L’incontro tra i due è stato salutato dalla stampa indonesiana ed estera con un sospiro di sollievo e come un segno del rafforzamento di una democrazia immensa ma fragile, uscita da pochi anni dalla dittatura del generale Suharto, i cui uomini sono ancora attivi nei vari partiti politici, quello di Jokowi compreso.
Sul problema degli investimenti esteri Jokowi dice: “Mostrando che possiamo cambiare, che possiamo seguire le regole, creiamo uno spazio dove gli investitori vorranno venire” intendendo la lotta contro il problema della corruzione, una migliore raccolta delle tasse, una riduzione della spesa su sussidi ai carburanti, una microgestione delle opere infrastrutturali con il controllo frequente dei lavori.
Ed un altro grande tema indonesiano è la questione di Papua, o della regione dell’Irian Jaya, percorsa da una tendenza separatista e soprattutto da grandi problemi economici e sociali. Su questo traduciamo un articolo del Theage che spiega l’attenzione di Jokowi ai problemi di Papua.
Joko Widodo attento ai problemi a Papua Occidentale,TheAge
Joko Widodo, che lunedì si insedierà come secondo presidente indonesiano eletto direttamente. Si muoverà velocemente per affrontare i marcenti problemi di Papua Occidentale.
Jokowi ha detto che la sua politica pragmatica e l’approccio democratico, egalitario potrebbe risolvere le cause radicali dell’insorgenza separatista che si agita nel paese dopo quella di Timor Est e la pace di Aceh.
“Voglio dare attenzione speciale a Papua Occidentale” ha detto in una intervista esclusiva ai media australiani sottolineando ul piano per risolvere prima lo svantaggio sociale ed economico.
Se riesce a fare quello che gli altri non sono riusciti a fare riuscirà nello smantellare l’ultimo posti di guardia dell’era Suharto con il suo approccio militare alla politica interna rimuovendo gli impedimenti a legami più stretti con l’Australia.
Il primo ministro australianno Abbot arriverà domenica sera a Giacarta per l’inaugurazione a cui parteciperà anche il segretario di stato americano kerry.
La nuova amministrazione è un’opportunità per Abbot per rimettere in cammino la sua politica “Più Giacarta, meno Ginevra” promessa alle sue elezioni, politica che fu colpita pesantemente dalle rivelazioni di spionaggio dell’Australia ai danni di personaggi chiave dell’elite indonesiana e dalla politica ferrea di respingimento delle barche di emigranti che cercano asilo.
La promessa analoga di sistemare la provincia più orientale dell’arcipelago fu fatta dal presidente uscente Yudhoyono quando giunse al poter dieci anni fa, ma i soldi e le buone intenzioni sono state mandate in frantumi dalla corruzione, il nepotismo e la disfunzione burocratica.
Yudhoyono appariva essenzialmente distante ed irraggiungibile, laddove Jokowi si è immerso con le preoccupazioni pratiche di base.
“Ogni giorno gruppi di Papuani vengono qui e io spiego il problema, loro lamentano i loro problemi. Ed ora conosco bene il problema di Papua.” dice Jokowi in Inglese che è la sua terza lingua.
E cita l’esempio di un sacco di cemento che a Giacarta costa 6 dollari ma che a Ppua si può trovare a 150 dollari, affermando che gli obiettivi di sviluppo fondamentali non potranno essere raggiunti se non si attaccano le cause della discriminazione economica.
Il suo primo obbiettivo è di di fare servizi decenti nella salute e nell’istruzione. “Credo che la cosa più importante sia l’istruzione, si, e poi la sanità e poi le infrastrutture.”
“Se possiamo dare al più presto un programma di istruzione e un programma della salute, sonmo sicuro che la tensione politica scenderà.”
Alcuni attivisti papuani hanno visto in Jokowi un cambiamento genuino e la speranza di una attenzione migliore ai loro problemi. Altri sono sospettosi dell’approccio economia per prima. Il reverendo Socratez Yoman, capo della chiesa battista a Papua, sostiene che Joowi fallirà se non affronta per prima cosa i problemi politici.
“Il problema fondamentale di Papua occidentale è politico. Prima di parlare di sviluppo economico, la prima parte deve essere ottenere un dialogo genuino e pacifico.” dice il reverendo.
Per quanto riguarda il governo australiano, il reverendo Yohan dice che ha bisogno di mostrare più attenzione agli abusi in Papua e al cambiamento demografico che vede la popolazione etnica papuana Melanesiana essere superata numericamente dagli emigrati dalle altre parti dell’arcipelago.
“L’Australia deve parlare con forza”.
L’Indonesia è stata dal 1969 fin troppo sensibile sullo status di Papua Occidentale quando annesse la provincia don “un atto di libera scelta” che fu visto da molti osservatori stranieri come una farsa. Molti dell’elite indonesiana credono che l’Australia sostenga segretamente il movimento separatista, e spesso fondono la critica degli abusi dei diritti umani col sostegno alla sovversione.
Uno dei critici degli abusi dei diritti umani, il senatore dei verdi Richard Di Natale ha detto che gli impegni di Jokowi sono necessari ma non sufficienti per riaffrontare a questione papuana.
“Mentre nel resto dell’Indonesia si sono fatti grandi progressi nelle riforme democratiche, Papua occidentale resta una ferita incancrenita. Sono molto incoraggiato dal fatto che Jokowi sembri riconoscere che è un problema da affrontare ma c’è anche il bisogno di riconoscimento delle libertà democratiche e politiche che sono state negate troppo a lungo.”
Una donna famosa di Papua Frederika Korain ha detto che la gente guarda con speranza a Jokowi poiché “Non proviene dall’elite, non ha un peso politico”.
“Nelle due ultime settimane la tensione a Papua si è già ridotta; credo che le truppe militari comprendano che tipo di presidente sarà” dice la donna. In Indonesia il presidente è il comandante supremo delle forze armate.
Korain ha detto che un gruppo di militanti papuani aveva suggerito che il governo indonesiano istituisca un’agenzia sotto l’autorità del presidente che stia attenbta a Papua soltanto con tre cose precise: dialogo politico, diritti umani e sviluppo.