I negoziatori thailandesi nel profondo meridione si apprestano a pubblicare un rapporto che sottolinea il loro lavoro e quanto hanno raggiunto in questo periodo 2015-2016.
Il capo negoziatore Generale Aksara Kerdpol ha detto ai giornalisti che i risultati del suo gruppo di lavoro non sono stati pubblicizzati abbastanza, per cui la decisione di rendere nto il loro lavoro sia in Thailandese che in inglese.
Secondo il generale Aksara Kerdpol, i negoziatori thai hanno incontrato “i rappresentanti legittimi di vari gruppi di insorgenza” e nel prossimo giro di colloqui richiederanno che questi gruppi ordinano una riduzione degli incidenti violenti ai militanti in campo per dimostrare la buona fede nel lavoro per la pace.
Ai gruppi separatisti permetteranno persino di dire dove nelle province di lingua malay vogliono ridurre la violenza.
Mentre ha insistito nel dire che il dialogo di pace attuale è il modo migliore di risolvere il conflitto, Aksara ha ignorato a sua convenienza altri fattori che hanno reso questa iniziativa di pace superficiale, facendola diventare un qualcosa a metà strada tra una bufala e un grande salto di fede.
Prima di tutto la coalizione dei sei gruppi di pace con cui ha dialogato, MARA Patani, non ha mai dimostrato di avere il comando o il controllo dell’insorgenza sul campo.
Varie fonti del governo thai che lavorano nel conflitto meridionale dicono di non credere che MRA Patani abbia un’influenza sui militanti. Difatti l’attuale giunta non vuole neanche riconoscere MARA Patani come entità per paura che il gruppo diventi troppo “istituzionalizzato e internazionalizzato” e perciò hanno deciso di chiamarli “Parte B”.
Quello che Aksara non dice pubblicamente è che l’esercito non fu coinvolto con questa iniziativa di pace che fu lanciata dal governo Yingluck il 28 febbraio 2013 a Kuala Lumpur. L’iniziativa portò Hasan Taib alla ribalta, un uomo che nessuno conosceva e che non riuscì ad arrivare in capo a nulla.
La seconda volta, con l’esercito che comanda questa iniziativa di pace sgangherata in seguito al golpe, hanno ottenuto un gruppo di giovani militanti del BRN che tanta gente nel meridione conosceva.
Ma poi ci sono dubbi se queste persone come Sukree Hari, Mah Chuwoe ed altri, abbiano l’appoggio del consiglio dirigente del BRN. Lo credono solo Aksara e i suoi amici.
I fatti sul terreno parlano di un’altra storia. Persino militanti del BRN sul terreno e all’estero screditano questa attuale iniziativa di pace che è iniziata su una falsa premessa.
Sfortunatamente per Aksara ha ereditato questo casino ed ora nessuno sa come liberarsi di questo baraccone.
Ci fosse un pulsante per resettare tutto. Ma è solo un desiderio.
L’allora premier Yingluck Shinawatra lanciò l’iniziativa perché volle salvare la pelle al fratello Thaksin. Non si dimentichi che Thaksin fu cacciato, tra l’altro, a causa anche della sua gestione del conflitto meridionale.
Inoltre l’esercito fece uno sforzo concertato a screditare l’iniziativa mentre la gente di Yingluck portava avanti lo spettacolo. Poi ci fu il golpe del maggio 2014 e la decisione se continuare o meno con l’iniziativa di pace di Yingluck che i militari avevano provato a deragliare.
Persino oggi non sembra esserci la pace nella mente della giunta. Vogliono una riduzione del numero di incidenti ma non vorranno parlare di concessioni significative ai separatisti o ai Malay di Patani.
Ed ogni volta che spingono quella linea sulla pace e l’iniziativa di pace è sul giusto percorso, l’insorgenza ha risposto con maggiore violenza sul terreno. La punta delle violenze di questa settimana passata, particolarmente con l’autobomba vicino alla stazione di polizia di frontiera che ha ferito quattro ufficiali e cinque passanti, ci ricordano che la pace non verrà facilmente nel profondo meridione.
Oltre 6500 persone sono state uccise nei dodici anni di insorgenza e non se ne vede la fine. Forse Bangkok dovrebbe provare a tirar fuori qualche idea nuova.
E’ ovvio che il gruppo di negoziatori non può fare altro che sperare che i veri separatisti con il comando dei militanti sul territorio si uniscano all’iniziativa.
Sembra che la speranza sia la sola cosa che hanno. E se la giunta non pensa in termini di concessioni significative, la sola cosa che Aksara e il suo gruppo può fare è di sedersi, incrociare le dita e sperare per un domani migliore.
EDITORIALE, Thenation