Le politiche neoliberiste di Duterte sono sempre quelle dei governi precedenti e tutte finora hanno portato ad una crescita economica stellare senza però tradursi in un’altrettatno stellare riduzione della povertà, ma in una modesta crescita dell’occupazione.
La proposta del NDF, che sotto viene riassunta in un articolo di Teddy Casino,è radicalmente all’opposto e difficilmente conciliabile con quella di Duterte, anche se esponenti vicino a NDF sono presenti nel governo Duterte.
Dopo 50 anni di guerra, sarebbe opportuno che si deponessero le armi e si accettasse lo scontro democratico da un lato, ma anche che lo stato garantisca una vita decente e libera da oppressione per tutti.
Difficile dire cosa ne uscirà e quanto tempo ci vorrà. Nel frattempo si spera che almeno si possa raggiungere un cessate il fuoco bilaterale che sostituisca quello unilaterale dichiarato da governo e NDF per aprire la strada alla pace nelle Filippine.
La sostanza della questione: riforme economiche ed esiti sperati
Alla fine di questo mese, il governo Filippino e NDF, Fronte Nazionale Democratico delle Filippine, inizieranno il loro terzo giro di colloqui con l’amministrazione Duterte. Il punto fondamentale di questa agenda è il secondo accordo di sostanza sulle riforme sociali ed economiche, CASER.
Fidel Agcaoli, presidente del gruppo di pace del NDF, ha definito questo incontro come “cruciale” per il processo di pace.
La risoluzione infatti dei problemi antichi della povertà cronica, della grassa ineguaglianza e del sottosviluppo sono al cuore della rivoluzione comunista che dura da 48 anni. Un accordo che affronti queste questioni sarà un accordo che forgerà tutti gli accordi passati e futuri: sarà la chiave per risolvere il conflitto armato.
In questo giro, il peso della proposte di soluzioni alternative alla miriade di problemi del paese e ai problemi economici ricade sul NDF. Dopo tutto sono quelli che lottano per le riforme radicali sociali ed economiche fino al punto di prendere le armi contro il governo. Più che fornire una critica alle politiche economiche del passato ed esistenti, ci si attende che NDF presenti un insieme di riforme concrete e fattibili che porteranno verso un sistema economico del paese prospero e giusto.
La proposta robusta del NDF
Uno sguardo all’accordo bozza del NDF punta a questo sforzo. E’ davvero un documento comprensivo di 84 pagine dense, che coprono tutti gli aspetti della economia. Si compone di un preambolo e sei parti principali, delle quali le più importanti sono la parte III su “Sviluppare l’economia nazionale”, la parte IV “Sostenere i diritti del popolo” e la parte V “Sovranità economica per lo sviluppo nazionale”.
Il documento disegna una valutazione dura della situazione socioeconomica attuale, addebita i problemi sempre più seri del sottosviluppo, della povertà delle masse e della ineguaglianza sociale al quadro economico neoliberista degli ultimi quarantanni, proponendo un modello di sviluppo radicalmente differente, nazionalista e socialista, da essere perseguito da entrambe le parti.
Tra le riforme principali proposte dal NDF ci sono:
Una riforma agraria e programmi di sviluppo rurale sulle premesse di una distribuzione libera della terra, del cooperativismo, della meccanizzazione delle aziende e lo sviluppo di industrie agricole rurali.
Un programma filippino di prima industrializzazione basato sull’agricoltura ma diretto verso la costruzione di industrie pesanti con industrie leggere come ponti. Il programma include piani sulle industrie strategiche da nazionalizzare, sull’integrazione dello sviluppo regionale e settoriale, sullo sviluppo di una scienza e tecnologie industriali locali, sullo sviluppo dei finanziamento, e persino la partecipazione della Nuova Armata Popolare, NPA, e delle organizzazioni di massa allo sviluppo industriale.
Politica di protezione dell’ambiente che restringa pesantemente l’estrazione mineraria in vasta scala e l’estrazione della ricchezza marina, che proibisca l’esportazione del legname, che vieti i brevetti sulla vita ed assicuri la vasta partecipazione delle comunità locali nella protezione e gestione ecologica .
Una politica rigorosa e completa di protezione dei diritti sociali ed economici dei lavoratori e di settori vulnerabili come contadini, lavoratori agricoli, pescatori, lavoratori emigrati, LGBT, vecchi bambini e disabili. Questo include anche le garanzie per i diritti ai servizi fondamentali e utilità come servizi sociali, educazione, salute, casa, acqua, energia, trasporto di massa, gestione dei rifiuti e preparazione e risposta al disastro.
Politiche per promuovere la cultura filippina, la sua arte e letteratura, sostegno ai diritti degli educatori, artisti e lavoratori della cultura.
Maggiori garanzie per i diritti delle minoranze alla loro terra e alla loro cultura, tra i quali il diritto alla autodeterminazione, allo sviluppo economico e alla non discriminazione.
Un intero insieme di riforme sul commercio ed investimenti come pure sulla finanza, sulle politiche fiscali e monetarie mirate a porre fine alle relazioni di commercio coloniali del paese e a stabilire un’economia relativamente indipendente ed autonoma. Queste includono il rigetto lepolitiche dannose imposte dal fondo monetario internazionale, dalla banca mondiale e dal WTO e stabilire legami migliori con i paesi vicini dell’Asia come pure dei paesi del BRIC.
La proposta robusta del NDF adotta di fatto varie proposte del Summit Nazionale del Popolo tenutosi a giugno 2016 che presentò l’Agenda Popolare per il Cambiamento sia al governo che al NDF.
A sostenere questa proposta del NDF sono le classi ed i settori della società filippina, impoverite e marginali, che guadagneranno da una tale politica di cambio totale. Ad opporsi in modo veemente sono quelli legati alle oligarchie e agli interessi esteri che hanno molto da perdere in termini di prestigio economico e politico.
Gli esiti sperati del governo
In contrasto, il governo filippino ha proposto un insieme generalizzato di Esiti Sperati che sono:
Sviluppo e parità rurale per raggiungere l’autosufficienza e sicurezza alimentare; Economia nazionale industrializzata sovrana e autosufficiente; Ambiente protetto e riabilitato, giusto risarcimento per le popolazioni colpite e sviluppo sostenibile; Sostegno ai diritti sociali, economici e culturali dei lavoratori ed eliminazione della discriminazione; Vita sostenibile per tutti; servizi sociali di qualità ed utilità accessibili ed economici; politiche economiche ed estere di sovranità e relazioni commerciali di sostegno allo sviluppo rurale e all’industrializzazione nazionale; regime di politica fiscale e monetaria per lo sviluppo nazionale.
Non sono stati dati dettagli su come raggiungere questi Esiti Sperati che potrebbero essere stati presi da una qualunque dissertazione dei tecnocrati neoliberali nell’Autorità di Sviluppo e dell’Economia Nazionale, NEDA, o da qualche studente universitario della scuola di economia.
Il Grande Dibattito
Negli ultimi colloqui di ottobre, entrambi i pannelli riuscirono a presentare un contorno comune per il CASER che sostanzialmente fondeva il profilo della bozza di accordo del NDF con gli Esiti Sperati del Governo. Ma c’è molto lavoro da fare e si attendono forti dibattiti prima che sia fatto l’accordo finale entro la fine dell’anno. Anche durante i colloqui entrambe le parti si consulteranno con le parti in causa per migliorare ulteriormente le proposte e generare allo stesso tempo sostegno pubblico per le proprie posizioni.
Da parte sua il governo naturalmente insiste che non c’è nulla di sbagliato nelle sue politiche attuali sociali ed economiche e che i problemi della povertà, delle diseguaglianze e del sottosviluppo si possono risolvere applicando le politiche neoliberiste attuali, orientate al mercato ad una velocità più sostenuta e più efficiente. La risposta ufficiale del governo alla sfida al suo dogma economico è di dire che al contrario che si è liberalizzato troppo poco e troppo tardi.
Proprio come i precedenti governi, l’amministrazione Duterte mira ad aprire ulteriormente l’economia al commercio e agli investimenti esteri, a privatizzare il pubblico, a rimuovere gli ostacoli alle imprese private. In altre parole permettere al capitale privato, idealmente estero, di governare e relegare il ruolo del governo a mantenere la pace, assicurare il governo della legge e fornire le reti di sicurezza per i poveri.
D’altro canto NDF rigetta il neoliberismo, indica in modo ripetuto i suoi fallimenti persino nei sistemi capitalistici avanzati offrendo un quadro diametralmente opposto allo sviluppo. Insisterà nello sviluppo locale,nel maggior controllo del governo sull’economia e nei programmi comprensivi per la ridistribuzione della ricchezza e welfare sociale.
Il goerno farà probabilmente delle concessioni, come l’aumento dei salari, la fine della contrattualizzazione o abbassamento delle tasse personali. Ma faranno resistenza alle proposte di limitare gli investimenti esteri, di nazionalizzazione dei settori fondamentali, di una genuina riforma agraria e di nuova creazione di imprese statali e dei servizi di pubblica utilità.
Molti forse non sono coscienti, ma in ballo nei colloqui di pace è il futuro economico del paese.
Le implicazioni del CASER saranno sentite non solo da chi appartiene al NDF ma da tutti i filippini.
Teddy Casino, I colloqui di Duterte con NDF, Teddycasino.wordpress.com