Crescono le paure di infiltrazione dell’IS a Mindanao nelle Filippine dopo che il parlamento non è riuscito ad approvare il passaggio della legge di istituzione della Bangsamoro e con l’intensificazione di attacchi dei gruppi come il BIFF.
Nei giorni scorsi si è anche verificato un tentato omicidio verso un predicatore saudita che si trova sulle liste di proscrizione dell’IS. Benché non si conoscano ancora i motivi che ha spinto uno studente, senza apparenti retroterra politici, a sparare contro il predicatore, crescono le paure di un radicamento dello stato islamico.
Un analista di Manila dell’ Istituto per la Pace, la Violenza ed il Terrorismo dice alle agenzie: “La loro influenza cresce sempre di più ed è in espansione” e che i gruppi filippini che hanno dichiarato fedeltà all’IS stanno “pensando in grande” con operazioni come attentati, attacchi o assassini.
Questa crescita va inserita nel contesto filippino dell’isola di Mindanao, dove la mancata approvazione della BBL, dopo il famigerato scontro di Mamasapano, ha spianato la strada a gruppi dissidenti del MILF che rischiano di raccogliere la disillusione di molti in una soluzione del conflitto. Sono decenni che il conflitto per l’autonomia reale della Mindanao Musulmana va avanti facendo 120 mila morti, centinaia di migliaia di evacuati, rendendo Mindanao una delle regioni più povere delle Filippine nonostante la ricchezza di risorse naturali e umane.
Mentre il MILF all’indomani della mancata approvazione della legge ha promesso di onorare il cessate il fuoco e gli impegni di pace, resta il dilemma del futuro di questa regione alla luce di questi gruppi estremisti.
“C’è un incentivo se mostrano di essere una forza di combattimento” dice Zachary Abuza del National War College.
Ultimamente è stato lanciato un attacco spettacolare su un avamposto dell’esercito da un gruppo ritenuto più un gruppo criminale dedito alle estorsioni che alla guerriglia. Negli scontri successivi durati una settimana sono morti 6 soldati e almeno 12 militanti, mentre 30 mila persone sono dovute scappare dalle case. Quando i militari hanno conquistato le posizioni ribelle sono state ritrovate le bandiere dell’IS.
Inoltre a poca distanza da questo attacco continuano gli scontri con il BIFF, gruppo armato più conosciuto che ha dichiarato fedeltà all’IS, iniziatisi dopo il non passaggio della legge Bangsamoro. Il BIFF se ne uscì dal MILF nel 2008 quando franò un altro accordo di pace, durante il governo Arroyo, con conseguenti attacchi su popolazioni cristiane che portarono a centinaia di morti.
“Sappiamo tutti quello che accadde nel 2008. Non vogliamo che accada più” dice Von alHaq del MILF. “Se il governo continua menare il cane per l’aia sul processo di pace, continueranno gli scontri e altri gruppi saranno spinti ad unirsi all’ISIS”.
Il rischio, però, non sarà questa volta solo per Mindanao dove il conflitto finora è rimasto confinato. L’entrata in gioco di gruppi come quello di Abu Sayaff potrebbe anche portare all’allargamento del conflitto. Si deve ricordare che il gruppo di Abu Sayaff è legato alle bombe di Manila del 2004 dove ci furono oltre 100 morti.
Se è ero che secondo i militari questi gruppi sono più gruppi criminali che estremisti jiahdisti, è anche vero, come sostiene Zachary Abuza, che ora il conflitto non è più una questione di Islam radicale, quanto un conflitto per le risorse, come accaduto in Medio Oriente, e l’IS ora può fornire soldi e sostegno. “Non è una questione ideologica quanto di risorse”.
La paura di infiltrazione dell’IS a Mindanao si lega strettamente alla questione della Bangsamoro, delle prospettive di pace e quindi anche del terrorismo a Mindanao, riassumiamo un articolo apparso su Mindanews a cura di Kristian Herbolzheimer e Emma Leslie, Conciliation Resources, che fanno parte del gruppo di Contatto internazionale nel processo di pace della Bangsamoro, “Cosa succederà al processo di pace di Mindanao”.
La mancata approvazione della legge Bangsamoro da parte del parlamento filippino non è stato certo una sorpresa per nessuno, dopo l’incidente di Mamasapano del gennaio 2015. Se certo è stato un evento profondamente negativo, è sempre qualcosa di meglio della approvazione di una legge per Bangsamoro che non rispettasse i trattati di pace, CAB, firmati da MILF e governo filippino.
“Eppure il non passaggio della BBL da parte del congresso giunge con un costo pesante per tutti. Ha portato una profonda delusione e frustrazione a tutti i livelli, dai negoziatori di pace del governo a quelli del MILF fino alle forze di base. Ha aperto la grande domanda sul che fare dopo.”
Senza legge si entra in una fase di ibernazione in tema di grandi decisioni da parte del governo: nessun plebiscito, nessuna autorità di transizione, nessuna abolizione del ARMM, stop alle operazioni di decommissione dei combattenti e delle armi. Si è raggiunto qualcosa con questo accordo di pace oppure si è punto e a capo?
Scrivono i due autori:
“La realtà è che le prospettive di pace a Bangsamoro oggi non sono state mai migliori. L’accordo quadro sulla Bangsamoro del 2012, FAB, e l’accordo comprensivo su Bangsamoro del 2014 restano. Entrambi i documenti descrivono uno scenario che sta bene a tutti perché articolano i bisogni e ele aspettative delle popolazioni di Bangsamoro come pure le riforme strutturali che il governo centrale sente necessarie per consolidare una nazione più inclusiva e coesa.”
Non vanno trascurati il sostegno esplicito senza precedenti alla pace di tanti dalla chiesa, ai militari, al settore imprenditoriale alla comunità internazionale, che vogliono la ripresa del dialogo con la prossima amministrazione.
“allo stesso tempo le consultazioni multiple nella stesura della BBL e la discussione al congresso hanno avuto due effetti positivi. Da un lato la gente ha una migliore comprensione del contenuto della legge e dei cambiamenti che essa cerca. Nella sua campagna di presa di coscienza, la societò civile hanno più strumenti per articolare i bisogni e le attese; comprendono meglio i limiti del processo legislativo ed hanno una chiara visione di cosa dovrebbe essere una legislazione regionale.”….
Ma secondo i due autori ora è cambiato il quadro complessivo dei negoziati.
“La svolta fondamentale segnata dal CAB è davvero che la gente Bangsamoro deve assumersi la responsabilità di condurre la trasformazione nella loro società basandosi essenzialmente su se stessi. Se fosse stata approvata la BBL, l’autorità di transizione, BTA sotto la guida del MILF sarebbe a capo della trasformazione da ARMM a Bangsamoro. In questo viaggo all’inizio la BTA e poi il governo Bangsamoro si sarebbero fatto carico della enorme responsabilità di gestire la devoluzione dei poteri e di rispondere alle attese della propria gente.
Questo scenario è stato impedito da una mancanza di progresso a Manila. Potrebbe essere futile discutere le sfide della transizione in assenza della legge BBL. Ma una ripresa del proesso di pace riporterà questa agenda prima di quanto ci si attenda. Con una legge BBL che soddisfa il CAB la responsabilità del buon governo ricade dal governo entrale alla Bangsamoro. Ed è questo cambio di paradigma che richiede una preparazione comprensiva.”
La situazione politica comunque sta evolvendo nel periodo di attesa delle elezioni presidenziali.
“La preoccupazione più immediata è l’accresciuto rischio della sicurezza. Due sono le circostanze che si uniscono: i settori militanti che si opposero alla pace potrebbero accrescere la loro attività per farsi vedere e attirare la popolazione delusa. Ci sono segnali allarmanti a suggerire una nuova complessità nel contesto di Mindanao perché potrebbe avere peso, presso certe zone, l’invito ad unirsi alla violenza dell’estremismo islamico. Si potrebbero confondere le linee di divisione tra violenza politica, religiosa e criminale. Allo stesso tempo le elezioni presidenziali, politiche ed amministrative di maggio accrescono il pericolo di scontri violenti caratteristici del periodo elettorale filippino.”
In questo quadro, dicono i due autori, diventano fondamentali i meccanismi del cessate il fuoco attuali per prevenire che il MILF sia risucchiato nello scontro diretto con le forze armate. Ed a questo fine sarebbe utile il rafforzamento dei vari comitati che hanno seguito il cessate il fuoco, insieme alla società civile e alle ONG in un quadro di comunità divise.
“Le organizzazioni della società civile sono chiamate a giocare un ruolo fondamentale. La loro esperienza nel prevenire e affrontare gli scontri tra famiglie, nel promuovere il dialogo e la fiducia attraverso le comunità divise, nel documentare le storie di durezza ed ingiustizia tra tutte le comunità rappresenta una competenza che deve essere diffusa e accresciuta perché abbia il suo impatto.
La situazione attuale è certamente complicata per una organizzazione rivoluzionaria come il MILF. E’ la natura della relazione di potere asimmetrica tra insorgenze e governi secondo cui, se l’ultimo non riesce a risolvere i problemi, la prima non può far altro che rafforzare le proprie capacità interne e attendere nuove opportunità. Questo pone il MILF in una posizione difficile perché qualcuno della sua gente metterà in dubbio la saggezza di questo approccio.
Eppure è proprio in questi tempi incerti che il MILF ha una possibilità di affermare ancora una volta la sua capacità di guidare e la visione statale. Nei mesi scorsi il MILF è emerso come un partner affidabile per chi nel governo si era impegnato nel cambiamento, come riconosciuto dal capo negoziatore Miriam Coronel Ferrer a KualaLumpur. I diplomatici internazionali condividono la stessa percezione. Questa legittimazione oggi è il punto di forza maggiore del MILF.
La Bangsamoro vive una doppia transizione: dalla guerra alla pace e da un’amministrazione all’altra. Potrebbe questo essere il momento che il MILF pensi ad una propria transizione. La sfida principale prossima non è necessariamente l’approvazione della BBL, quanto creare l’unità dentro la diversità della Bangsamoro. Cresceranno le prospettive di successo nell’applicazione del CAB con la crescita del numero e della diversità di persone che la sostengono.
Il MILF si è posto alla testa dei negoziati negli anni scorsi. Senza la pretesa di rappresentare tutta la gente della Bangsamoro, sono stati i campioni di una causa che mira a dare benefici a tutti. Sono stati pazienti, intelligenti, costanti, senza ondeggiamenti nella loro lotta, nei negoziati come sul terreno. E’ largamente riconosciuto a Bangsmoro e non solo. CAB è la ricompensa.
E’ maturo il momento di costruire su questi guadagni e allargare la proprietà, unire gli sforzi con tutte le genti della Bangsamoro al di là della base del MILF. La prossima amministrazione gioca un ruolo vitale nel futuro del processo politico. Ma guardando al quadro completo, il futuro della Bangsamoro è nelle mani della sua gente.”