Filippine e Indonesia hanno relazioni diplomatiche amichevoli ed hanno varie questioni in comune. Dewi Fortuna Anwar del Habibie Centre discute con il sito di notizie The Rappler alcune di queste questioni.
La prima questione è quella degli indonesiani sequestrati da Abu Sayaff. Attualmente sono dieci gli indonesiani presi in ostaggio dal gruppo di Abu Sayaff per i quali l’Indonesia chiede la liberazione invitando il governo filippino a mettere in sicurezza il mare prospiciente l’isola di Sulu e Tawi Tawi dove i dieci indonesiani sono stati sequestrati dalle navi che portano carbone indonesiano nelle Filippine. Come sostiene Anwar “Le famiglie sono molto preoccupate ed è una faccenda che ha ricevuto molta attenzione e che pone molta pressione sul governo.”
Se le Filippine dicono che possono liberare gli ostaggi con le proprie forze, è importante discutere i passi che le Filippine faranno per assicurare che tutti gli ostaggi sono salvi..” In alternativa se le Filippine accettano l’offerta indonesiana di un invio di forze di sicurezza per salvare gli ostaggi, si devono appianare alcuni dettagli. L’Indonesia si è detta pronta ad aiutare le Filippine nel caso fossero d’accordo, ma è necessario un invito ufficiale da parte del governo filippino”
La seconda questione, legata per altro a questa vicenda è la sicurezza nel mare di Sulu.
I due capi di stato, Duterte e Jokowi, devono affrontare come meglio controllare il mare di Sulu dove operano le milizie di Abu Sayaff e non solo.
“Persino dopo l’incontro tra Malesia, Indonesia e Filippine e gli incontri sui pattugliamenti coordinati, i rapimenti di Abu Sayaff hanno continuato a prendere di mira gli indonesiani. E’ inaccettabile. Bisogna assicurarsi che l’azione preventiva sia efficace. Le Filippine devono fare di più per eliminare Abu Sayaff ma abbiamo anche bisogno di una partecipazione più stretta alla sicurezza marittima.”
Quest’anno sono stati rapiti 24 marinai indonesiani e alcuni malesi mentre lavoravano sulla arteria marittima vitale. I tre paesi a maggio hanno lanciato pattugliamenti coordinati che però non sono serviti finora a bloccare i rapimenti. Il presidente Rodrigo Duterte ha proclamato una situazione di emergenza promettendo di distruggere Abu Sayaff.
Terza questione è la guerra alla droga e Mary Jane Veloso, la donna filippina condannata a morte per spaccio e poi rilasciata nelle Filippine.
Sia Jokowi che Duterte affermano che i loro paesi soffrono per la diffusione della droga a cui hanno dichiarato guerra. Entrambi sono molto criticati per le posizioni assunte: i quasi 3000 morti degli omicidi extragiudiziali di Duterte e le condanne a morte di Jokowi.
Ma Duterte ha detto che chiederà a Jokowi di liberare la Veloso nel modo più cortese e rispettoso possibile, disposto anche ad accettare che la sua richiesta sia rigettata. “Per la semplice ragione che non dubito del sistema giuridico indonesiano”.
Quarta questione è il governo della legge nel mare cinese meridionale, dove la presenza sempre più asseriva della Cina fa discutere tutti i capi di stato. La Cina vanta dei diritti di sovranità su quasi tutto il Mare Cinese Meridionale dove transitano circa 5 milioni di milioni di dollari ogni anno. Il verdetto arbitrale del tribunale dell’UNCLOS ha rigettato questa richiesta perché non ha basi legali condannando anche la costruzione di isole artificiali in acque che sono zona economica esclusiva filippina. E’ un verdetto che Pechino vuole ignorare.
Secondo Anwar del Habibie Center i due paesi discuteranno “come Indonesia e Filippine e tutti gli altri paesi dell’ASEAN possono rafforzare la cooperazione e i pilastri politici e della sicurezza dell’ASEAN. Siamo molto preoccupati delle chiare divisioni dentro l’ASEAN che potrebbero portare i paesi ad essere messi l’uno contro l’altro, usati dagli interessi in competizione delle superpotenze.”
I paesi che hanno rivendicazioni territoriali opposte alla Cina sono Vietnam, Filippine, Brunei e Malesia. La maggioranza dei paesi dell’ASEAN avrebbero voluto fare pressioni sulla Cina per la sua campagna di reclamo di suolo e di costruzione di isole artificiali nelle acque strategiche. La Cina però è stata accusata di spingere Cambogia e Laos, i paesi poveri dell’ASEAN, a rischiare di rompere l’unità regionale con la promessa di aiuto e commercio.
Anwar sostiene l’importanza che i paesi si accordano a sostenere la legge internazionale e a spingere per un codice di condotta in mare.
“Non parteggiamo sulla sovranità su quelle isole. E’ una faccenda degli stati reclamanti ma siamo fortemente preoccupati perché siamo un arcipelago, su cosa avviene negli stati vicini e sulle conseguenze per l’Indonesia e l’ASEAN.
La quinta questione è la cooperazione economica, considerato anche l’inizio della Comunità economica dell’ASEAN e che entrambi i paesi aspirano a sviluppare le rispettive economie.
“Indonesia e Filippine dovrebbero ravvivare la cooperazione nelle Sulawesi, Calimantano e Filippine Meridionali” e dare a queste aree forte enfasi sulla connessione per poter sviluppare le economie.
“Ha senso sia economicamente che politicamente. Una debolezza delle Filippine è nel suo meridione. Se esiste una maggiore cooperazione in queste aree di frontiera migliorerà il benessere della gente e la coesione della sicurezza in quell’area”.
Natasha Gutierrez, TheRappler