Proponiamo due brevi articoli del Prachati e di Pravit Rojanaphruk su questo evento.
La Corte Costituzionale mercoledì ha votato all’unanimità per la rimozione del Primo Ministro Yingluck Shinawatra ed di altri nove membri del suo governo facente funzione. Li ha accusati di abuso di potere nel trasferimento di un ufficiale governativo anziano senza giustificazione, un altro passo in quello che i critici definiscono “golpe giudiziario” nella politica Thailandese.
Ad assumere la funzione di primo ministro facente funzione è stato poi chiamato Niwatthamrong Boonsongpaisal, vice primo ministro e ministro del commercio del governo facente funzione.
I nove giudici hanno dichiarato che la rimozione nel 2011 di Thawil Pliensri da Capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale per diventare consigliere del primo ministro era illegale perché il trasferimento fu fatto con interessi riconosciuti per propri interessi di famiglia piuttosto che della nazione.
Nel settembre 2011, il governo trasferì il Generazle di Polizia Vichien Potphosri per rimpiazzare Thawil. Un Cognato di Yingluck, Priewpan Damapong fu poi promosso a capo nazionale della polizia.
Yingluck, martedì nella sua difesa di fronte alla corte costituzionale testimoniò che il trasferimento di Thawil fu fatto secondo le procedure legittime e con il consenso della Commissione della polizia reale thailandese. Inoltre lei citò il coinvolgimento di Thawil nella repressione del 2010 e la politica delle province meridionali come ragioni del trasferimento.
Il partito Puea Thai annunciava di non riconoscere questo giudizio e chiedevano alla Commissione Elettorale di emettere un decreto reale per fissare la data delle elezioni, che è stata posta per il 20 luglio con l’accordo dei partiti.
Il verdetto è una delle tante sfide che si trova davanti Yingluck che fu eletta democraticamente nel 2011, e va all’unisono con le manifestazioni antigovernative che nei mesi scorsi hanno fatto campagna per rimuovere il governo e poi fatto campagna contro le elezioni di febbraio indette dopo la dissoluzione del parlamento a dicembre.
I manifestanti hanno richiesto un periodo di riforma di 18 mesi da parte di un governo non eletto per “ripulire” la politica thailandese dal “regime di Thaksin”. Il primo ministro thailandese cacciato dal golpe del 2006.
La Corte Costituzionale a Marzo annullò il risultato elettorale perché le elezioni non si sarebbero tenute nello stesso giorno in tutto il paese a causa del boicottaggio attivo dei manifestanti.
La Commissione Nazionale contro la Corruzione deve decidere entro una settimana se Yingluck sarà accusata in relazione al progetto di sostegno del prezzo del riso. Nel caso il caso passerà al Senato affinché ne verifichi la messa sotto accusa, che potrebbe portarla al dvieto di partecipare alla politica per cinque anni.
Inoltre altri 308 senatori e parlamentari sono a rischio di messa sotto accusa per aver provato ad emendare la costituzione per permettere l’elezione completa del Senato, cosa che la Corte decise come anticostituzionale.
Secondo il prof Pandit Chanrojanakij della Ramkhameng University la corte insieme alle cosidette agenzie indipendenti, sta esercitare un potere superiore a quello che le spetterebbe per minare i partiti alleati di Thaksin ed aprire la strada ad un governo non eletto, ma nominato. E’ una situazione difficile da mettere su perché la costituzione richiede un primo ministro eletto tra i membri del parlamento. “Le sentenze della corte costituzionale dei mesi ultimi hanno diminuito la propria credibilità. Se a legge non può creare principi usati ugualmente per tutti la violenza nel futuro potrebbe diventare inevitabile
SULUCK LAMUBOL, Prachatai
La corte dice che il trasferimento di Thawil manca di etica e morale, Pravit Rojanaphruk, Nationmultimedia.com
La Corte costituzionale all’unanimità ha deciso di rimuovere il primo ministro facente funzione Yingluck e nove membri del governo del 2011 dopo averli trovati colpevole di abuso di potere.
Ha detto che PM e ministri avevano dati benefici ad un parente di Yingluck trasferendo il segretario generale del NSC, Thawil Pliensri nel 2011. La rimozione di Thawil portò al trasferimento del capo della polizia Wichean Potephosree affinché poi alla fine un parente di Yingluck Priewpan Damapong potesse prendere il posto di capo della polizia nazionale.
I membri del gabinetto attuale che non parteciparono a questa decisione del 2011 sono stati risparmiati dalla rimozione e continueranno nel loro dovere di facente funzione fino alla nomina del futuro governo.
La corte ha detto che l’azione di Yingluck fu “mancante di etica, moralità e senso di ciò che è giusto” ed era una violazione della carta costituzionale. Secondo i giudici il trasferimento di Thawil era guidato da un’agenda nascosta per dare beneficio a Priewphan che è il fratello maggiore della ex moglie di Thaksin. L’intero gabinetto che unitamente prese la decisione è stato anche squalificato dal momento che tutti parteciparono al trasferimento e quindi ingaggiati in una “attività proibita”.
“E’ un’azione per trarre benefici politici e costituisce una diretta interferenza” legge un giudice aggiungendo che il trasferimento fu anche fatto in fretta. Wichean secondo la corte aveva due anni davanti a sé prima del pensionamento, mentre il capo Priewphan doveva ritirarsi un anno dopo nel settembre 2012. Wichean doveva essere trasferito da altra parte per liberare il posto di capo della polizia e dare la possibilità di essere nominato a Priewphan. Il risultato fu il trasferimento di Thawil. “Si ritiene che il motivo dietro il trasferimento di Thawil sia per liberare il posto del segreatorio generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale per il capo della polizia Wichean Potephosree ed aprire una strada per il parente di Yingluck ad occupare la posizione di capo della polizia”.
La corte citava la testimonianza di Wichean che diceva che originariamente intendeva finire la propria carriera come capo della polizia ma che non sarebbe stato nominato se i superiori avevano altri piani per lui.
“Questo mostra che la decisione dl testimone, Wichean, dipendeva dai superiori che era il primo ministro” ha concluso il giudice.