Il prossimo 11 settembre Singapore va a votare. L’opinione di molti è che queste elezioni saranno un barometro per l’era del dopo Lee Kuan Yeo. Ci sono tutte le ragioni per pensare che queste elezioni saranno uno spartiacque per Singapore e che l’opposizione è destinata a conquistare più seggi dell’ultima elezione generale del 2011.
Il partito al potere, PAP, spera senza dubbio nell’effetto Lee Kuan Yeo, il padre fondatore di Singapore morto a marzo di quest’anno il cui funerale ha visto folle oceaniche. Il PAP spera che il dolore massiccio mostrato per le strade si traduca in voti, un ultimo sostegno al modello di Singapore voluto da Lee Kuan Yeo.
Ci sono varie ragioni per dire che non sarà così. Sebbene ci siano pochi dubbi sulla vittoria del PAP, c’è anche ogni ragione per pensare che scenderà la sua quota di voto popolare e che l’opposizione conquisterà altri seggi.
Per iniziare, per la prima volta a memoria d’uomo l’opposizione si presenta in quasi tutte le circoscrizioni elettorali, mentre in tante precedenti elezioni l’opposizione si presentava in metà dei seggi, assicurando la vittoria al PAP nel giorno delle elezioni. L’idea era che i cittadini di Singapore starebbero più a loro agio nel votare all’opposizione se pensavano che c’erano più voci di opposizione in parlamento piuttosto che per un cambio di regime. Non ha funzionato.
In aggiunta l’opposizione sembra essere fortemente motivata. Tutti i grandi partiti di opposizione si sono seduti per discutere come avrebbero lottato contro il PAP. Sebbene siano riusciti ad accordarsi allo scontro elettorale sulla base di uno contro uno in tutte le circoscrizioni GRC, non sono riusciti a raggiungere lo stesso accordo per le circoscrizioni a membro unico, SMC. Comunque aver raggiunto l’accordo per GRC è una conquista.
E’ dubbio che l’opposizione ce l’avrebbe potuta fare allo stesso modo le elezioni precedenti.
Seconda cosa a questione dei talenti stranieri è davvero decollata. L’obiettivo della politica del PAP di far crescere la popolazione della città a 6.9 milioni dagli attuali 5.4 ha scatenato una reazione negativa dal cittadino comune. Molti non si bevono la spiegazione del governo per cui una piccola popolazione in rapida crescita anagrafica non sia sostenibile economicamente. I cittadini ordinari sono più preoccupati per le pressioni sullo spazio pubblico, sui trasporti, salute e istruzione che genera l’influsso di stranieri. Molti singaporeani temono anche la perdita del carattere unico della città con un grosso influsso di emigranti dall’esterno della regione, come India e Cina continentale. Alcuni interventi più popolari sui media sociali lamentano regolarmente del comportamento di questi stranieri e della loro incapacità ad adattarsi al modo locale di agire.
Altri sono preoccupati che per il solo mero numero, gli stranieri avranno il sopravvento. Di recente un lavoratore filippino della sanità ha posto il seguente messaggio su Facebook:
“Ora i singaporiani sono perdenti nel proprio paese, prendiamo i loro lavori, il loro futuro, le loro donne e presto cacceremo tutti i singaporiani … Ricordate un pinoy (filippino) è migliore e più forte di un puzzolente singaporiano”
Il messaggio è andato dovunque. Il lavoratore ha perso il posto e la polizia lo ha accusato di sedizione. Eppure i sentimenti espressi catturano la paura che molti abitanti hanno sull’influsso di un gran numero di lavoratori stranieri.
Un altro incidente che avrà una sua conseguenza accadde prima di natale 2013. Circa 300 lavoratori indiani stranieri rimasero coinvolti in disordini a Litt le India durati per quasi due ore. L’alcol fu un altro grande ingrediente. Questi disordini furono significativi in quanto sono i primi in oltre 40 anni di storia dai disordini razziali del 1969. Quello che fece colpo sui cittadini di Singapore fu l’incapacità della polizia a reprimere i disordini nella prima ora cruciale. Uno dei punti di forza del PAP è legge ed ordine forti, che dà a Singapore una reputazione di uno dei posti più sicuri al mondo in cui vivere e lavorare. I disordini ruppero il mito che il PAP riesce a garantire strade sicure.
Terza cosa, il PAP ha perso terreno sui media sociali persino prima del giorno delle elezioni. Una indagine del panorama dei media sociali a Singapore, nonostante il forte controllo, mostrava che PAP perde su quasi tutte l discussioni poste dai blogger e dai cittadini ordinari. La repressione del governo del sito popolare “The real Singapore” si aggiunge alla percezione negativa che il PAP non riesce ad accettare la critica per quanto soffusa possa essere.
Inoltre l’uso dei media sociali da parte di qualche membro del PAP per parlare con i cittadini si è ritorto contro in modo spettacolare. In uno scontro infame un ministro anziano del PAP riproponeva una storia sul piatto di riso al pollo che costa 1 euro presso il centro dei ristorantini, a mostrare ovviamente che il costo della vita era ancora basso. I cittadini della rete che vollero fare indagini scoprirono che il prezzo era puramente di promozione, non il piatto regolare.
In un altro articolo famoso un parlamentare del PAP postava un pranzo dal costo di 2 euro. Di nuovo i cittadini della rete scoprirono che il parlamentare aveva ricevuto uno sconto sul pranzo.
L’uso della legge di diffamazione da parte del Primo ministro Lee Hsien Loong contro un blogger Roy Ngern Yi Ling, che scriveva sulla questione del Fondo di Previdenza Centrale, ha attratto una percezione fortemente negativa tra la comunità online della città. Quando il blogger ha usato un sito di Crowd Funding per poter pagare le spese legali, è riuscito a racogliere oltre 60 mila euro in meno di un mese.
Storie simili dicono ce la strategia dei media online del PAP non va e i Singaporeani sono disposti sempre più a credere sui rapporti negativi sul PAP.
Qwuarto elemento, la tendenza è alquanto chiara. Nelle elezioni generali malesi del 2013 il partito di governo UMNO e il BN persero per la prima volta dal 1957 al voto popolare. Sebbene sia rimasto al potere a causa del sistema elettorale, UMNO ha perso l’intero voto urbano. Gli elettori delle città erano semplicemente stanchi del partito che governa sin dalla indipendenza e sentivano la necessità di un cambio per far fare un passo al paese. Questo sentimento era guidato dai giovani.
Anche a Singapore si sente che i giovani sono ansiosi del loro futuro, che il PAP ha perso il contatto con la loro generazione e che il vecchio modello del PAP non funziona più per loro. Il costo crescente della vita, una grande questione per l’opposizione, comincia a farsi sentire politicamente. Alcuni elettori apertamente dicono che vorrebbero migrare in occidente se nascono le opportunità.
La più recente elezione suppletiva quella di Punggol East del gennaio 2013, mosra questa tendenza in modo chiaro. Il candidato del Partito dei lavoratori riuscì a sconfiggere il candidato del PAP in una circoscrizione in cui vivono per lo più giovani professionisti con famiglie giovani.
Se non succede qualcosa di straordinario, ci si deve attendere che il PAP vincerà ma con un’opposizione che cresce di molto. Probabilmente l’opposizione vincerà un’altra circoscrizione con GRC oltre a quella vinta nel 2011. E’ quasi certo che il PAP conquisterà meno del 60% del voto popolare.
James Chin University of Tasmania, TheDIPLOMAT