Nella giornata internazionale della pace le autorità thailandesi del profondo meridione hanno cancellato un evento di discussione sulla pace che si doveva tenere presso la moschea di Krue Se perché è una minaccia alla sicurezza nazionale
La moschea di Krue Se nel 2004 vide l’attacco dei militari thailandesi contro la moschea dove si erano rifugiati 32 militanti separatisti. Nessuno ne uscì vivo da quell’attacco. La moschea da allora è diventata un’icona della libertà e della pace nell’inquieto meridione thailandese.
Il 21 settembre si erano radunate 500 persone per partecipare ad seminario tenuto dalla Rete della Società Civile, prima autorizzato ma poi sospeso dai militari thailandesi.
Arifuen So, presidente della federazione degli studenti di Pattani, PERMAS, era uno degli organizzatori e ha detto al Prachatai:
“Ieri 20 settembre un rappresentante locale mi ha convocato e detto che non era più permesso di tenere il seminario. Il profondo meridione è nella fase di costruzione della pace ma quando la gente vuole tenere forum pubblici le autorità li considerano minacce alla sicurezza nazionale”
Un altro organizzatore Tuwaedaniya Tuwaemaengae ha detto: “Se lo stato si sente sospettoso della gente, la pace è solo un’illusione”
Riportiamo un editoriale del Thenationmultimedia su questo evento mancato:
Perché la pace è un trattata come un argomento tabù?
L’aver costretto a cancellare l’evento a Pattani le pone le autorità in una cattiva luce.
Di tutti i posti dove è più grande il bisogno di discutere di pace era il meridione thailandese distrutto dall’insorgenza, dove però le autorità hanno vietato tale discussione.
La scorsa settimana gli ufficiali di distretto della provincia di Pattani hanno detto ai giovani militanti e guide del movimento che non erano autorizzati ad ospitare l’evento della Giornata Internazionale della pace, nonostante aver già ottenuto il permesso dalle giuste autorità.
E’ stato un tipica dietrofront impulsivo dei militari che non hanno avuto il coraggio di presentarsi e confrontarsi con questi giovani, preferendo inviare invece rappresentanti locali eletti del villaggio alla moschea storica di Krue Se, dove si doveva tenere l’evento, per informare gli studenti che dovevano cancellare l’evento.
La manifestazione organizzata dalla Rete della Società Civile, Kor Por Sor, è stata interrotta alcune ore dopo l’inizio ed i partecipanti dopo qualche tempo hanno deciso di sciogliersi, non senza un vivace scambio di parole infuocate tra le due parti.
Prima di sciogliersi gli organizzatori dell’evento decidevano di leggere delle dichiarazioni. Quando Tuwaedaniya Tuwaemaengae, della ONG LEMPAR, ha provato a legger la protesta verso l’ordine di scioglimento, un rappresentante locale è intervenuto dicendo ddi chiudere l’evento immediatamente.
“La pace vera porta con sé l’onore che si connette alla gente. Se lo stato si sente sospettoso della gente, la pace è solo un’illusione” ha detto Tuwaedaniya all’ufficiale civile che stava per strappargli il microfono.
Arifuen So, presidente del PERMAS, ha detto che le autorità lo hanno informato che il governo attualmente è coinvolto nel processo di costruzione della pace e che l’evento Kor Por Sor era inteso come una minaccia alla sicurezza nazionale.
Non è stata data alcun’altra spiegazione ma non è difficile vedere l’ironia di tutto ciò. Il governo costantemente ha chiesto la voce della gente e la partecipazione della società civile e delle organizzazioni di base.
Chiaramente però il governo ascolta solo le organizzazioni che parlano del bene che le agenzie governative fanno e di come i soldi delle tasse sono spese bene.
Il governo non sembra comprendere quanto possa essere dannosa la loro azione nel rapportarsi alla società civile, a Bangkok e nel profondo meridione dove quasi 7000 persone sono state uccise dalla violenza legata all’insorgenza dal gennaio 2004.
La chiusura di un evento dedicato alla pace getta una cattiva luce sulla Thailandia agli occhi del mondo, ed il paese ha già un problema di immagine. Due colpi di stato in un decennio, per non parlare della cultura dell’impunità nel profondo meridione dove nessuno del governo è stato mai accusato di malefatte nonostante gli abusi e le violazioni.
Sicurezza nazionale è diventata una parola gonfia di boria, usata come scusa dalle agenzie della sicurezza che vogliono controllare tutti gli aspetti della società, compreso il discorso e la discussione sulla pace e sul conflitto.
Non sembrano capire, tristemente, che mettendo il bavaglio alla gente del posto e negando il loro discorso, rendono solo peggio le cose. Non solo le loro azioni li allontanano dalle persone che vorrebbero conquistare nel cuore e nella mente, essi finiscono per favorie il programma dell’insorgenza che devono solo indicare il comportamento delle autorità per giustificare la loro lotta armata.
Se le autorità fossero sveglie, si sarebbero sedute insieme alla gente del Kor Por Sor ed avrebbero ascoltato quello che hanno da dire. Ma sarebbe come chiedere ad un orso nella foresta di tirare lo sciacquone.