Indonesia e Filippine stanno rafforzando la sicurezza lungo le frontiere con le Filippine meridionali, mentre un rappresentante indonesiano ha messo in guardia sulla possibilità che l’area diventi la nuova Somalia dopo i recenti casi di rapimenti in mare.
Le compagnie che portano via mare il carbone dal Calimantano verso le Filippine sono state costrette a sospendere gli invii o a cambiare rotta dopo il rapimento in mare di 14 indonesiani. Il gruppo di Abu Sayaff che ha giurato fedeltà all’ISIS dalla sua base nelle Filippine meridionali, chiede un milione di dollari come riscatto per i dieci indonesiani.
La Malesia che ha visto 4 suoi connazionali rapiti ha stanziato quasi 13 milioni di dollari per la sicurezza nel suo stato più orientale di Sabah per contenere il crimine transfrontaliero lì presente.
La polizia reale malese sta lavorando a basi operative sulle isole in una zona speciale di sicurezza, appena fuori la costa “per anticipare una futura minaccia nelle acque di Sabah”.
Dopo l’incursione di una banda di militanti fedeli al sultanato di Sulu che reclama il territorio di Sabah, la Malesia aveva disegnato l’area del Comando di sicurezza di Sabah Orientale, ESSCOM.
Nel frattempo l’Indonesia ha invitato i ministri stranieri e gli ufficiali della difesa filippini e malesi a Giacarta il 3 maggio per discuere come assicurare le rotte di commercio in mare tra i tre paesi.
“L’agenda sarà di poter pattugliare insieme l’area” ha detto Luhut Binsar Panjaitan ai giornalisti. “Non vogliamo che questa zona diventi una nuova Somalia” riferendosi al Corno d’Africa i cui pirati tra il 2005 e il 2011 hanno raccolto milioni di dollari in riscatti.
Luhut ha anche detto che la compagnia di navigazione aveva accettato di pagare il riscatto per i dieci marinai indonesiani che sono stati liberati il 1 maggio.
Ci sono altri 4 indonesiani sequestrati di cui le autorità malesi non sanno bene chi siano i rapitori, se Abu Sayaff come affermato di chi è riuscito a scappare o altri.
Il portavoce della Ptria Maritim Lines ha detto che la compagnia aveva sospeso gli invii di carbone stante la sicurezza vicino alle isole di Tawi Tawi dove sono avvenuti i rapimenti. “Anche se un’altra compagnia ci richiede di inviare carbone nelle Filippine, rifiuteremo per ora”.
La Kideci Jya Agung di Paser nel Calimantano occidentale ha detto che è stata costretta a cambiare rotta per evitare la pirateria nelle acque di Tawi Tawi. “Abbiamo cambiato la rotta di distribuzione per le navi che portano carbone nelle Filippine. Usiamo il mare di Giava e lo stretto di Makassar per raggiungere le Filippine”.
Il ministro degli esteri filippino Almendras ha assicurato il collega malese che il paese sta prendendo le misure necessarie per assicurare la minaccia di 4 marinai malesi rapiti il 1 aprile.
I nuovi posti di sicurezza previsti dall’ESSCOM appena fuori della costa di Sabah saranno gestiti da polizia della Marina, forze speciali e membri dell’aviazione.
Dal giorno 11 aprile è stata attivata l’isola di Mabul e presto sarà attivata quella a Bangi, mentre il ministro della difesa ha annunciato l’uso di elicotteri per la fine del 2016.
“Polizia malese e sicurezza indonesiana devono lavorare assieme per torovare modi di un’azione coordinata. Siamo pronti a partecipare ad azioni delle parti coinvolte anche nell’assistenza contro i rapimenti.” ha detto il ministro malese