In tanti hanno gioito in Cambogia quando Ouch Leng, avvocato dei diritti umani e militante, ha ricevuto il prestigioso Premio Goldman per l’Ambiente per le sue indagini nel commercio illegale del legname.
E’ un lavoro ammirevole svolto insieme alle comunità colpite dalla deforestazione e dall’appropriazione dei suoli, fenomeni legati alla distruzione delle foreste naturali cambogiane
Nel suo lavoro Ouch Leng ha provato a denunciare la corruzione che si nasconde nelle “Concessioni economiche dei suoli”
Ha creato Cambodia Human Rights Task Force che si prefigge di combattere la distruzione delle foreste naturali cambogiane ed il commercio illegale di legname prezioso.
Il comitato del Premio Goldman recita:
“Ouch ha lavorato sotto copertura per raccogliere le prove delle attività di diboscamento illegali fingendosi operaio, commerciante di legname, autista, turista, cuoco. Ha documentato le operazioni illegali dei magnati del legno cambogiano Try Pheap, svelando il modo in cui le Concessioni economiche dei suoli erano usate per dare una copertura al diboscamento illegale e denunciando la collusione criminale tra le compagnie del legname e i rappresentanti del governo a tutti i livelli”.
Al ricevimento del premio di 175 mila US$ Leng ha detto:
“Userò il premio in denaro per proteggere le foreste naturali cambogiane che restano con il lancio di nuovi meccanismi contro il commercio illegale, come mettere insieme persone per il governo con lo scopo di chiudere tutte le operazioni di taglio e imprese di trattamento del legno a livello nazionale. Questo è il primo stadio.”
Il premio a Leng è molto importante per l’attiva società civile cambogiana, per le sue numerose ONG ambientaliste e per i loro militanti, le cui vite sono a rischio nella guerra contro la deforestazione e il diboscamento illegale e le pratiche di corruzioni delle concessioni.
Molti altri come Leng non sono vissuti a lungo per essere premiati o riconosciuti per il loro lavoro. Come per tanti che mettono a rischio la propria vita, perdendola in alcuni casi, nella battaglia contro il traffico miliardario il caso di Chut Wutty è uno dei tanti.
Il suo nome divenne famoso nell’aprile 2012 quando fu assassinato durante uno dei suoi giri regolari per documentare e dare prova contro i diboscatori illegali. Fu ucciso dalle forze di sicurezza del governo e nessuno è stato mai portato in tribunale.
Le indagini dissero che chi aveva ucciso Chat Wutty era stato ucciso occasionalmente da un altro militare. Il tribunale assolse il militare sopravvissuto e chiuse il caso Wutty, nonostante le inconsistenze e le tante versioni su quanto accaduto realmente.
Leng in occasione del premio internazionale ha criticato il governo cambogiano per la sua complicità nelle atrocità e minacce contro i militanti verdi dicendo in una intervista:
“Il governo non è mai contento dei ranger delle foreste, di chi pattuglia, di chi vuole salvare le risorse naturali e chi si batte per i diritti umani. Tutte queste persone hanno sempre avuto minacce di morte” ha detto aggiungendo di essere stato lui stesso minacciato: “Ho paura di subire lo stesso destino di Chut Wutty, ma se non lo faccio io altri non vorranno farlo”.
Non è neanche una coincidenza che Leng abbia citato Chut Wutty in occasione della presentazione del documentario “Sono Chut Wutty”. Sarebbe dovuto essere proiettato al Meta House centro culturale di Phnom Penh, in occasione dell’anniversario della morte di Chut Wutty, il 26 aprile, ma è stato vietato dalle autorità cambogiane.
Il proprietario della Meta House ha ricevuto una lettera del Ministero della Cultura in cui si affermava che la proiezione del documentario era illegale perché non era stata ricevuta dal ministero alcuna richiesta di permesso. La proiezione è stata perciò cancellata.
Quello che ne è seguito alla cancellazione ha convinto molti che l’intervento del ministero aveva una valenza politica e che il governo cambogiano del Partito Popolare Cambogiano non aveva alcun desiderio di permettere un dibattito critico o un documentario sui militanti uccisi. In un primo tempo Sin Chan Saya, direttore del dipartimento del Cinema aveva affermato la mancanza di permessi come motivazione del divieto. Il gestore di Meta House afferma che il documentario era stato già proiettato nel dicembre 2014 senza alcun permesso e senza l’opposizione di nessuno.
Chan Saya ha quindi fatto notare un regolamento che chiede che i film da proiettare in pubblico debbano essere rivisti dal governo.
Il centro Meta House ha obiettato ancora affermando che il suo accordo con le autorità richiedeva la visone preventiva da parte del governo solo quando le autorità lo richiedevano.
Per il governo questa censura serve al “bisogno di proteggere i giovani e a proteggere l’armonia religiosa e gli interessi nazionali”.
Il regista del film Fran Lambrick ha sottoposto il film alla visione preventiva presso il dipartimento del cinema. Ha detto: “Due rappresentanti dei gruppi umani hanno fatto visita al ministero e hanno saputo che il film era illegale. Il direttore del dipartimento ha detto di aver ricevuto il film ma non ha voluto vederlo. Ha detto che era troppo tardi e il film è già illegale”.
Quando le è stato chiesto cosa fosse Illegale nel film sull’omicidio più violento del militante più famoso, Lambrick ha detto:
“Per me è senza senso, il film può essere vietato ma potrebbe essere visto privatamente. Non ha senso dire che un film è illegale, come non lo è per una persona illegale. Puoi solo dire che la proiezione è illegale. Sembra che il ministero della cultura non sembra di certo considerare come sia importante e di ispirazione questa storia per la Cambogia, vedere il film e far rivivere il ricordo di Chut Wutty. Comunque la gente la pensa diversamente”.
E questo di certo è vero. Dopo il divieto del governo c’è stato una forte opposizione in Cambogia ed all’estero con grande diffusione sui media e media sociali internazionali. Attualmente il film è stato trasformato e mostrato sui social media in lingua khmer. La parte quarta ha ricevuto 150 mila visioni nelle prime 24 ore dopo il rilascio online.
Se il governo cambogiano ha voluto impedire alla gente di vedere il film, sembra che il divieto ha avuto proprio l’effetto contrario sul film che guadagna consensi a livello internazionale.
Sono stati organizzate varie proiezioni in Islanda, Guinea Bissau, Oxford, Bangkok e New York oltr alle proiezioni private a Phnom Penh.
“Voglio vedere la gente vivere liberamente, con la propria cultura, tradizioni, poter perseguire il proprio stile di vita” disse una volta Chut Wutty in una delle citazioni maggiori del film sulla vita e morte del militante cambogiano. Questo suo sogno sembra continuare a vivere nel film di Lambrick contro tutte le pressioni e censure delle autorità che vogliono solo salvare la faccia del governo cambogiano.
Questo divieto però rischia di non essere l’ultimo tentativo contro il film e la regista.
“Mi hanno fatto saper che potei essere espulsa” ha detto Lambrick. “Non sono preoccupata perché credo sia un grosso errore da parte loro”
La sua espulsione non sarebbe la prima per uno straniero che osa criticare il governo per le sue attività ambientali. Un militante spagnolo e fondatore di Mother Nature, Alex Gonzales-Davidson, fu cacciato lo scorso anno dalla Cambogia con la promessa che non gli sarebbe più potuto permetter di ritornare.
Lambrick sarà certamente sotto gli occhi delle autorità per un certo futuro. Oltre al film che rende onore a Chut Wutty, la regista la lanciato Not1More, N1M, una campagna globale per il sostegno e protezione dei militanti ambientalisti la cui vita è in pericolo.
Uno dei primi attivisti a ricevere il sostegno e protezione da N1M in Cambogia è proprio Ouch Leng, che è consigliere fondatore della N1M, “per essere stato continuamente minacciato dai diboscatori, dalla polizia e dai criminali” dice la N1M.
Uno dei paesi più pericolosi al mondo dove essere militante ambientalista
I militanti ambientalisti cambogiani sono tra i più vulnerabili al mondo con le tante minacce di violenza, morte e tante altre forme di intimidazione da parte dello stato, dei diboscatori della mafia del legname. “A livello globale ogni settimana sono uccisi due militanti ambientalisti nel mondo. La Cambogia è uno dei paesi più pericolosi per essere un militante ambientalista” ha dichiarato Lambrick.
N1M lancerà una campagna per il rilascio di tre militanti di Mother Nature arrestati, San Mala, Try Sovikea and Sim Somnang, che si trovano in condizioni orribili in carcere, “sulla base di accuse fabbricate a causa del loro lavoro per proteggere le foreste di mangrovie dalle attività di estrazione della sabbia”.
Quando fu chiesto al compianto Chut Wutty perché si prendeva questo rischio di pattugliare nelle foreste e indagare sul diboscamento illegale per conto delle comunità, lui disse: “Se non lo faccio io questo, nessuno lo vorrà fare, la gente ha troppo paura.”
Forse è stata la sua morte violenta o la grande eredità del suo lavoro ad aver inspirato tanti cambogiani a prendersi cura del destino delle foreste del Regno. Le comunità portano ora avanti pattugliamenti propri contro i diboscatori illegali invece di dipendere dai ranger, sotto pagati e sotto dimensionati o dai rappresentanti del governo che sono spesso corrotti.
Come crescono i pattugliamenti così cresce la violenza. Lo scorso mese Phon Sopheak della comunità di Prey Lang è stato attaccato con un machete mentre dormiva nel suo pattugliamento della foresta di Prey Lang. Non è il solo attivista e membro della comunità. Alla fine dello scorso anno due ranger della foresta furono uccisi a Preah Vihear.
Il governo cambogiano ha solo di recente mostrato un qualche impegno nella lotta al diboscamento illegale e alla deforestazione. Hun Sen ha detto esplicitamente che gli elicotteri dell’esercito avrebbe lanciato i missili contro i diboscatori illegali per allontanarli. E il governo ha fatto dei passi per trasformare le foreste di Prey Lang ed altre in aree protette.
Ma in tanti hanno più di un dubbio verso queste affermazioni pubbliche. In un’intervista sui media khmer Ouch Leng ha detto: “un messaggio alla comunità internazionale sui propri sforzi di prendersi cura delle foreste per poter ottenere più voti. Ma attorno a Hun Sen la gente fa ancora commercio illegale di legname”
Non solo non è stato fatto nulla negli ultimi due decenni contro la deforestazione, ma spesso è usata la via legale delle Concessioni Economiche di suoli nella deforestazione, come le indagini di Leng suggeriscono.
Mentre il governo ha fermato temporaneamente le concessioni, deve essere fatto ancora molto. Leng ha chiesto alla comunità internazionale di porre restrizioni all’acquisto di legname dal Vietnam e dalla Cina dove il legname cambogiano è per lo più esportato. Al governo cambogiano ha chiesto di bloccare le licenze di esportazione di legname pregiato.