Si accusano i militanti separatisti di aver violato i principi umanitari. Nel frattempo le forze di sicurezza thai continuano a porre i monaci e i bambini sulla linea del fuoco.
L’incursione dei militanti separatisti all’ospedale di Cho Airong a Narathiwat non sarebbe potuta capitare in un momento migliore per i thai, fornendo un tanto necessario pretesto ai militari per attaccare l’insorgenza armata che continua a screditare gli sforzi di pace del governo con MARA Patani, non riconosciuta da loro.
Bangkok sta provando di tutto per giustificare i colloqui con MARA Patani la cui mancanza di peso sul terreno è sottolineata da una punta di violenza nel ontano meridione. Inoltre lo stato thai si trova di fronte a sentimenti ostili da parte delle comunità locali per la decisione della corte di Bangkok di confiscare alcuni ettari di un collegio islamico, il pondok Jihad Withaya, del distretto di Yaring a Pattani che fu usato come un luogo di addestramento per l’insorgenza un decennio fa.
La terra appartiene alla famiglia di Abduloh Waemanor, un religioso del osto e presunto militante del BRN fuggito dalla regione nel 2005.
I militari hanno chiesto alla famiglia Waemanor, senza fare proclami, di appellarsi alla sentenza, cosa che la famiglia ha rifiutato di fare perché non comprendono totalmente l’azione dello stato thai.
Alcuni nel movimento separatista suggeriscono che la decisione di non appellarsi era una mossa deliberata per usarla come strumento più grande per separare lo stato dalla popolazione malay musulmana. A giudicare dalla reazione della gente, fatta di sostegno e simpatia generalizzata, la strategia sembra abbia funzionato bene.
La confisca del collegio islamico Jihad Withya, che fa parte di una istituzione che ha forgiato la culla della civilizzazione islamica nel sudestasiatico, rafforza la nozione che lo stato thai non è mai stato equo verso i malay di Patani.
La sentenza della corte segnò una grande shock nella regione, presagio di ciò che il futuro potrebbe avere in serbo. Le autorità thai vedono i pondok come il centro del reclutamento e indottrinamento dell’attuale generazione di insorgenza.
La gente del posto hanno una differente considerazione e dicono che la narrativa culturale e storica di Patani è radicata nella loro società rendendo ingiusto prendere ad esempio una istituzione.
La parte thai ha detto chiaramente che l’incursione a Narathiwat è stata una violazione importante delle norme internazionali e umanitarie che richiede la più forte condanna dei militanti.
Non è questa la prima volta che i militanti separatisti hanno individuato istituzioni di salute. Nel maggio 2014 furono ferite gravemente tre persone con lo scoppio di una bomba nel parcheggio dell’ospedale di Khok Pho a Pattani che fece danni a 50 automezzi.
Eppure i militanti considerano gli sforzi attuali del militari di demonizzarli attraverso riferimenti ai principi umanitari come quel bue che dà del cornuto all’asino. La tattica disonesta delle forze di sicurezza nella gestione di dieci anni di conflitto nel meridione di lingua malay è ben documentata, come lo è la cultura dell’impunità del personale della sicurezza.
I militari thai sono criticati per posizionare le loro postazioni sul terreno dei templi e delle scuole, ponendo perciò monaci e bambini sulla linea del fuoco. Tali decisioni non solo violano le norme umanitarie internazionali ma sono anche fatte senza la consultazione della gente del posto.
Gli attacchi dell’insorgenza contro scuole e templi erano cose normali un decennio fa, ma ora accadono con minore frequenza, e solo in risposta per cose in cui i Thai sono ritenuti “aver oltrepassato la linea” e/o violato norme non scritte di ingaggio.
Fonti separatiste dicono che tanti militanti dietro i recenti attacchi erano coscienti che l’uso dell’ospedale come punto di lancio di un attacco ai rangers paramilitari era una violazione delle norme internazionali. Di conseguenza hanno fatto uno sforzo concertato per non mettere in pericolo la gente dentro l’ospedale.
Ma non hanno previsto che le forze thai avrebbero provato a trarre vantaggio dalla situazione fino al punto di radunare religiosi del posto per “una preghiera per la pace” nell’ospedale. Chi vive fuori della regione ha visto l’evento della preghiera come uno schiaffo in faccia all’insorgenza. Ma per chi vive qui sa bene che i religiosi hanno subito pressioni per adeguarsi e non rischiare di essere accusati di non voler cooperare.
Le affermazioni che una infermiera sarebbe stata legata sono state smentite dall’infermiera stessa, la quale ha detto ai giornalisti di aver capito subito che i militanti non erano lì per fare del male alla gente nell’ospedale.
La grande maggioranza dei militanti opera sotto il comando del BRN il cui comando continua a prendere le distanze dai dialoghi di pace tra stato thai e MARA Patani facilitati dalla Malesia.
Sebbene MARA Patani vanti di avere del militanti del BRN tra di loro, varie fonti e militanti escludono che il consiglio che comanda nel movimento sostenga l’iniziativa di pace.
L’incursione contro il campo paramilitare, posto molto vicino all’ospedale, era parte di una impennata di violenza dopo un anno di relativa calma.
Don Pathan, Patani Forum (www.pataniforum.com), nationmultimedia.com