Probabilmente non sono degli oppositori del golpe, però essi possono essere accomunati per l’accusa rivolta contro loro di lesa maestà, per un qualcosa successo una decina di anni fa, quando Srirasmi era ancora la moglie giovane del principe ereditario.
Il loro processo ha trovato piccole notizie e nessun commento.
Sorge una domanda: come mai nessun governo oppositore a Thaksin, ed ora i militari il cui scopo principale è eliminare la famiglia Shinawatra dalla scena politica Thailandese, non hanno mai preso in considerazione crimini come questo per condannare Thaksin e quindi Yingluck?
La risposta è forse fin troppo semplice. Non sarebbe come spararsi sui piedi per i militari e il loro capo Prayuth ?
Di seguito propiniamo un articolo di Pravit Rojanaphruk su quanto costa fare opposizione al colpo di stato del NCPO.
Opporsi alla giunta militare può essere molto costoso, Thenation, Pravit Rojanaphruk
Le conseguenze per chi ha osato pubblicamente opporsi alla giunta militare, dopo il colpo di stato di maggio, ha portato ad alcuni cambi di vita particolari, e per alcuni il problema finanziario è diventata la principale preoccupazione.
Si prenda il caso dell’ex ministro all’istruzione Chaturon Chaisang che sfidò la convocazione da parte della NCPO subito dopo il golpe e di conseguenza si trova a fronteggiare l’accusa davanti alla corte marziale. Gran parte del suo tempo lo passa a scrivere lettere al NCPO chiedendo di sbloccare il suo conto bancario senza alcuna risposta.
Chaturon ha detto che sbloccare il conto di chi si oppone al golpe e si è rifiutato di presentarsi alle convocazioni del NCPO è una tattica per impedire che persone come lui possano usare le proprie finanze per attività contro il golpe. Ma non vuole scappare. Ora è in libertà provvisoria mentre lotta nella corte marziale ed i suoi ricchi conti sono bloccati.
Finora le sue lettere scritte a Prayuth Chanochoa, in qualità di capo della giunta prima e poi di primo ministro, non hanno trovato risposta alcuna. E questo gli fa fare due osservazioni: “Se una questione così va avanti da sei mesi e non ha raggiunto le mani di Prayuth, mi chiedo quanto Prayuth sia cosciente delle sofferenze incontrate dalla gente ordinaria”.
La sua seconda osservazione è sulla giustizia e quanto appropriata è una tale pena prolungata, dato che deve ancora essere trovato colpevole persino da una corte marziale per tre separate accuse.
Chaturon deve rispondere dell’accusa di rifiutarsi di rispondere alla convocazione della giunta con una pena passibile di due anni; di aver violato l’articolo 116 del codice penale che significa l’incitamento al disordine con pene fino a sette anni e di aver violato la legge di sicurezza informatica con pene fino a cinque anni.
“Sono ancora sotto processo mentre la corte deve ancora formulare un giudizio. Eppure subisco misure di pena senza essere stato giudicato colpevole o innocente. Il processo è ancora lungo ma sono punito come qualcuno che è già colpevole.”
Oltre al blocco dei suoi conti, Chaturon non può fare transazioni finanziarie, non può usare la sua carta Bancomat, non può acquistare applicazioni online e se viaggia all’estero può portare solo contante.
Chaturon, un veterano del Puea Thai, dice che la situazione non è affatto allegra sebbene affermi che non ha problemi nel chiedere prestito ad amici o alla moglie.
A trovarsi in una stessa marca è il capo del gruppo Red Sunday, Sombat Boonngamanong, che diede vita ad un piccolo movimento contro il golpe e che fu alla fine arrestato. Vive una situazione finanziaria simile anche se molto più difficile poiché è una persona da risorse economiche modeste.
Sombat che da dicembre è in libertà provvisoria ha iniziato a vendere orologi da muro per poter sopravvivere dopo che la NCPO ha bloccato il suo conto bancario e dopo che le richieste di sblocco hanno incontrato il diniego.
“Dicono sempre che ci penseranno, ma non è accaduto nulla. Sono perplesso. Mi presento sempre alla corte marziale quando me lo chiedono, eppure è tutto bloccato. Non sto scappando. Allora perché non sbloccano il mio conto?”
Gli orologi costano un centinaio di euro al pezzo, ma non sono qualcosa di ordinario, perché presentano un’immagine famosa di un bronzo che commemora la rivolta del 24 giugno 1932 che portò alla fine la monarchia assoluta.
“Ho pensato che ci dovrebbe essere del simbolico in esso” dice Sombat la cui famiglia è scappata negli Stati Uniti in cerca di un rifugio sicuro e che passa il tempo consegnando i suoi orologi di persona ai suoi clienti simpatizzanti.
Finora ha venduto quasi 200 orologi e mentre le lancette del suo orologio continuano a girare, si domanda quando sarà scongelato il suo conto bancario.