Il pondok Jihad Witaya era una collegio islamico nel distretto Yaring di Pattani.
Fu chiusa dalle autorità thai perché ritenuta il terreno di addestramento per chi, nel 2004, lanciò un attacco contro un deposito di armi dei militari thailandesi.
Qualche tempo fa, una corte civile di Bangkok stabilì che si poteva confiscare il suolo dove era eretta la scuola, suscitando la rabbia popolare perché parte di quel suolo era un bene comune che non dovrebbe essere considerato come Proprietà dei terroristi.
La famiglia proprietaria di quel collegio ha deciso di riaprirlo su un pezzo di suolo poco distante dalla vecchia scuola ed ha lanciato un’iniziativa di raccolta di fondi inviando 40 mila inviti a tanti amici stranieri e thai per un tea party.
“Alcuni hanno detto di essere stati messi in guardia dalle autorità a non partecipare a questa festa.. poiché non sono molto contenti dell’entusiasmo che si è creato” ha detto Balyan Waemanor, un membro della famiglia proprietaria della Jihad Witaya ed amministratore della scuola, ad Achara Ashayagachat del Bangkok Post.
Il padre di Balyan Abduloh Waemanor era il direttore della scuola e sospetto membro del BRN, entrato in clandestinità nel 2005 per sfuggire all’arresto.
“Ma finora dalle reazioni che abbiamo sui media sociali la gente è molto contenta di venire” ha detto Balyan Waemanor.
Nonostante i familiari fossero stati invitati dalle autorità a fare appello sulla sentenza del tribunale, in quanto la proprietà del suolo era dei figli e non del padre, Balyan dice che non hanno accettato l’offerta:
“La nostra famiglia una una dignità. Accettiamo la decisione del tribunale e andiamo avanti nonostante il fatto che il suolo appartiene alla famiglia e non a mio padre” dice Balyan che non vuole commentare l’idea delle autorità secondo cui alcune azioni recenti dell’insorgenza, come l’attacco all’ospedale, siano stati fatti in relazione a questo sequestro che è visto da molti come un colpo al piede sparato da Bangkok. Quella sentenza dà in mano all’insorgenza un altro discorso in più contro la presenza di Bangkok nella regione.
Piuttosto, dice Balyan ad Achara Ashayagachat, lo scopo di questo tea party è di una raccolta di fondi per poter comprare il suolo, costruire un nuovo centro culturale ed aiutare a riabilitare una moschea.
Traduciamo da wartani.com qualcosa su questo collegio islamico Jihad Witaya:
“Da quando è scoppiata la violenza nel profondo meridione thai, Pondok è finito per essere una parte della situazione violenta. Particolarmente dopo la chiusura del Pondok Jiahad o anche Jihad Witaya da parte dei militari il 21 marzo 2015….
Dopo la chiusura della scuola lo stato e la società thai hanno creato l’idea che le istituzioni Pondok coltivino l’idea di minare la stabilità generale del paese. Invece le istituzioni Pondok sono centri culturali islamici di apprendimento nella comunità. Pondok e società musulmana sono come il sale ed il mare. La salinità dell’acqua di mare ha un valore protettivo che non causa la distruzione. Il pondok vuole sanare la società musulmana da vari vizi.
Pondok Jihad o Pondok Jihad Witaya fu costruita nel 1968 da Babo Heng, un maestro di religione allora. Quando si ritirò dal proprio lavoro di scuola, la gente gli chiese di aprire il pondok…. Di volta in volta il Pondok ha giocato un ruolo per risolvere problemi della comunità attraverso l’apprendimento della religione. Ecco il nome di Pondok Jihad che vuol dire “essere impegnati nello sviluppo e miglioramento di se stessi”. Non vuol dire lotta come è attualmente compreso nella società”
Traduciamo l’articolo di Achara Ashayagachat sull’evento del tea party.
In migliaia sostengono il ritorno della scuola islamica Jihad Withaya
Con una longa storia di collegio islamico, il pondok Jihad Withaya si erige come simbolo della resistenza musulmana a Bangkok insieme a Krue Se e Tak Bai.
Si dice sia stato un terreno di addestramento terrorista in connessione all’incursione contro una base dell’esercito nel 2004 che riaccese l’insorgenza meridionale.
I due ettari di terra che ospitavano la scuola furono sequestrati dalle autorità a dicembre infilando un altro cuneo nelle relazioni tra la comunità musulmana locale e il governo thai.
Ora Jihad Wittaya è diventato un altro cavallo di battaglia per l’insorgenza insieme a Krue Se, la moschea di Pattani dove 32 musulmani morirono in una pioggia di proiettili nel 2004, e Tak Bai dove 85 giovani musulmani rimasero soffocati sui cassoni dei camion militari dopo essere stati arrestati per una protesta e portati ad un campo militare.
I malay musulmani del posto non sono ancora pronti a lasciar morire questa questione. Ieri hanno tenuto a Khao Yam un tea party nel distretto di Yaring per far crescere la consapevolezza del collegio e l’importanza per la loro vita, poiché non vogliono tornare alla terra “sporcata”.
La famiglia proprietaria della scuola chiusa da ulla sentenza di un tribunale nel 2006 ha chiamato i cittadini delle province vicine ad unirsi al tea party e a sostenere le famiglie di Pattani che si sono opposte al sequestro ufficiale dello scorso anno della proprietà della scuola.
Migliaia di persone per lo più di Pattani si sono radunate in un grande campo polveroso di palma da cocco vicino al campo di calcio di Tha Dan. Decine di tende sono state messe su per vendere cose da mangiare e ricordare la storia del Pondok che fu creato 48 anni fa.
Gli organizzatori speravano di raccogliere un milione di baht, 25 mila euro, in questa manifestazione a favore della famiglia Waemanor che era proprietaria della Jiha Pondok.
Dopo quell’incursione nella base militare meridionale in cui morirono 4 soldati e furono rubate tantissime armi, la sicurezza disse che la scuola era un luogo di addestramento per il gruppo separatista BRN che opera attraverso la frontiera porosa con la Malesia. Il 15 dicembre del 2015 la corte civile decise secondo la legge contro il riciclaggio di confiscare i 2 ettari della scuola.
Il tea party di ieri è stata un’occasione rara nel meridione a causa della forte sicurezza, imposta con la legge marziale e il Decreto di emergenza, e a causa del divieto di raduno di oltre cinque persone imposto dalla giunta militare.
Per poter impedire alle persone di andare all’evento fu ordinato a 35 distretti di organizzare eventi non violenti alternativi.
Secondo Den Tohmeena, un vecchio politico che ha rappresentato la regione per tanto tempo, ha detto che l’impatto della chiusura della Jihad Witaya ha generato amarezza tra i musulmani del meridione al pari di Tak Bai o Krue Se. Era un peccato che ci fosse un contraccolpo alla chiusura della scuola, e che non c’era nulla che le autorità thai potevano fare per fermarla.
“Naturalmente la decisione della corte è stata assunta sulla base della documentazione e delle prove, sono state le autorità a prepararli, e loro devono essere ritenuti responsabili per questo altro elemento di divisione”.
Romuelah Saeyeh, moglie dell’attivista incarcerato in modo controverso Anwar Hayitah che sostiene il BRN, ha detto che c’è una similarità tra il problema di Anwar e la confisca della scuola.
“Anwar ha mandato un messaggio di solidarietà a Balyan condividendo la propria solidarietà con la famiglia” dice Romuelah che aggiunge come sia intrigante il fatto che in tanti sono venuti a questo evento, mentre si diffondevano dicerie di una repressione della sicurezza con conseguenze simili a Tak Bai.
Ahmad Hassan, presidente degli ex studenti della scuola, dice di aver provato un profondo segno di gratitudine verso il fondatore della scuola Bueraheng Jeh-Asae, che lo ha allevato come orfano. “Babo Heng era determinato a cambiare l’area verso una società devota e religiosa, ma alla fine fu ucciso nel 1979”.
Balyan Waemanor dice che la sua famiglia è stata presa di mira dal governo per tanti decenni. Suo nonno Bueraheng fu ucciso, suo padre è considerato un addestratore dell’insorgenza e suo fratello è stato anche ucciso.
“Non so se useremo il termine Jihad nel nuovo istituto. Ma almeno ora si dà un nuovo significato a jihad, come un modo di lottare pacificamente come mostrato da questo evento di oggi” ha detto Balyan.
Per Abdulgoha Awaebuteh, avvocato del Centro degli Avvocati Musulmani, le autorità non comprendono il legame tra la comunità e la scuola che è anche un centro spirituale.
Achara Ashayagachat, BangkokPost