The Malaysian Insider, in otto anni di lavoro, ha stabilito uno standard di giornalismo professionale, cosa rara in Malesia, particolarmente nei siti web ma anche nei media tradizionali.
Tutti i grandi media del paese sono di proprietà di componenti politiche del BN e da questi buchi neri non escono notizie imparziali.
Uno dei due più influenti siti di notizie indipendenti malesi, Malaysian Insider, ha terminato le proprie pubblicazioni dopo otto anni, vittima in parte di difficoltà finanziarie e soprattutto a causa delle pressione politica continua da parte dell’accerchiato premier malese Najib Razak.
L’unico a restare aperto, dopo la chiusura del Malaysian Insider, è Malaysiakini che pubblica dal 1999 con edizioni in Inglese, Malay, Cinese ed Tamil.
“Abbiamo lavorato come giornalisti imparziali per informare i malesi ed altri lettori perché potessero prendere decisioni consce” ha detto il suo editore Jahabar Sadiq nel suo commiato dal sito web. “Abbiamo lavorato per far ascoltare tutte le voci in questo mercato delle idee. Mail nostro lavoro al Malaysian Insider è giunto ora a termine in una Malesia che, ora più di sempre, ha bisogno di più chiarezza, trasparenza e informazione”.
Si dice che le perdite mensili si aggirassero attorno agli 80 mila euro prima di essere colpito lo scorso mese dalla chiusura imposta dal governo il 25 febbraio. Pubblicò una storia che citava una fonte legata alla Commissione anticorruzione Malese secondo cui c’erano prove a sufficienza per accusare Najib Razak di presunte malefatte finanziarie. L’avvocatura di stato di Apandi ha rifiutato di usare le prove per accusare il primo ministro di malefatte a Gennaio. Il blocco ha posto il sito in un maggiore pericolo finanziario.
Malaysian Insider era stato preso dal gruppo The Edge Media nel 2014 e espanso di molto. E’ diventato di fatto una vittima dello scandalo enorme sul fondo statale 1MDB che ha messo nei guai Najib, ingigantendosi oltre le frontiere malesi in USA, UK, Singapore, Svizzera e Francia.
I proprietari di The Edge Media, Tong Kooi Ong e Ho Kay Tat incorsero lo scorso anno in grossi guai quando pubblicarono una serie dettagliata di articoli sulla base di email rubate da Andre Xavier Justo, svizzero, da una compagnia di esplorazione di petrolio del medio oriente, Petro Saudi International che metteva in mezzo Jho Low, finanziere chiacchierato che aiutò ad istituire 1MDB col sostegno del governo malese. I documenti spiegavano un enorme rete di cattivo uso del denaro pubblico.
Il governo represse The Edge, pubblicazione malese finanziaria molto influente, sospendendola insieme ad una sua consociata per tre mesi e arrestando temporaneamente Tong ed Ho. Questa sospensione ha creato un guaio alle finanze di The Edge, tagliando la diffusione e spaventando chi faceva pubblicità.
In una dichiarazione del 14 marzo Ho Kay Tat ha detto che The Edge Media Group aveva perso 2 milioni di euro in venti mesi da quando aveva acquisito Malaysian Inquirer. I negoziati con tre gruppi dei media per subentrare nella pubblicazione non sono andati importo. “Nonostante il fatto che TMI è uno dei primi tre portali di notizie secondo il traffico a causa del suo giornalismo coraggioso, non ha ricevuto abbastanza sostegno commerciale per andare avanti”.
“Tanto ha avuto a che fare con le pressioni politiche” dice un analista di Kuala Lumpur. “Potrebbe essere un problema commerciale ma il maggior problema era la pressione politica su Tong e The Edge. Si Tong che Kay erano stati messi in carcere, accusati alla polizia due volte per le notizie di TMI sulla Commissione Anticorruzione, così alla fine hanno deciso che a causa delle perdite c’era troppa pressione sugli altri campi di affari. E’ stata una decisione di affari”.
The Malaysian Insider, in otto anni di lavoro, ha stabilito uno standard di giornalismo professionale, cosa rara in Malesia, particolarmente nei siti web ma anche nei media tradizionali. Tutti i grandi media del paese sono di proprietà di componenti politiche del BN e da questi buchi neri non escono notizie imparziali.
“La chiusura del TMI lascerà un vuoto enorme nel giornalismo indipendente malese, particolarmente duro in un momento in cui il paese ha bisogno disperato che i media facciano il loro dovere di proteggere gli interessi nazionali” ha scritto Shown Crispin di CPJ. “Non è una coincidenza che la pubblicazione di notizie rispettata e inquisitoria sia stata costretta alla chiusura un mese dopo che il regolatore dei media abbia bloccato l’accesso al sito. Najib spera chiaramente che con la censura e l’intimidazione dei media la storia dello scandalo 1MDB semplicemente sparirà. Ma più pressione mette sui media più sembra colpevole e più danno compie verso la sua eredità già consumata”
Najib sta diventando un paria nella diplomazia internazionale non solo per l’estensionedello scandalo ma a causa della impressionante durata dei suoi tentativi di contenerlo, come il licenziamento del suo vice e dell’avvocatura generale, che che svuotano i gruppi di indagine che cercano nella materia e neutralizzano altre indagini.
Sono accadute due morti sospette in connessione con gli affari di Najib che coinvolgono i suoi conti bancari personali presso la Ambank. In uno Hussain Najadi, fondatore della banca, fu ucciso nel suo parcheggio nel 2013. Suo figlio Pascal Najadi, ha accusato che suo padre si era lamentato moltissimo sulle attività finanziarie di Najib e delle figure dell’UMNO che provavano a coinvolgerlo in quello che Pascal definiva accordi finanziari sospetti.
Nel secondo omicidio Kevin Morais, investigatore che esaminò i conti bancari di Najib per il MACC, fu ucciso ed il cadavere posto in un badile di petrolio e lasciando andare nel fiume lo scorso settembre.
Najib ha sistematicamente cercato di chiudere tutte le voci di dissenso. Sarawak Report e Asia Sentinel, i due siti web più attivi internazionali sono stati bloccati in Malesia. Almeno 33 oppositori al regime sono stati accusati di sedizione tra i quali sette parlamentari er aver fatto affermazioni critiche del governo, il sistema giudiziario o i sultani malesi. Lo scorso hanno il governo ha rafforzato la legge della sedizione con vari emendamenti per accrescere le pene per i reati e rendere più facile usare la legge contro i siti web. Decine di persone sono state arrestate per aver partecipato a proteste pacifiche.
Il governo ha riportato la detenzione infinita senza processo con la legge della Prevenzione del Terrorismo che permette ad un comitato nominato dal governo di imporre la detenzione senza processo fino a due anni, rinnovabile indefinitamente seza possibilità di revisione processuale.
A dicembre ha approvato una legge del Consiglio di Sicurezza Nazionale che permette al primo ministro di dichiarare aree di sicurezza dove sono sospese le restrizioni al potere della polizia.
John Bertelsen Asiasentinel