Ogni volta che il Primo Ministro lo ritenga appropriato allo scopo di imprimere o sopprimere azioni, sia di origine interna o esterna, che mettano in pericolo la sicurezza nazionale o il Trono o sovvertire o minacciare la legge e l’ordine, il Primo ministro, per risoluzione del consiglio dei ministri, ha il potere di emanare ordini per fare i passi di conseguenza. Tali ordini o passi saranno considerati legali.
L’articolo 17 fu posto in essere durante la dittatura del maresciallo Sarit Thanarat (1958–1963), usata in modo intenso durante il regime del Maresciallo Thanom Kittikachorn (1963–1973) ed infine cancellata in seguito alla transizione a un governo più democratico sotto l’egida del Primo Ministro Sanya Thammasak dopo i movimento degli studenti e della popolazione del 14 ottobre 1973. Durante Sarit l’articolo 17 fu usato 11 volte per autorizzare esecuzioni. Sotto Thanom fu usato 65 volte per autorizzare esecuzioni e 113 volte per autorizzare le detenzioni. (Premchai 2517 [1974], 21). Un decreto simile, che dava poteri esecutivi, è stato presente nelle varie costituzioni sotto le dittature militari, compreso l’articolo 21 della costituzione del 1976 e l’articolo 27 di quella del 1977 e 1991. Le tre più recenti costituzioni, delle 18 sin dalla fine della monarchia assoluta, quelle del 1997, 2006 e 2007 non hanno portato questa misura.
Il ritorno alla dittatura fu annunciato da un movimento violento, a volte giustizialista che si mascherava da disobbedienza civile che iniziò nel 2013. Suthep Thaugsuban, un politico del partito democratico accusato di omicidio per la morte delle magliette rosse nel 2010, abbandonò il parlamento per guidare il PDRC. Il PDRC cercò di cacciare il governo del Primo Ministro Yingluck Shinawatra, e tra il novembre 2013 e l’aprile 2014 costrinsero con successo a dissolvere il parlamento, assicurarono il fallimento delle elezioni e sostennero le dubbie macchinazioni giudiziarie. In un comizio ai suoi sostenitori del 5 aprile, Suthep commentava che se il primo ministro facente funzione Yinglcuk Shinawatra fosse rimossa dalla carica con un golpe giudiziario nelle settimane seguenti, “Avremo qualcosa come l’articolo 17 come legge suprema….potremo ordinare a chiunque di essere passati per le armi da un plotone di esecuzione, ma io congelerei solo le proprietà”. Tuttavia nello stesso discorso, Suthep insisteva che se Yingluck fosse cacciata, il potere sovrano sarebbe ritornato al popolo.
Appena dopo la nascita del PDRC cinque mesi prima di questo discorso, lo storico Nidhi Eoseewong metteva in guardia che il movimento era uno autoritario. Esso mirava a ridurre i suoi membri in atomi secondo la teoria di Hanna Arendt, ad un tempo malleabili, fragili e motivati dalla paura e dalla desolazione. La devozione caratteristica dei movimenti totalitari sosteneva la contraddizione contenuta dentro le affermazioni di Suthep: la sovranità apparteneva al popolo ma Suthep stesso avrebbe avuto poteri esecutivi assoluti. La contraddizione echeggia il modo in cui il popolo ed il re si posizionano l’un di fronte all’altro e la sovranità nell’articolo 3 della costituzione del 2007 e di quella ad interim del 2014 che inizia: “Il potere sovrano appartiene al popolo thai. Il Re come capo dello stato eserciterà tale potere …”
Meno di due mesi dopo, un golpe militare, non giudiziario, fu fomentato dal generale Prayuth e la sua giunta del NCPO. Come conseguenza la costituzione del 2007 fu abrogata. Agendo sotto la bandiera della “riforma” e del restauro della felicità, in un breve periodo di tempo NCPO ha creato le condizioni politiche più repressive presenti nel paese sin dagli anni 1976-1977. Nelle trasmissioni della televisione e della radio, per molte sere dal golpe, furono lette in modo sinistro le liste dei nomi di quelli convocati per rispondere alla giunta.
Fuori della capitale le convocazioni furono persino meno ufficiali o pubbliche. Erano liste onnicomprensive ed includevano studiosi dissidenti, scrittori e attivisti. Alcuni sono stati rilasciati dopo poche ore di interrogatorio, mentre altri sono stati tenuti fino a sette giorni. Un portavoce della giunta Werachon Sukondhapatipak fece una supplica ai giornalisti di smetterla di riferirsi a questa come una detenzione e di chiamarla “accomodamento”.
Sebbene NCPO non pensa di permettere una costituzione completa fino all’agosto del 2015 né elezioni fino ad ottobre 2015, fu annunciata una costituzione temporanea il 22 luglio del 2014. Nell’articolo 44 di questa costituzione la giunta riportò in vita l’essenza dell’articolo 17:
Nel caso in cui il Capo del Consiglio Nazionale per la Pace e l’Ordine sia di opinione che sia necessario per il beneficio della riforma in ogni campo e per rafforzare l’unità e l’armonia pubblica, o per prevenzione, dissoluzione o soppressione di ogni atto che mini la pace e l’ordine pubblici o la sicurezza nazionale, la Monarchia, l’economia nazionale o l’amministrazione degli affari dello stato, sia che gli atti emergano dentro o fuori il Regno, il Capo del NCPO avrà i poteri di dare ordini per sopprimere o disciogliere indipendentemente dalla forza legislativa, esecutiva o giudiziaria di quell’ordine. In questo caso, quell’ordine, legge o azione in accordo a quell’ordine è legale costituzionale e conclusivo e dovrà essere riportato alla Assemblea Legislativa Nazionale e al primo ministro senza ritardi.
L’articolo 44 non è stato usato, ma la sua mera presenza nella costituzione temporanea consolida il potere della giunta. Diversamente dal PDRC che mirava solo a instillar paura nei suoi membri, le politiche della giunta mirano alla società thailandese nella sua interezza. E diversamente da Suthep il generale Prayuth non pretende neanche che la sovranità appartiene al popolo.
Scrivendo del PDRC, Nidhi Eoseewong notava: “Come ci possiamo allontanare dalla politica di massa che procede verso la dittatura? Credo che spiegare l’illegittimità e illegalità di questo movimento sia qualcosa che deve essere fatto velocemente. Non per accusar quell iche si sono uniti alle dimostrazioni…. Ma dobbiamo creare una compressione maggiore per chi sta al di fuori del movimento… così che crederanno che c’è ancora una opzione democratica se le diamo la possibilità”.
Sin dal 22 maggio 2014, e dalla transizione a quello che assomiglia sempre più col passare dei giorni ad una dittatura militare, l’invito di Nidhi al lavoro intellettuale attento, critico diventa sempre più urgente. Il lavoro di resistere ai tentativi di dissimulazione della giunta non è solo un esercizio di interpretazione ma anche una forma urgente di opposizione ad uno scivolamento senza sosta verso la dittatura.
Tyrel l Haberkorn, Cultural Anthopology