I militari hanno lanciato il golpe il 22 maggio affermando di restaurare la pace e l’ordine dopo mesi di proteste contro il governo eletto del Primo Ministro Yinluck Shinawatra. In realtà era uno schema dei militari per controllare la politica in previsione di una successione reale incerta. Nel processo ha distrutto le istituzioni democratiche e violato i diritti umani delle persone.
Immediatamente dopo il golpe, tanti paesi occidentali hanno fatto conoscere le proprie preoccupazioni sulla scomparsa dello spazio democratico, ed, di conseguenza, hanno imposto delle sanzioni soffici, come gli USA che sospendono il sostegno finanziario ai militari thailandesi e l’Europa che congela tutte le operazioni con il regno.
Tra le sanzioni internazionali la giunta thailandese ha trovato qualche conforto nel caldo abbraccio della Cina. Poco dopo il golpe, sono comparse le foto del capo delle forze armate Prayuth, che fa anche da primo ministro provvisorio, mentre stringe le mani con uomini di affari cinesi, facendo una dimostrazione della tattica thailandese di impiegare la Cina per controbilanciare le sanzioni occidentali.
Ma la Cina non è il solo paese amico nel tempo del bisogno. Il 4 luglio il comandante supremo generale Min Aung Hlaing ha fatto una visita a Bangkok rendendolo il primo capo di un paese del ASEAN ad incontrare la giunta dopo il golpe.
Min Aung Hlaing ha tenuto una discussione confortante con Prayuth con lo scopo di rafforzare i legami tra Thailandia e Myanmar, ed, in modo inquietante, ha elogiato la giunta per “aver fatto la cosa giusta” nel prendere il potere. Ha anche accostato l’esperienza del proprio paese durante la sommossa politica di Yangoon nel 1988 quando le forze armate birmane, Tatmadaw, lanciarono le repressioni mortali contro il movimento democratico.
Ma la relazione del generale birmano con la Thailandia è più profonda. E’ il figlio adottivo del generale Prem Tinsulanonda, ex primo ministro, comandante delle forze armate e attualmente presidente del Consiglio Privato della Corona. Prem, quando era ancora nell’esercito, conosceva personalmente il padre di Min Aung Hlaing.Nel 2012 Prem adottò il generale come figlio.
Min Aung Hlaing è una stella nascente della tatmadaw e possibile candidato come prossimo presidente della Birmania. Nel frattempo, Prayuth assumerà probabilmente la carica di presidente del consiglio quando il prossimo mese si formerà il governo. I legami intimi tra i due paesi suggeriscono che si va formando una nuova alleanza delle quasi democrazie nel Sudestasiatico.
I critici sono stati troppo frettolosi a celebrare il processo di apertura. In realtà la Birmania deve ancora uscire dall’ombra dei militari, a cui sono riservati ancora il 25% dei seggi in Parlamento. L’icona di opposizione Aung San Suu Kyi ha anche la strada sbarrata dal richiedere la presidenza e quindi i militari hanno la garanzia di continuare a dominare la carica più alta del paese.
In modo simile la scorsa settimana la giunta ha fatto conoscere la costituzione provvisoria. I critici immediatamente hanno lamentato che sembrava fatta più per rafforzare il ruolo politico dei militari che per promuovere la democrazia. Infatti sembra che i militari thailandesi abbiano usato a modello la costituzione birmana, mentre Prayuth conferma che i militari resteranno un elemento fondamentale nel nuovo governo. Ad essere precisi i militari come istituzione saranno più potenti del governo.
Di già Prayuth ha minato seriamente la struttura democratica rimpiazzando un alto numero di burocrati con individui vicini alle forze armate, eliminando le reti democratiche delle magliette rosse nelle province lontane, e recentemente cancellando le elezioni locali per preparare la strada per candidati nominati dai militari.
Gradualmente gli interessi politici della Thailandia e della Birmania sembrano convergere. Con sostegno della Cina i due stati maggiori del sudestasiatico continentale stanno emergendo sempre più come un buco nero che potrebbe minacciare la democrazia nella regione. La Cina ha già una propria penetrazione in Birmania ed ora fa da fornitore di legittimazione in completa sfida delle sanzioni internazionali.
Questa congregazione diventerà un tormento nella costruzione della Comunità del ASEAN che si materializzerà alla fine del 2015. La Birmania ha la presidenza di turno del ASEAN. Invece di invitare la giunta a restaurare prontamente la democrazia ha elogiato il golpe in Thailandia. Il cambiamento di rotta della tendenza politica, dalla democrazia verso il totalitarismo, potrebbe minare seriamente la Comunità politica e di sicurezza del ASEAN il cui principio fondamentale è di sostenere i valori democratici. Infatti la nuova alleanza tra Thailandia e Birmania potrebbe influenzare negativamente la pace e la stabilità della regione del sudestasiatico.
In un contesto più vasto un nuovo modello di quasi democrazia coltivato in Thailandia e Birmania pone una minaccia agli interessi americani nella regione. E’ vero che, nel gioco della politica internazionale, gli USA sono nervosi per questo rafforzarsi dei legami tra Cina e i due paesi. Ma l’interesse di lungo corso reale e sostenibile per gli USA è di consolidare la democrazia qui come da qualunque altra parte.
La Thailandia è il più antico alleato americano in Asia. Il golpe ha formato una nuova amicizia tra Thailandia, Cina e Birmania, e questo si ha a spese della relazione di Bangkok con gli USA che, insieme agli amici democratici, deve ripensare la propria strategia per restaurare la democrazia in Thailandia.
Sanzioni internazionali più potenti rappresentano un’opzione cruciale. Di frequente le sanzioni internazionali sono usate come arma simbolica. Infatti la Birmania riuscì a convivere abbastanza bene con le sanzioni nel passato. La comunità internazionale deve perciò trovare un modo più efficace di trattare con la giunta thailandese. Per esempio le sanzioni dovrebbero servire a sconvolgere la posizione della Thailandia nella catena globale delle forniture dal momento che il paese dipende moltissimo dal commercio globale. Questo metterebbe in allarme le grandi imprese in Thailandia che attualmente sostengono gli interessi finanziari della giunta.
La comunità internazionale potrebbe anche considerare di sostenere una nuova forza in favore della democrazia, Free thai Organizzation, che ha base in California, formata da membri in esilio del Puea Thai ome veicolo per minare la legittimazione della giunta.
Pavin Chachavalpongpun, associate professor at Kyoto University’s Center for Southeast Asian Studies. Thediplomat