Singapore è una delle nazioni più ricche al mondo, stando agli indici della World Bank, ha 2o miliardari e 188000 milionari. Curiosamente però il governo non conosce il numero esatto delle sue famiglie povere. Forse nel 2001l’ex diplomatico Kishore Mahbubani aveva ragione quando scriveva che la povertà è stata sradicata e che non c’erano più “persone senza casa, o affamate” a Singapore.
Ma questa affermazione sembra un po’ audace alla luce da quanto documentato di recente sulla dura vita che hanno tanti singaporeani. Forse è più accurato dire che la mancanza di dati sulla povertà è legata al rifiuto del governo di definire una soglia di povertà.
Il ministro degli affari sociali Chan Chun Sing, in risposta alle domande in parlamento, ha spiegato perché il governo non intende seguire la via intrapresa da Hong Kong che di recente ha definito la linea di povertà: “Una linea di povertà non riflette interamente la severità e la complessità dei problemi incontrati da una famiglia povera, che potrebbero includere la cattiva salute, la mancanza di casa o deboli relazioni familiari. Se usiamo una singola linea di povertà per determinare le famiglie, rischiamo anche un effetto precipizio dove quelli al di sotto della linea di povertà ricevono tutt le forme di assistenza, mentre si escludono altri cittadini genuinamente bisognosi al di fuori di questa linea di povertà”.
Il ministro aggiungeva che paesi sviluppati come Canada e Nuova Zelanda non hanno adottato linee di povertà nel misurare le loro economie.
Il discorso dell’effetto precipizio citato dal ministro è stato rapidamente respinto da tanti. Per esempio la scrittrice Kirsten Han ha detto perché fissare la linea di povertà non porterebbe all’esclusione di altre famiglie famiglie deprivate.
“L’esistenza di una linea di povertà non implica che tutto debba essere diretto verso chi si trova al di sotto. Una volta vista la povertà come un problema strutturale si possono prendere più passi per affrontare la distribuzione delle risorse ed opportunità.”
Infatti la linea di povertà può essere uno strumento utile affinché il governo trovi programmi vari per assistere le famiglie a basso reddito. Più importante aiuterà a validare l’efficacia dei servizi economici e sociali del governo a favore dei poveri.
Ma la forte reazione alla risposta del ministro riflette il sentimento di molti cittadini di Singapore per i quali il governo non fa abbastanza per affrontare il gap crescente tra ricchi e poveri, se lo riconosce.
Il problema se fissare una soglia di povertà è rilevante per Singapore proprio in seguito alla campagna del gruppo cattolico Caritas, “I Singaporeani contro la povertà”, il cui scopo è di far crescere la coscienza sulla povertà e mobilitare il sostegno pubblico nel rompere il ciclo della povertà a Singapore. In particolare la campagna invita i Singaporeani ad essere più sensibili sulla povertà crescente nonostante la ricchezza del paese.
Il gruppo afferma che ci sono 105 mila famiglie o 378mila persone le cui entrate mensili sono meno di 1500 dollari di Singapore, e che nel 2012 c’erano oltre 100 mila cittadini e residenti permanenti che guadagnavano meno di 1000 dollari di Singapore anche se lavoravano a tempo pieno. Si cita anche che nel 2008 un terzo delle famiglie che vivevano in appartamenti da uno o due stanze non avevano entrate.
Fissare una linea di povertà non discredita lo stato di Singapore come nazione ricca. Non si discutono le sue conquiste eccellenti nel costruire una città di livello mondiale che fornisce servizi efficienti ai cittadini e visitatori. Ma la povertà per quanto insignificante siano i suoi numeri, è anche una realtà nella moderna e prosperosa Singapore. E il governo a cui piace e conta quasi tutto, persino ciò che costituisce una riunione illegale può far meglio nell’affrontare il problema della povertà identificando il numero di poveri che meritano di ricevere assistenza urgente.
Mong PALATINO, TheDiplomat
Dove passa la linea della povertà a Singapore?
Mentre Singapore la crescita decennale della ricchezza economica mostra una differenza di ricchezza che si allarga sempre di più, secondo un gruppo di alcuni ricercatori la città stato deve fare molto di più per affrontare le problematiche della povertà.
Il governo è già all’opera nell’accrescere la spesa sociale per aiutare i cittadini con un reddito minimo schiacciati da una paga che non cambia da anni ed i costi della vita crescenti. I politici devono fare molto di più, dicono i ricercatori, e definire meglio cosa significa essere poveri in uno dei centri finanziari più avanzati dell’Asia. In un rapporto del Centro Lien per l’innovazione sociale della Singapore Management University si dice: “Singapore non ha una linea di povertà ufficiale… la maggioranza dei suoi cittadini non sono coscienti della scala e della profondità della povertà a Singapore.
E’ ormai tempo che la città si unisca alle altre nazioni sviluppate di pari grado nel definire ufficialmente e misurare la povertà”.
Singapore oggi è la seconda società più ineguale del mondo sviluppato, dietro solo ad Hong Kong, avendo attirato ricchezza nel decennio scorso con le sue politiche che facilitano gli investitori e le politiche di immigrazione liberali, secondo i dati dell’ONU.
Oltre il 17% delle famiglie residenti nella città stato hanno almeno 1 milione di dollari di ricchezza disponibile, mentre il suo coefficiente di Gini, una misura della ineguaglianza di entrate dove zero sta per eguaglianza totale ed 1 per massima diseguaglianza, era salito a 0,478 lo scorso anno da 0,442 del 2000, con un incremento più brusco rispetto alle altre nazioni sviluppate.
Nel frattempo i poveri sono stati abbandonati. Da 110 mila a 140mila famiglie di Singapore, che rappresentano tra il 10 e il 12 % delle famiglie residenti totali che comprendono cittadini e residenti permanenti, guadagnano meno di 1250 dollari di Singapore al mese, 600 euro scarsi, e “non possono soddisfare i bisogni fondamentali del vestire, degli alimenti e di altre spese fondamentali” stima il rapporto che ha usato i dati del governo del 2011.
La situazione sembra peggiore quando i ricercatori del Lien Center applicano una misura relativa della povertà stabilita al 50% della entrata mensile mediana per le famiglie residenti. Secondo questo indicatore i ricercatori stimano che tra il 20% e il 22 % di tutte le famiglie potrebbero essere considerate povere, guadagnando 2500 dollari di Singapore (1487 euro) stando ai dati del 2008 del governo.
“Le condizioni di vita e le entrate dei più poveri tra la popolazione residente di Singapore, mentre non raggiungono il livello di destituzione vissuto nei paesi sviluppati, cionondimeno suggeriscono che Singapore ha bisogno di riaffermare il modo in cui la povertà è riconosciuta, definita e misurata” dice il rapporto che riassume le note importanti dello studio della povertà che sarà pubblicato a gennaio.
Quello che i ricercatori prescrivono è qualcosa di radicale per Singapore, dove il Partito di Azione del Popolo da sempre al governo, ha perorato una piattaforma di responsabilità individuale, una bassa sicurezza sociale e crescita sulla distribuzione della ricchezza.
Il partito al governo di Singapore da tempo rifiuta con sdegno il sistema di sicurezza sociale di stile occidentale preferendo invece progetti di sostegno sociale modesti per incoraggiare il lavoro e migliorare i risparmi familiari. Ha con profondo sdegno rifiutato di fissare una paga minima favorendo invece un progetto di sostegno alla paga per innalzare i salari bassi.
Il partito al governo che nelle elezioni recenti ha visto ridursi il sostegno a proprio favore ha dato qualche segno di cedimento sulla sua posizione contro la sicurezza sociale. Per esempio ha accresciuto la spesa sociale per innalzare le paghe basse, ha espanso un progetto di assicurazione della salute sostenuto dallo stato per fornire copertura per tutta la vita a tutti i residenti e ha promesso una rivisitazione più larga e lungimirante del proprio sistema di salute.
Ma il governo resta restio su certe proposte comprese quelle che vogliono definire la linea ufficiale di povertà a Singapore. Hong Kong, che per molti versi è una città sviluppata in modo comparabile, ha adottato questa misura a settembre tra la pressione pubblica sul governo per dare più aiuto ai residenti poveri.
“Una linea di povertà non riflette interamente la severità e la complessità dei problemi che si trovano davanti le famiglie povere come la cattiva salute, la mancanza di case o le deboli relazioni familiari” ha detto il ministro singaporeano per lo sviluppo sociale e familiare, rispondendo ad un parlamentare.
“Se usiamo una singola linea di povertà per stabilire il benessere della famiglia rischiamo anche un effetto parete dove quelli al di sotto di questa linea ricevono tutte le forme di assistenza mentre altri cittadini che hanno bisogno in modo genuino ma si trovano al di sopra della linea sono esclusi”.
I ricercatori del Lien Center dicono che nonostante le limitazioni le misure monetarie della povertà “sono ancora un modo semplice ed efficace di affermare la profondità dei bisogni in una popolazione come interezza” ed individuare i gruppi di persone vulnerabili. La misura di Singapore che più si avvicina ad un indicatore ufficiale di povertà assoluta è “La spesa media della famiglia per i bisogni fondamentali” che somma la spesa essenziale di una famiglia di basso reddito che vive in un appartamento costruito dallo stato di una o due stanze.
Ma questo indicatore è relativamente poco sofisticato e non è facilmente di pubblico dominio secondo i ricercatori. Invece propongono che il governo debba fissare una linea di povertà e definirla meglio poi con un largo spettro di indicatori non monetari.
Tracciando i risultati come standard di vita, livelli nutrizionali, mortalità infantile, accesso all’istruzione ed esclusione sociale i politici possono ottenere “una comprensione più sofisticata della povertà” e affrontare le radici del fenomeno. “Il processo di identificare una linea di povertà e la discussione di come misurarla genererà un maggiore sostegno pubblico per affrontare i bisogni di comunità vulnerabili.” Chun Han Wong, WSJ