Il Vietnam ha espresso la propria posizione sullo storico arbitrato internazionale delle Filippine contro la Cina, ed è la prima volta che un altro paese ricorrente nel mare cinese meridionale ha usato formalmente le procedure legali per sfidare le pretese marittime espansionistiche cinesi.
Il ministero degli esteri vietnamita ha annunciato giovedì che in risposta alla domanda sulle proprie posizioni sulle carte cinesi che rigettano il caso di arbitrato.
“Per proteggere i propri diritti ed interessi nel Mare Orientale (il nome che il Vietnam assegna al Mare cinese meridionale) che potrebbero essere toccati nel caso dell’arbitrato del Mare cinese meridionale, il Vietnam ha espresso la posizione al tribunale su questo caso e ha richiesto al Tribunale di dare giusta attenzione ai diritti legali e agli interessi del Vietnam” ha detto il portavoce Le Hai Binh.
Come le Filippine, il Vietnam mette in discussione la mappa controversa delle nove linee che Pechino adduce per giustificare le sue pretese su quasi tutto il mare. La mappa dalle nove linee è il principale reclamo nel caso di arbitrato filippino dove Manila sostiene che non è consistente con la legge dell’UNCLOS. La scorsa settimana anche gli USA hanno rilasciato uno studio che mette in dubbio le basi legali di tale linea. Tuttavia il Vietnam afferma i propri diritti sulle isole Pratly che le Filippine contestano.
Binh ha reiterato che il Vietnam ha “prova storica completa e fondamento legale” per riaffermare la propria sovranità sulle isole Paracelso (Hoang Sa per il Vietnam) e Spratly (Hoang Sa per il Vietnam) “come pure altri diritti ed interessi legali”.
“E’ posizione consistente del Vietnam di rigettare interamente l’affermazione cinese sugli arcipelaghi di Hoang Sa and Truong Sa e acque adiacenti, come pure le affermazioni cinesi di diritti storici sulle acque, fondali e suolo sottostante all’interno della linea tratteggiata unilateralmente fatta dalla Cina” ha detto il portavoce Binh.
Manila non ha alcun reclamo sulle Paracelso e ha focalizzato il suo arbitrato sulle acque che circondano le Spratly e Scarborough Shoal che Pechino ha preso nel 2012.
L’annuncio vietnamita implica che Hanoi vuole che il tribunale dell’Aja consideri anche la sua posizione sulla disputa. Il dipartimento degli esteri filippino ha detto in risposta: “Studiamo quanto sottoposto dal Vietnam e le sue possibili implicazioni”.
Le Filippine hanno invitato spesso il Vietnam e gli altri paesi ricorrenti ad unirsi al proprio caso di arbitrato contro la Cina.
Il primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung in precedenza aveva minacciato di prendere azioni legali contro la Cina dopo che Pechino aveva posto un pozzo di esplorazione in un’area vicino alle isole Paracelso lo scorso maggio, cosa che causò la peggiore diatriba tra Cina e Vietnam sin dalla guerra del 1979. “Siamo preparati e pronti ad un’azione legale. Stiamo considerando il tempo più appropriato per la questione”.
L’annuncio del Vietnam viene dopo alcuni giorni in cui la Cina ha fatto conoscere la propria posizione in anticipo rispetto alla data del 15 dicembre stabilita dal tribunale. Nella risposta di Pechino si afferma che il tribunale non ha giurisdizione sul caso reiterando la sua preferenza per fissare la disputa in modo bilaterale.
In risposta all’annuncio vietnamita il ministro degli esteri cinese ha rilasciato un’affermazione che chiede al Vietnam di “rispettare la sovranità cinese” e che Pechino non modificherà il proprio rifiuto di partecipare all’arbitrato.
Oltre a Filippine, Vietnam e Cina ci sono altri paesi che reclamano parti di mare che si ritiene contenga vasti depositi di gas e petrolio oltre ad essere una via marittima trafficatissima.
In un’intervista di maggio l’ambasciatore vietnamita a Manila Truong Trieu Duong aveva sostenuto che il Vietnam condivide le preoccupazioni sulla posizione sempre più aggressiva cinese nel mare sostenendo: “Dobbiamo essere uniti e rimanere uniti. Vinceremo”.
Duong disse che il Vietnam considerava l’incidente della piattaforma di esplorazione come un atto di provocazione diverso da quanto fatto precedentemente quando usava per periodi più brevi pozzi più piccoli. Inoltre si son notati in quest’ultimo incidente un grande numero di navi scortare la piattaforma ben sapendo che “queste attività avrebbero incontrato forti proteste dal Vietna e dagli altri paesi e persino dagli USA.”
Duong definì la mappa dalle nove linee come “una idea appena nata” che “è stata rigettata da quasi tutti i paesi, tutti reclamanti.” aggiungendo: “Questo atto credo è stato considerato attentamente, calcolato ed è molto serio per la Cina realizzare il suo sogno della mapopa delle nove linee. E’ qualcosa di differente dagli altri atti precedenti come reclamare qualche isola. Ora reclamano l’intero mare.” THE RAPPLER
La Cina rigetta la posizione Vietnamita sull’arbitrato internazionale per il Mare cinese meridionale, SMCP
Per cercare di proteggere quanto reclama, il Vietnam ha presentato al gruppo dell’Arbitrato internazionale che studia il caso Filippine contro la Cina sulla disputa del mare cinese meridionale, ma la mossa è stata rigettata dalla Cina. Il portavoce cinese Hong Lei ha respinto l’azione vietnamita descrivendo le rivendicazioni sulle Paracelso e Spratly come “illegali e non valide” e che la “Cina non accetterà mai una tale rivendicazione”.
Il Vietnam ha inviato una dichiarazione alla Corte Permanente dell’Arbitrato a L’Aia facendo tre reclami in chiara opposizione a quella cinese.
Primo affermava che riconosceva la corte come avente giurisdizione sul caso proposto dalle Filippine in diretta contraddizione con la reiterata posizione cinese secondo cui la Corte non aveva tale autorità.
Seconda cosa chiedeva alla corte di dare “giusto peso” ai diritti legali e agli interessi del Vietnam sulle Paracelso, Spratly e alla sua zona economica esclusiva e piattaforma continentale nel decidere sul merito del caso filippino.
Infine rigettava la demarcazione della mappa a nove linee dicendo che era “priva di Basi legali”.
La mappa cinese delle nove linee prende quasi 80% di tutto il mare cinese meridionale grande 3,5 milioni di chilometri quadrati.
La Corte aveva dato alla Cina tempo fino al 15 dicembre per rispondere ma la Cina ha emesso la scorsa settimana una posizione che rigetta l’affermazione filippina.
L’agenzia Xinhua scrive che il portavoce cinese Hong Lei ha detto: “La Cina invita il Vietnam a rispettare prontamente la nostra sovranità territoriale e i diritti marittimi ed a risolvere le dispute rilevanti riguardo a Nansha con la Cina sulla base del rispetto dei fatti storici e la legge internazionale per mantenere unitamente la pace e la stabilità nel mare cinese meridionale.”
La Cina aveva detto che non avrebbe né accettato né partecipato all’arbitrato dal momento che credeva che un tribunale dell’ONU non ha giurisdizione sulla disputa territoriale tra i due paesi.
Fonti affermano che il Vietnam ha presentato ricorso alla corte per proteggere i propri interessi nel caso che possa decidere in futuro di assumere il caso. “E’ tanto per proteggere gli interessi vietnamiti di fronte alle Filippine come pure diretto contro la Cina e leggermente sbilanciato sull’ultima questione”.
Secondo il docente australiano Carlyle Thayer la decisione di riconoscere il tribunale da parte del Vietnam accenderà la Cina. Ha aperto la porta al Vietnam per essere ascoltata dal tribunale e spiegare i propri interessi e quindi “E’ una scorciatoia per entrare dalla porta di servizio senza unirsi alle Filippine”.
Sfidando la mappa delle nove linee il Vietnam si è allineato al Dipartimento di Stato americano che di recente ha messo in dubbio la legalità dell’affermazione cinese…..
Rispetto alla mossa vietnamita una fonte ha riferito: “Non c’è consenso nel Politburo vietnamita su questa cosa. Questo è il punto fino al quale il Politburo è pronto ad andare”.