I contrabbandieri di legname prezioso nella provincia cambogiana di Steung Treng, con la protezione delle autorità locali di governo, distruggono i santuari di vita selvatica, sfruttano il suolo e minacciano chiunque provi a denunciarli per i loro crimini contro le foreste cambogiane. Sono le denunce degli abitanti dei villaggi a RFA.
Pho Pahl di Anlong Chrey del distretto di Thala Borivath, ha detto che le autorità locali e l’amministrazione della foresta permettono ai grandi commercianti di legname di ingaggiare lavoratori per sfruttare e migliaia di ettari di suolo .
Un commerciante, Meas Mith, ha minacciato più volte 40 famiglie i cui membri avevano fatto circolare le informazioni sulle sue attività di affari del legno e agricole, secondo Pho Phal che ha anche detto che le aree a foresta sono diboscate, dissodate e in parte appianate, ma le autorità non fanno nulla per fermare queste attività.
Un altro abitante ha confermato che gruppi di commercianti stavano liberamente asfaltando e diboscando aree a Prey Srong vicino alla capitale provinciale Steung Treng dove vivono per lo più popolazioni indigene Kuoy. Sono stati assunti lavoratori per dissodare alcune aree a Phnom Mlou che già nel passato erano state lavorate senza azione da parte del governo. I lavoratori guadagnano un centinaio di euro per ettaro di terra dissodata e appianata.
Dopo il diboscamento degli alberi e il dissodo della terra, i commercianti crescono raccolti per reddito come mango e tapioca per aumentare il valore della proprietà. Usano i nomi di abitanti per avere il titolo di proprietà e la rivendono a compratori per il mero profitto.
Meas Mith ha detto agli abitanti che sarebbero stati arrestati se avessero fatto circolare le informazioni sul diboscamento illegale. Dice Pho Phal: “Ha appianato le terre di foresta e li ha trasformati in campi arati, per rivenderli a 2000 dollari all’ettaro. Ecco perché ci minaccia. Se facciamo qualcosa non ci permetterà di vivere sicuri e tranquilli. Tutte le istituzioni qui sono dalla parte sua.”
Altri abitanti mostrano tutta la loro infelicità per la perdita di foresta ma si sentono privi di forza per fermare la devastazione. “Provo pena per la foresta persa. Nn so che fare per preservarle. Siamo abitanti comuni e non possiamo fermarli queste persone potenti.” dice Chhean Sophea.
Il capo villaggio Prum Ya di Anlong Chrey dice di aver denunciato le attività di Meas Mith alle autorità ma non hanno fatto nulla. “Ho denunciato ai livelli superiori per dire loro che non sono coinvolto. Tutta la sua terra deve essere ispezionata dalle autorità, poi può coltivare o fare ciò che gli pare sulla terra che è identificata come sua.”
Ho Sam Ol di ADHOC ha invitato il governo a fare qualcosa di concreto. “Se le indagini dicono che ha diboscato illegalmente la foresta allora deve essere arrestato. Abbiamo bisogno di lavorare secondo la legge”.
Si conoscono bene le autorità cambogiane che usano il proprio potere in favore dei propri amici o per mostrare di applicare la legge contro i poveri e senza potere perché sono facili da prendere. Nel 2015 un membro di un consiglio comunale del partito di opposizione CNRP fu incarcerato perché stava lavorando la terra di foresta e cresceva raccolti su un ettaro. Si è fatto appello alla sentenza.
“Non è il modo di fare” ha detto. “Dobbiamo affrettarci insieme ad eliminare la cultura dell’impunità. Chi sbaglia sbaglia”.
La legge prevede che il crimine sia punibile con sentenza fino a due anni di carcere con ammenda per le autorità che intervengono direttamente o indirettamente in qualunque affare della foresta. La Cambogia ha uno dei peggiori tassi di deforestazione al mondo. Secondo le stime degli ambientalisti la deforestazione gira attorno al 1% annuo tra il 2000 e il 2012, uno dei tassi più alti tra i più grandi paesi con grandi foreste.
Le cause principali sono la conversione delle foreste ad agricoltura commerciale e il diboscamento illegale. Mentre il primo ministro Hun Sen ha nominato un comitato per fermare il contrabbando lungo le frontiere col Vietnam, ci si domanda quanto sia seria la volontà di fermare il contrabbando di legname e la deforestazione.
I rappresentanti della società civile temono che i grandi affaristi, oknahs, la faranno franca perché hanno potenti sostenitori a cui pagano grandi donazioni a titolo onorifico.
Ouch Leng di Cambodia Human Rights Task Force critica lo sforzo del comitato affermando che deve ancora dare frutti nonostante che alcuni oknhas sono stati identificati come proprietari di legname tagliato illegalmente e i loro depositi ospitano il legname. “I fatti sono: hanno il denaro, il potere ed hanno un forte sostegno di persone. Persino il generale Sao Sokha capo de comitato non ha osato fare indagini”.
Eng Ey, portavoce della polizia, consiglia pazienza in considerazione delle indagini in corso. Se sono coinvolti in crimini contro le foreste saranno accusati. “Stiamo istruendo il caso e varie persone sono accusate, alcune imprese coinvolte”.
Ouch Leng non attende il governo per fare qualcosa perché Cambodia Human Rights Task Force prepara vari rapporti che identificano quasi 4000 persone tra membri delle istituzioni, polizia, militari e oknhas coinvolti nei crimini contro le foreste.
Lo sforzo di Hun Sen per proteggere le foreste in rapido declino è criticato per la selezione di aree che saranno messe da parte.
Hun Sen il 10 febbraio individuò 200 ettari a Tbong Khmum da preservare, ma la gente del posto dice che nell’area ci sono pochi alberi ed il decreto del governo impedisce loro di coltivare l’area che fanno sin dai tempi delle colonie francesi.
Il governo spera di convincere gli abitanti dei villaggi che l’aver nominato Ponhea Krek ad area protetta e santuario della vita selvatica sosterrà la foresta ed il loro modo di vivere.
“E’ il solo modo di aumentare la protezione della foresta” sostiene Ly Leng governatore provinciale di Tbonng Khmum. “Gli abitanti dei villaggi devono valutare la terra e questo impedirà che diventi un obiettivo che può essere abusato da chiunque nell’area.”
Il decreto mira a prevenire gli abusi ecologici come il dissodamento, l’appianamento e il taglio abusivo o i movimenti di terra nell’area. Mentre l’ordine del governo sembra come se volesse reprimere alcuni abusi ambientali, potrebbe impedire agli agricoltori di coltivare la terra come fatto da generazioni.
Il responsabile di Krek Kim Ly e quello di Trapaing Phlong, Hem Yieb hanno dei dubbi su questo decreto e sottolineano che non esiste una folta foresta o una vita selvatica sostenuta nell’area ora protetta.”Si tratta di boscaglie sparse con pochissimi grandi alberi” dice Yieb. “Credo che il governo voglia proteggere l’area ma la gente ha ancora dei dubbi. Vogliono usare l’area per coltivarla come fatto prima.
Per Ouch Leng la scelta di Ponhea Krek mostra quanto le priorità del governo siano disordinate.
“Il governo deve prestare attenzione alle grandi foreste che stanno tagliando illegalmente. Si deve ricercare il ricco ed il potente dietro quelle attività e portarlo in tribunale”