Sull’industria globale del nichel comincia a scendere incertezza da quando le Filippine, il paese maggiore esportatore di Nichel, hanno sospeso 20 miniere perché non rispettavano i regolamenti ambientali.
Allo stesso tempo l’Indonesia, anch’essa gran produttore di Nichel, prova a cambiare la sua politica di esportazione del minerale crudo.
Le Filippine nel 2015 producevano 530 mila tonnellate di nichel mentre l’Indonesia solo 170 mila. Il presidente Duterte e il ministro dell’ambiente Regina Lopez hanno cominciato a sospendere quelle estrazioni minerarie che non soddisfano ai regolamenti ambientali. Finora sono dieci le imprese già fermate ed altre venti si apprestano ad essere sospese, se non riescono ad apporre quei cambiamenti richieste dalle autorità.
L’Indonesia, che un tempo era il maggior produttore ma ora è solo al sesto posto, ha imposto un divieto di esportazione al minerale grezzo che ha portato ad un balzo dei prezzi del 50% sulla borsa dei metalli di Londra fino ad oltre 21625 dollari la tonnellata per poi scendere a 7550 all’inizio di quest’anno quando si è capito che c’era nichel da altre parti.
Il divieto del minerale grezzo vuole incoraggiare di imprese di trattamento in Indonesia stesso che estraggano il metallo dal minerale grezzo e poter esportare a prezzi maggiori. Finora l’Indonesia ha perso miliardi di dollari per introiti mancati.
Si prevedeva che sarebbero entrati nel paese 18 miliardi di dollari di investimento estero per la costruzione degli impianti, ma finora sono entrati solo 12 miliardi, solo 7 su 27 progetti stanno arrivando a completamento negli scorsi quattro anni, gli altri sono appena alla metà.
Nel frattempo si dice che l’Indonesia per alleggerire il danno sopportato dall’industria sia pronta ad incentivi che favoriscano investimenti per gli operatori dell’industria estrattiva.
Secondo la Reuters l’Indonesia nel 2017 allenteranno i divieti sull’esportazione di prodotto grezzo per nichel, bauxite, rame e zinco nella revisione della legge mineraria del 2009 che impose il divieto.
L’emendamento più sicuro riguarderebbe gli operatori del nichel e della bauxite che si sono impegnati a costruire la trasformazione dei minerali ai quali sarà permesso di esportare minerale grezzo fino a 15 milioni di tonnellate per il 2017. E’ un cambio che il ministero Teguh Pamudji considera il solo modo per completare gli impianti già iniziati. Agli altri che estraggono rame, zinco, piombo e manganese sarà permesso di esportare fino al 2022 i concentrati, se stanno costruendo gli impianti.
C’è comunque la paura che questa politica all’indonesiana potrebbe ancora una volta creare caos sui mercati e la catena di rifornimento del nichel e minare chi invece si è affrettato ad adeguarsi alla politica.
Secondo Jonatan Handojo della IGSG ogni cambio di politica può mettere in pericolo gli investimenti già impegnati specialmente mentre piano piano salgono le produzioni indonesiane di nichel. La fama dell’Indonesia per fare svolte di politiche industriali attacca la fiducia degli investitori, ma il ministero questa volta afferma che il paese cerca una politica consistente di continuità.
Secondo il ministro non si parla di allentamento del divieto di esportazione di nichel. “Cerchiamo incentivi per accelerare le attività economiche nel nichel e nella bauxite.”
Per un gruppo cinese indonesiano che ha già costruito impianti di trasformazione, un cambio di politica del governo potrebbe essere estremamente negativo. Un rilassamento nel divieto e un maggiore esportazione di minerale grezzo potrebbe portare a prezzi in discesa. “Abbiamo già portato nel paese 6 miliardi di dollari, tre centri sono stati costruiti, centrali elettriche ed un porto. Non c’è modo che ce lo possiamo riprendere” dice Alexander Barus della TGB.
Secondo Barus la sua impresa perde circa 2000 dollari per ogni tonnellata che invia. “Se il nichel si riprende oltre i 10mila dollari a tonnellata, si potrà pensare ad altri centri di trasformazione, ma è molto improbabile”
L’associazione delle imprese di trattamento del metallo, ISMPA, la produzione di nichel in Indonesia potrebbe salire del 36% fino a raggiungere 363 mila tonnellate per il 2017.
Mentre l’industria del Nichel in Indonesia prevede abbassamenti dei prezzi per un possibile cambiamento di politica, nelle Filippine l’incertezza è sulla possibilità o meno di operare di fronte alle possibili sospensioni.
Delle 20 imprese sotto sospensione, 18 estraggono nichel ed hanno sette giorni per spiegare le violazioni commesse e le soluzioni proposte, prima di una decisione finale sui loro permessi. Se tutte dovessero essere sospese, ne rimarrebbero 11 ad essere operative con un taglio del 55% della produzione annua.
La paura, l’incertezza ed il dubbio hanno già un primo effetto. La Agata Mining Ventures, AMV, compagnia canadese filippina ha fermato una loro offerta pubblica iniziale dopo che la loro miniera di Mindanao era stata sospesa per violazione dei regolamenti ambientali, citando a supporto le condizioni volatile del mercato.
Jessica Tana, AECNEWSTODAY.COM