, mortalità infantile e analfabetismo e per il bene supremo del nostro popolo.” (reuters)
Gli ambientalisti sono anche allarmati dall’influenza della proliferazione di dighe nella dislocazione di decine di migliaia di persone, la cui relazione col fiume per la propria sopravvivenza è stata eliminata, e dall’inquinamento che ne è seguito. A peggiorare l cose, gli abitanti dei villaggi disperati hanno fatto ricorso al diboscamento e all’estrazione mineraria illegali, esacerbando così il degrado ambientale.
Per ora mentre i problemi restano appena sotto la superficie, l’economia laotiana dovrebbe continuare a mostrare una crescita enorme. IHS Global Insight affermava che sotto il governo comunista il Laos continuerà con le sue “riforme economiche caute” e la “graduale liberalizzazione”, mentre il partito prova ad “estendere il suo controllo politico esclusivo”.
L’appartenenza del Laos al WTO promette inoltre altro investimenti e commerci, secondo IHS. Fintanto che restano gli investimenti nei progetti idroelettrici e minerari il paese eviterà gli impatti negativi esterni.
Secondo alcuni economisti però il Laos si trova di fronte a qualche serio contraccolpo nei prossimi anni. “L’economia laotiana corre troppo” dice Ashvin Ahuja dell’IMF. Proprio IMF citava tra gli altri fattori, che le entrate del governo diminuiscono con la spesa che cresce, compresi i salari maggiori per il settore pubblico. Il deficit fiscale è salito al 6,5% del PIL mentre l’inflazione dovrà salire al 9,4% quest’anno rispetto al 7,5% della fine 2013.
Persino il primo ministro Thongsing Thammavong ha messo in guardia contro i problemi fiscali del paese ordinando un taglio di costi ai ministeri. Di conseguenza il governo ha congelato alcune paghe dei lavoratori dello stato, ha rallentato i pagamenti e ha promesso di livellare gli incrementi salariali. “Il Laos ha un livello del debito alto e si trova a rischio di crisi finanziaria.” ha detto lo scorso anno.
La Reuters notava che alcuni laotiani, stanchi della crescita dei prezzi, passano il confine con la Thailandia per prendere beni a basso prezzo come alimenti e medicine. Il Laos dipende enormemente dal prestito estero e l’assistenza, ed il peso dei programmi di donazione di fondi rappresentano 8,5% del PIL ed il 90% della finanza della capitale Vientiane.
Palash Ghosh, IBStimes