Una recente sentenza di un tribunale di Bangkok ha deciso la confisca del suolo della scuola islamica Jihad Withya a Tha Dan, decisione che ha deluso la popolazione musulmana del posto.
La scuola è un famoso collegio tradizionale, pondok, dove ogni ragazzo musulmano studia l’Islam e cosa significa essere Malay. Ogni pondok è gestito da un preside conosciuto come tok guru che è molto stimato dalla propria comunità.
Per gli storici questa istituzione ha aiutato da sempre a fare di Patani la culla della civiltà islamica nel sudest asiatico.
Anche oggi la mistica dei pondok e dell’istruzione islamica che danno continua ad attrarre studenti da tutta la regione. Jihad Withya era una d elle centinaia di collegi islamici tradizionali che costellavano questa regione storicamente contestata.
Secondo la legge contro il riciclaggio, la corte ha deciso che lo stato avesse il diritto di sequestrare il suolo del collegio dal momento che, secondo due testimonianze, era stata usata per sostenere le attività dell’insorgenza.
La definizione dello stato di ciò che costituisce “sostegno delle attività di insorgenza” è ambigua poiché ogni forma di riunione sociale o di forum in questa regione sembra presentare discorsi di indipendenza.
I presidi dei locali, tok guru, hanno provato invano a convincere le agenzie della sicurezza che nelle pondok non si insegna il separatismo, un argomento che si intesse nella discussione pubblica nel profondo meridione. Per questo non è giusto prendere ad esempio una singola istituzione.
In un caso per esempio, 19 presunti insorgenti che furono colpiti da esecuzioni extragiudiziali in un ristorante di Saba Yoi a Songkla durante una rivolta del 28 aprile 2004, erano membri di una squadra di calcio locale. E tutti provenivano da scuole differenti.
Se l’appartenenza ad una scuola di calcio può essere un luogo per una riunione di separatisti, allora qualunque riunione sociale può rappresentare la stessa cosa, se i suoi membri condividono la stessa narrazione storica e culturale di Patani come patria occupata illegittimamente dallo stato thai.
Una richiesta dall’accusa dello stato per conto dell’Ufficio contro il riciclaggio del denaro affermò che due insorgenti avevano confessato di essere stati addestrati nella scuola da parte, tra gli altri, dell’allora preside tok guru Abdulloh Waemanor.
Abdulloh conosciuto anche come Poksu Loh fuggì dal meridione thailandese dieci anni fa per sfuggire all’arresto. Tuttora non si sa dove si trovi ma la polizia crede si trovi in Malesia.
Poksu Loh è considerato uno dei capi principali nel consiglio segreto che gestisce il BRN che controlla la maggioranza dei militanti attivi.
La chiusura di Jihad Withya fu ordinata a maggio 2005 e per i successivi 10 anni le autorità hanno tenuto d’occhio chiunque la frequentasse.
La stretta sorveglianza riflette la convinzione che Poksu Loh abbia grande influenza sul corso del conflitto nella regione inquieta, dove oltre 6000 persone sono morte in atti legati all’insorgenza da gennaio 2004.
Ci sono molte domande anche sui tempi di questo sequestro. Perché lo stato ha atteso tanto tempo quando lo si poteva fare dieci anni fa, dicono fonti separatiste.
Fonti militari e della sicurezza hanno confermato di aver provato a raggiungere Pokso Loh in cerca di sostegno per i colloqui di pace attuali facilitati dalla Malesia, senza aver però alcun risultato.
Il processo di pace, che fu lanciato dall’amministrazione di Yingluck Shinawatra il 28 febbraio 2013 e ripreso con riluttanza dall’amministrazione militare al potere, ha portato i negoziatori di Bangkok faccia a faccia con i capi di sei movimenti di lungo corso sotto l’ombrello di MARA Patani.
Bangkok ha affermato che i membri del BRN sono al tavolo ma è sempre più chiaro che questi militanti autoproclamatosi del BRN nel MARA Patani non hanno alcun controllo sui militanti attivi.
Il governo di Yingluck decise di lasciar perdere i mediatori internazionali che lavorarono su iniziative pre negoziato tra il 2005 e il 2011 conferendo alla Mlaesia il ruolo di facilitatore.
Attualemtne il governo thai e MARA Patani si trovano ancora in una fase non ufficiale di precolloqui sebbene i negoziatori di entrambe le parti siano stati portati davanti ai media per l’uso pubblico.
MARA Patani ha insistito che Bangkok renda i colloqui un argomento nazionale che richiede un sostegno parlamentare. Ha anche chiesto che il governo thai garantisca al MARA Patani la legittimazione come gruppo che negozia per conto della popolazione di questa terra storica dei Malay. Ne consegue una richiesta insistente di garantire l’immunità ai negoziatori dalle accuse penali.
Eppure Bangkok non è proprio dell’idea di garantire a MARA Patani una legittimazione. Per la giunta, dice un consigliere della sicurezza, la volontà a parlare ai separatisti che considera come criminali rappresenta la sola legittimazione che possono ottenere mai.
Difatti, Bangkok rifiuta persino di usare il nome di MARA Patani temendo che potrbbe dare un riconoscimento della patria storia dei Malay. Invece si riferisce al raggruppamento separatista con il termine neutrale Party B.
Altri della sicurezza dicono che la posizione fredda di Bangkok verso MARA Patani derivi dal fatto che non è convinta che l’organizzazione ombrello abbia un genuino controllo dei militanti attivi.
Quindi le autorità thai continuano a tentare un approccio dietro le quinte verso i capi in esilio come Sapae-ing Basor che un tempo gestiva la Thamvithya Mulnithi School a Yala e che è considereato uno dei massimi capi spirituali con un peso sui militanti attivi.
Ma il sequestro della Jihad Withya ha fermato l’offensiva da guanto di velluto almeno per quanto riguarda Abdulloh Waemanor. Militanti del BRN e osservatori del conflitto sostengono che, mentre questi capi spirituali hanno la loro giusta importanza, il conflitto è molto di più di loro. E’ sulla sfiducia storica e sull’assenza di giustizia nel rapporto tra lo stato e i Malay di Patani. Tutto questo va ben oltre il controllo di un capo spirituale o di un capo dell’insorgenza.
I militanti locali dicono che aver sequestrato il pondok ha dato una mano ai separatisti perché aggiunge un altro cuneo tra il governo e i cittadini di Patani che prova da tempo a convincere.
Altri temono che si potrebbe creare un altro precedente non voluto per la confisca di altri pondok e istituzioni locali basati sempre su accuse di sostegno all’insorgenza.
Don Pathan, Le scuole islamiche nel mirino della lotta all’insorgenza?