La moschea di Malang, Sulaiman al-Hunaishil, circondata da alberi di taek vicino ad un cimitero, non ha né acqua né elettricità.
La moschea di Malang non è mai stata usata come luogo di culto. Il colore blu delle sue pareti è sbiadito, il suo pavimento coperto di polvere.
Ma il 20 luglio 2014 su invito del Califfo di Giava Orientale Anhsarul, simpatizzante dello Stato Islamico, IS, centinaia di persone provenienti da tutta Giava Orientale si radunarono nella moschea di Malang, alla periferia lontana della città indonesiana.
Uomini, donne e bambini ascoltarono una conferenza, videro un film sull’autoproclamato califfato dell’IS nel Medio Oriente, e promisero fedeltà al suo emiro Abu Bakr al Baghdadi.
L’uomo che pregò in quell’evento è ora sotto processo a Giacarta con accuse di terrorismo e di diffondere l’ideologia dell’IS in Indonesia.
Da allora il cosiddetto califfato è diventato noto per le riprese delle esecuzioni dei suoi prigionieri, per le oppressioni delle minoranze e, più di recente, per gli attacchi terroristici a Parigi e Beirut.
Il destino delle persone che parteciparono a quell’evento non è chiaro.
Varie centinaia di indonesiani, il cui numero è difficile da stabilire, hanno viaggiato in Siria ed Iraq per unirsi all’IS. Una cinquantina sono morti in Siria da marzo 2015 secondo un esperto di sicurezza.
Molti dei militanti legati alla Jemaah Islamiyah, affiliata ad AlQaeda e responsabile delle bombe a Bali nel 2002 e 2005, hanno trovato nell’IS una nuova rete e un nuovo senso.
Per quell’evento del luglio 2014, fu portato un generatoredi elettricità ed un proiettore. Una bandiera posta fuori della moschea di Malang non frequentata diceva: “Socializzazione e dichiarazione del Califfato di Ansharul”.
Seduti per terra a gambe incrociate, i partecipanti ascoltarono attentamente le spiegazioni dei predicatori Tuah Febriwansyah e Syafuddin Umar sul califfato dell’IS che Tuah diceva fosse stato stabilito in Iraq.
“Non conoscevo ognuno di loro” dice il portavoce del Califfato di Ansharul Muhammad Romly a BenarNews, parlando dei partecipanti.
Dopo il sermone fu chiesto loro di alzarsi e promettere fedeltà al capo dell’IS Al-Baghdadi. Espressero la promessa in Arabo ed Indonesiano e recitarono all’unisono “Allah è Grande”.
Tuah Febriwansyah distribuì alla congregazione copie del periodico Al Mustaqbal, che è anche un portale, legato all’IS. Distribuì anche degli adesivi in bianco e nero con le scritte arabe “Non esiste altro dio che Allah” e “Maometto è il suo messaggero”.
After the sermon, they were asked to stand up and give their pledge of allegiance to Islamic State leader al-Baghdadi.
Al-Baghdadi che si crede sia in iraq, si dichiarò califfo dello IS nel luglio 2014. A maggio 2015 secondo vari resoconti, rilasciò un audio che si appellava ai musulmani a migrare nelle regioni dell’Iraq e Siria sotto il controllo dell’IS.
Romly crede che l’IS reerà una civiltà islamica e cancellerà quella che descrive come la stigmatizzazione dell’Islam che associa la religione con la violenza e la povertà. Egli sosteiene che il suo gruppo dà solo sostegno morale e preghiere per i combattenti dell’IS.
“Lo stato islamico è la promessa di Allah, come scritto chiaramente nel Corano” dice Romly, il quale contattò Tuah Febriwansyah per venire all’evento che prometteva l’alleanza al capo dell’IS.
Il 21 marzo 2015 le forze speciali dell’antiterrorismo, Densus 88, arrestarono Tuah Febriwansyah a casa sua nella provincia di Banten. “Non riusciamo più a comunicare. Densus precostituiva le proe contro di lui” dice Romly. Tuah Febriwansyah ora si trova sotto processo in un tribunale di Giacrta Occidentale con l’accusa di attività terroristiche e di diffondere credi che sostengono un gruppo messo al bando come IS attraverso il portale Al-Mustaqbal.
Figlio di Malang
Uno dei membri indonesiani più noti dell’IS, Salim Mubarok Attamimi o Abu Jandal, viveva a Malang prima di emigrare in Siria. Secondo le autorità è ora un comandante in Siria.
“Fu colui che chiamo la jihad attraverso un video su Youtube” dice Mochammad Achwan, capo el gruppo estremista musulmano Jammah Ansharusy Syariah, JAT, dopo che Bashir capo spirituale della Jemmah Islamiyah promise alleanza all’IS dalla sua cella della prigione nel luglio 2014 chiedendo ai suoi seguaci difare lo stesso.
Secondo Achwan, i seguaci di Salim provenivano dal FAKSI, Forum degli attivisti della Sharia Islamica, un network di attivisti che guardava ai giovani e agli studenti.
In un video caricato a nome di Abu Mujahid, “Tahridhul Hijrah Wal Jihad,” nel giugno 2014, Salim è fiancheggiato d due uomini ed un ragazzino che chiamano i musulmani indonesiani a lottare per i fratelli musulmani repressi dal presidente siriano Assad. In un altro video Salim minacciava di “massacrare uno ad uno” chi si opponeva alla legge della Sharia in Indonesia.
Le autorità credono che siano 18 le persone unitesi all’IS dalla zona di Malang. Il 25 marzo Densus 88 e la polizia di Malang arrestavano tre persone a Malang che erano ritornate dalla Siria ed erano sospetti membri dell’IS. Ora sono sotto processo.
“Continuiamo a tenere sotto conrollo il gruppo” dice il capo della polizia di Malang.
La Sorveglianza della comunità
Romy del califfato di Ansharul ha negato di seguire Salim nonostante avesse frequentato varie sessioni di recita a Malang qualche anno fa.
“Conosco Ustadz Salim e avevo frequentato le sue sessioni di preghiera. Era un bravo oratore” Le sessioni di recita erano itineranti e talvolta si tenevano nelle case private a Malang.
“C’erano due case in cui si tenevano le sessioni di recita” dice il comandante regionale di Banser, l’ala giovanile del gruppo moderato Nahdlatul Ulama che secondo Usman teneva d’occhio i movimenti del gruppo da un po’ di tempo nello sforzo di influenzare altri. “Sono estremisti islamici e combattono con le armi”
I residenti della zona fortemente popolata di Muharto che seguono per lo più Nahdlatul Ulama, l’organizzazione di massa islamica maggiore, ha chiesto al gruppo di recita di non incontrarsi più nell’area. Le sessioni si fermarono dopo che Salim se ne andò in Siria con la moglie e cinque figli, dei quali due adottati.
“Da quando Salim se ne è andato in Siria non ci sono più sessioni di recita” dice Umar che però continua la sorveglianza nella comunità, preoccupato che i seguaci di Salim possono essersi divisi ed aver creato una nuova cella.
La polizia sostiene che non possono vietare a gruppi come JAT, o quelli che apertamente sostengono l’IS e diffondono l’odio verso gli altri, di tenere sessioni di recita.
“Non fatene un’esagerazione. IS non esiste più a Malang” dice il capo della polizia di Malang.
Heny Rahayu, Benarnews