Singapore, la città stato del Sud est asiatico ormai parte del famoso primo mondo, non è mai stata famosa per la sua vitalità democratica, né per il rispetto assoluto dei diritti civili.
Più volte ne abbiamo denunciato i limiti del sistema politico e le voglia di libertà. E Singapore non si smentisce mai su questo anche quando si parla del suo passato storico di decenni fa.
A riprova di questo è l’ultimo caso di un film “ A Singapore, con amore ” che riprende il resoconto di alcuni esuli comunisti degli anni 60, quando Singapore era una città della federazione malese sotto l’egida della Gran Bretagna. Dopo di allora Singapore sostenne la separazione dalla Malesia.
Ebbene a Singapore non è ammesso il perdono, non è ammessa la grazia, né il condono.
A questi esuli il governo di Singapore risponde che nessuno vi ha costretto ad andarvene e che nessuno vi costringe a stare lì. Se tornate dovrete rispondere però dei vostri reati penali. Le prigioni di Singapore sono sempre aperte e per voi c’è sempre un posto.
Sull’Irrawaddy si legge:
Singapore ha vietato un documentario, dal titolo “ A Singapore con amore ”, sui suoi esuli politici che hanno vissuto all’estero per decenni con l’affermazione che il film mina la sicurezza nazionale. In questo modo fa solo notare il disagio della affluente città stato per un pubblico dibattito sulla politica.
La città stato, negli ultimi anni, ha immesso tanto denaro per favorire le sue industrie artistiche e creative ma scoraggia il dissenso mentre manovra la pubblica opinione, per lo più con i media legati allo stato, quando dibattiti forti su argomenti che spaziano dall’immigrazione ai diritti della comunità LGBT si agitano sui media sociali.
La regista e produttrice Tan Pin Pin di “ A Singapore con amore ” ha detto di essere stata profondamente delusa dalla decisione dell’autorità delle comunicazioni MDA.
“Facendo così, MDA sta togliendo un’opportunità a noi singaporeani di vederlo e di discuterlo, il nostro passato, a cui il film vuole contribuire. E’ vitale per noi che la conversazione avvenga secondo la nostra scelta, specialmente alla vigilia dei 50 anni della nostra nazione” ha detto Tan in un suo post su Facebook.
Il film che dura oltre un’ora mostra le interviste a nove abitanti di Singapore che lasciarono la città stato tra gli anni 60 e 80. per sfuggire all’arresto delle autorità coloniali britanniche prima e dopo dal governo di Singapore.
Il Film che è stato proiettato in vari paesi vincendo premi in alcuni festival, è stato descritto dalla MDA come un resoconto distorto e non vero dei racconti degli esuli di come lasciarono Singapore restando sin da allora all’estero. Alcuni di loro nelle loro interviste hanno edulcorato le loro storie omettendo le loro offese penali per le quali possono ancora essere portati in tribunale.”
Si legge nella dichiarazione del MDA, che ha classificato il film non permesso sotto tutte le classificazioni:
“MDA ha affermato che i contenuti del film minano la sicurezza di Singapore poiché le legittime azioni delle agenzie di sicurezza per la protezione della sicurezza nazionale e la stabilità di Singapore sono presentate in modo distorto come atti che vittimizzano individui innocenti. Secondo le linee guida di classificazione del film, i film che sono valutati come pericolo per la sicurezza nazionale saranno classificati come Inadatto per tutte le classificazioni.
Gli individui nel film hanno dato resoconti distorti e non veritieri di come giunsero a lasciare Singapore e a restarne fuori. Alcuni di questi autoproclamati “esuli” erano membri, o avevano dato sostegno, del proscritto Partito Comunista Malese, CPM, che cercava di abbattere i governi legittimi di Singapore e della Malesia attraverso la lotta armata e la sovversione per sostituirli con un regime comunista.
Uno degli arrestati nel film affermava che non aveva avuto altra scelta che unirsi al CPM dopo che lasciò Singapore, quando nei fatti era un membro attivo del CPM anche prima. Infatti, come ammette un altro intervistato che lasciò Singapore in simili circostanze, vari attivisti del Barisa Sisialis erano già membri del Malayan National Liberation League, l’ala politica del CPM, prima di essere scappati da Singapore col suo aiuto e in seguito unitisi alle forze della guerriglia.
In un altro tentativo di edulcorare le loro storie di sicurezza, due degli individui del film hanno omesso per loro convenienza di citare i reati penali per i quali possono ancora essere condannati, come alterazione del loro passaporto o la fuga dal servizio militare.
Gli individui presentati nel film hanno dato l’impressione che era stato negato loro ingiustamente il rientro a Singapore. Non sono stati costretti a lasciare Singapore Né è loro impedito di farvi ritorno. Il governo ha chiarito che permetterebbe agli ex-membri del CPM di ritornare a Singapore se accettano di essere interrogati dalle autorità sulle attività del passato per risolvere il loro caso penale. Le offese penali dovranno essere accertate secondo la legge.
Questi fatti erano stati resi pubblici al momento degli eventi e sono ora storia pubblica anche se i cittadini di oggi potrebbero non averne conoscenza.”
Ma questo paternalismo autoritario non sempre è accettato supinamente o con rassegnazione. C’è anche chi dopo decenni di “scelte paterne” vuole poter scegliere.
“E’ il momento che MDA la smetta di farci da balia. Singapore può avere 50 anni ma MDA crede che è ancora un bambino nelle fasce. Lasciateci crescere e farci fare le nostre scelte” dice un utente di Facebook, Julie Jam.
Lo scorso mese Singapore ha annullato uno schema di autoregolamentazione per i gruppi artistici dopo che i gruppi espressero la pura che il piano avrebbe poi condotto all’autocensura.
Un progetto di presentazione del film all’Università di Singapore per fine settembre è stato cancellato, mentre la prossima settimana si terrà una proiezione a Johor Bahru, una città malese al confine con Singapore.
MDA ha garantito che il film lo si può guardare a casa da soli. Bontà sua.