Oxfam Indonesia ha pubblicato un rapporto recente sulla diseguaglianza in Indonesia, “Verso un’Indonesia più uguale”, dove vive una popolazione di 250 milioni di persone e dove esiste una delle più grandi diseguaglianze economiche in Asia, seconda solo a quella presente in Thailandia.
A nulla è servito il proclama del presidente Joko Widodo in cui affermò di voler innalzare gli standard di vita degli indonesiani e di voler diminuire la differenza tra chi ha e chi non ha.
“Nei due decenni scorsi, la differenza tra i più ricchi ed il resto dell’Indonesia è cresciuto più velocemente che in ogni altro paese della regione. I quattro più ricchi in Indonesia ora hanno più ricchezza dei 100 milioni di più poveri.
L’ineguaglianza rallenta la riduzione della povertà, riducendo la crescita economica e minacciando la coesione sociale. Il presidente Jokowi ha fatto della lotta alla diseguaglianza la sua priorità di amministrazione per il 2017. Lo può raggiungere rafforzando il salario di vita per tutti i lavoratori, aumentando la spesa sui pubblici servizi e facendo pagare alle grandi corporazioni ed agli individui ricchi la loro parte di tasse”.
La responsabilità è del Fondamentalismo del Mercato che ha permesso ai più ricchi di catturare la gande parte dei benefici di quasi due decenni di forte crescita economica, concentrazione della proprietà fondiaria e una pervasiva diseguaglianza di genere.
“Sin dal 2000 è decollata la crescita economica in Indonesia. C’è stato un sostanziale aumento Nell’Indice di Sviluppo Umano dell’ONU nel paese, e la proporzione di persone che vivono in estrema povertà è sceso dal 40% al 8%. I benefici della crescita non sono comunque ugualmente condivisi e milioni di persone sono state lasciate indietro.
Se si usa la linea di povertà moderata dell’ONU a 3,10 dollari al giorno, il numero di persone che vivono in povertà schizza a 93 milioni, 36 %della popolazione. Tanti altri indonesiani vivono appena sopra questa linea, vulnerabili a ricadere al disotto. Negli scorsi 20 anni la differenza tra il più ricco ed il resto è cresciuto più velocemente che in ogni altro paese del sudestasiatico.L’Indonesia ha la sesta ineguaglianza peggiore al mondo. Nel 2016 1% della popolazione possedeva il 49% della ricchezza totale. Il numero dei miliardari è cresciuto da 1 nel 2002 a 20 nel 2016, tutti maschi. Mel 2016 la ricchezza totale dei quattro più ricchi era 25 miliardi di dollari, più della metà del 40% della popolazione più povera, 100 milioni di persone. In un giorno, il ricco può guadagnare dagli interessi sulla ricchezza oltre mille volte quello che il povero spende per un anno intero per i bisogni fondamentali.
Il guadagno di un anno dei più ricchi sarebbe sufficiente a sollevare dalla estrema povertà 20 milioni di indonesiani. Cresce particolarmente la diseguaglianza urbana che pone dei rischi per il futuro perché l’Indonesia ha il tasso di crescita di urbanizzazione in Asia. Grandi le diseguaglianze tra aree urbane e rurali.”
Il rapporto individua i fattori che spingono alla crescita della diseguaglianza. Essi variano da cause strutturali e scelte politiche.
Il momento scatenante è la crisi finanziaria asiatica del 1997 che ha spinto molti paesi ad accettare il fondamentalismo del mercato e la cattura della politica da parte dei più ricchi che hanno così usato la loro influenza per accrescere la propria ricchezza.
La stessa diseguaglianza di genere secondo Oxfam è pervasiva in Indonesia ed agisce sia come un fattore di crescita che una conseguenza della diseguaglianza.
Paghe basse e lavoro non sicuro per chi sta ai livelli sociali più bassi impediscono ai lavoratori di uscire dalla povertà. L’accesso differente alle infrastrutture, elettricità e strade, tra aree urbane e rurali accresce le diseguaglianze tra le varie zone dell’arcipelago.
“Una concentrazione di proprietà della terra nelle mani delle grandi corporazioni e ricchi individui significa che i benefici della proprietà vanno a chi sta in cima a pese del resto della società”
Altro fardello enorme, che dipende da fattori politici, è il sistema di esigere le tasse che permette la redistribuzione delle ricchezze.
“Il sistema fiscale non è riuscito a giocare il suo ruolo necessario nel redistribuire la ricchezza ed è lontano dal raggiungere il potenziale di riscossione necessario per finanziare i servizi pubblici che riducono le diseguaglianze. La raccolta di tasse in Indonesia è la penultima nella regione in percentuale sul PIL. FMI ha calcolato che il paese ha un potenziale del 21.5% del PIL sufficiente ad innalzare il budget per la sanità di nove volte.”
Nel 2014 100 miliardi di dollari, che sono equivalenti a dieci volte il finanziamento della scuola indonesiana, sono andati dall’Indonesia nei paradisi fiscali.
Ovvio che una migliore tassazione che punti alla tassazione delle eredità, alla tassazione dei livelli alti di ricchezza servirebbero per trovare i soldi necessari per finanziare la sanità e la scuola, oltre che a trovare i fondi per migliorare il livello delle infrastrutture del paese.
“C’è un chiaro desiderio pubblico per un governo che faccia qualcosa per chiudere questa differenza: 88% degli indonesiani crede che sia urgente che il governo riduca la povertà. Questo è stato riconosciuto dal presidente Joko Widodo che ha descritto i livelli di diseguaglianza come pericolosi facendo dell’affrontare questo problema la principale priorità della sua amministrazione. E’ stato lanciato un nuovo pacchetto di Giustizia economica tra le quali vi sono misure per favorire la redistribuzione delle terre, la tassazione della speculazione fondiaria, per migliorare l’accesso al credito per le imprese micro, piccole e medie, ed accrescere le abilità dei lavoratori”.
Poi Oxfam ha ricordato, oltre ad una serie di misure che affrontino la diseguaglianza di genere e spaziale, come sia necessario accrescere i salari a tutti i lavoratori ed applicare un sistema progressivo di tassazione per ricavare i soldi necessari da investire nella sanità e nella scuola.