“Abbiamo espresso la grave preoccupazione sulla situazione dei nostri mari. Siamo d’accordo ad accrescere le misure congiunte per affrontare la pirateria e l’ingovernabilità dei mari nella nostra regione” ha detto Duterte in una dichiarazione congiunta dopo che nell’incontro Duterte ha sottolineato la necessità di combattere la pirateria in alto mare tra Filippine, Malesia e Indonesia. Secondo Duterte le regole internazionale in mare aperto ammettono l’arresto di un pirata di qualunque nazione perché la pirateria è un crimine contro l’umanità. Citando il problema di Abu Sayaff la cui politica è fatta di pirateria e di decapitazione degli ostaggi, dice: “Abu Sayaff dice pubblicamente che sono con lo stato islamico e questo li rende particolarmente terribili. Dobbiamo fare qualcosa su questa cosa… anche nelle Filippine non sono ammessi, ecco perché dico che se ci sono squali attorno e li buttiamo agli squali. Buoni anche il sashimi.”
Duterte ha sottolineato di nuovo come l’incontro ha dato molti frutti, come la discussione per rafforzare la cooperazione bilaterale e l’individuazione di due nuove aree dalla sicurezza in mare all’applicazione della legge.
“Abbiamo sottoscritto di incoraggiare l’efficace e veloce implementazione del quadro cooperativo per affrontare le questioni di sicurezza marittima che sono di comune preoccupazione. Si sottoscrive l’impegno a prendere tutte le misure necessarie per assicurare per la sicurezza nel mare di Sulu e nelle aree comuni di preoccupazione.
Sembrerebbe che si dà praticamente via libera alle forze di sicurezza indonesiane a inseguire e neutralizzare Abu Sayaff in mare anche nelle acque territoriali filippine.
Parlando alla comunità filippina in Indonesia ha ripetuto il suo impegno a sopprimere le droghe affinché possiate camminare per le strade liberi dalla paura di essere perseguitati da orde di drogati…Diritti umani, continuerò la campagna contro i criminali per i quali non ho alcuna pietà.”
Sulla vicenda tragica di Mary Jane Veloso, la cui condanna a morte è stata sospesa da Widodo e per la quale sembra che Duterte ha speso qualche parola, Duterte ha semplicemente detto: “Non è per l’uso e consumo pubblico”.
Da notare la dichiarazione del vicepresidente indonesiano Jusuf Kalla che definisce un’ironia il fatto che Duterte chieda la clemenza per Mary Jane Veloso dalla condanna a morte quando lui conduce una guerra contro le droghe nel suo paese. “Credo sia un po’ ironico che Duterte pubblicamente dica che ucciderà migliaia di persone coinvolte nella droga” ha detto Jusuf Kalla. D’altronde sarebbe anche controproducente dopo che la donna è stata dichiarata colpevole e condannata.
Di fronte alle liste di prescrizione di politici, giudici, personalità del mondo degli affari, coinvolti nel traffico di droga, di fronte all’attacco sistematico contro la De Lima con prove artefatte e maldicenze varie, di fronte a 3000 esecuzioni per droga, l’unica cosa che non è di consumo pubblico è se ha chiesto la grazia di Mary Jane Veloso.
Mary Jane Veloso deve essere salvata, deve ricevere un’altra possibilità, non deve cadere sull’altare della guerra alla droga, ma insieme a lei tutti quanti devono avere la seconda possibilità.
Sul versante indonesiano si sottolinea che tra i due paesi si possa verificare o si stia lavorando ad un baratto.
A Manila sono stati fermati ed arrestati circa 700 indonesiani con passaporto falso filippino diretti al pellegrinaggio alla Mecca. Il ministro della giustizia e dei diritti umani ha sostenuto che il presidente Duterte potrebbe facilitare il loro rientro in Indonesia in cambio di una grazia alla Mary Jane Veloso che non è stata inclusa nel terzo giro di esecuzioni tenutisi a fine agosto.
Si è aggiunto inoltre che Giacarta deve qualcosa a Manila, o a Duterte in particolare, per il rilascio dei marinai indonesiani sequestrati a Sulu detenuti da Abu Sayaff.
Di qui allora la domanda se questa lotta sanguinosa alla droga, a Manila come a Giacarta non sia solo uno strumento politico.