“Perdere qualcuno come U Ko Ni è una perdita così profonda per NLD” ha detto la Suu Kyi. “Il fatto che ha lavorato per anni col partito con quello in cui lui credeva è qualcosa che il nostro partito va fiero”.
La Suu Kyi ricorda inoltre la figura d U Nay Win che, immediatamente dopo l’assassinio ed insieme a tanti altri, si lancia alla caccia del sicario e resta ucciso. I due per Suu Kyi, nonostante le differenze di origine e di storie, condividono il rifiuto di un’ingiustizia. Sono due martiri da ricordare e che danno l’esempio di comportamento.
Aung San Suu Kyi ha espresso il proprio dolore in occasione di una cerimonia di ricordo patrocinata dal suo partito, NLD, a cui era presente le famiglia di U Ko Ni e U Nay Win.
Nel frattempo il ministro dell’interno birmano, nominato dai militari per privilegi costituzionali, si è deciso a dare dei lumi, o forse solo della disinformazione, su chi è dietro l’assassinio politico di U Ko Ni in una conferenza stampa a Yangoon. Questioni personali, secondo il ministro, sarebbero alla base dell’ omicidio di U Ko Ni.
Lo vogliamo ribadire che U Ko Ni era, oltre ad essere un musulmano democratico, un ottimo costituzionalista, un fautore del dialogo tra le fedi in Birmania ed oppositore delle leggi razziali propugnate dal governo passato di Thein Sein in combutta con il movimento nazionalista religioso Ma Ba Tha. U Ko Ni era al lavoro anche per riuscire a superare la costituzione del 2008.
Il 3 febbraio la polizia ha arrestato Zeya Phyo, capitano dell’intelligence birmana, che sarebbe la terza persona dopo il sicario Kyi Lin e il suo partner Aung Win Khaing, quest’ultimo ancora uccello di bosco.
Secondo il ministro dell’interno il disegno di questo omicidio inizia ad aprile del 2016 perché i tre non accettavano l’attività politica di U Ko Ni.
Aung Win Khain avrebbe detto a Zeya Phyo che voleva eliminare U Ko Ni e che aveva chiesto a suo fratello di trovare qualcuno che era stato in carcere disposto a farlo.
Aung Win Khaing disse poi a Zeya Phyo di aver assegnato il compito al fratello Aung Win Zaw di prendersi cura dell’assassinio e chiedeva allo stesso Zeya Phyo del denaro per farlo. Ad agosto arrivarono i soldi da Zeya Phyo, 100 milioni di Kyat, (1€=1450 kyat).
Il fratello di Aung Win Khian, AungWin Zaw, diede il compito prima d un trafficante di droga che però sparì con denaro e macchina. Poi fu contattato Aung Soe il quale rifiutò l’incarico e che riconobbe l’assassino Kyi Lin in una foto. A lui fu detto di uccidere un diplomatico di una religione straniera alla luce del giorno nel centro di Yangoon. Se l’omicidio fosse andato in porto sarebbe stato una cosa buona per il paese, la razza e la religione”. Gli offrirono 100 mila dollari, l’addestramento e un rifugio sulla frontiera con la Thailandia.
Poi fu la volta di Kyi Lin che accettò e portò avanti l’omicidio politico di U Ko Ni. Questa è la versione del ministero degli interni, cioè dei militari birmani, da prendere con le pinze.
Poi traduciamo un articolo del direttore del The Irrawaddy, Aung Zaw, che critica proprio questa versione di un omicidio portato avanti per questioni personali.
Chi c’era dietro l’omicidio di U Ko Ni
La conferenza stampa sulle indagini dell’assassinio dell’avvocato U Ko Ni ha ricevuto solo commenti negativi da tanti osservatori politici e cittadini.
Il ministro degli interni Generale Kyaw Swe ha detto che gli assassini del consigliere legale del NLD erano stati motivati da un “nazionalismo estremo” e che l’omicidio poteva essere attribuito a “questioni personali”.
La reazione immediata della gente è stata forte. Quando è stato annunciato che un ex ufficiale dell’esercito, addestrato nell’Accademia dei Servizi della Difesa, era coinvolto nell’omicidio di U Ko Ni, si è creduto ad un assassinio politico di U Ko Ni e che dietro all’omicidio c’erano organizzazioni o individui influenti.
Alla conferenza stampa è emerso un nuovo nome: Lin Zaw Htun, ex colonnello ora parlamentare del USDP (all’opposizione e legato ai militari, NdT), la cui identità era stata portata in risposta ad una domanda di un giornalista.
Lin Zaw Htun è stato un aiutante della Personal Security Officer del comandante in capo attuale Min Aung Hlaing. In una intervista ha ammesso di conoscere i sospettati Zeya Phyo e Aung Win Khaing. Con quest’ultimo hanno frequentato la DSA.
Lin Zaw Htun ha già negato ed ha minacciato la querela a chiunque affermi che lui doveva già aver saputo del piano di omicidio.
Finora la polizia ha arrestato tre sospettati ed un altro, Aung Win Khaing, ancora latitante. Aung in Khaing sarebbe andato, secondo la polizia, a Naypyidaw dopo la morte di U Ko Ni. Non è chiaro dove si sia rifugiato ma la polizia spera di prenderlo presto.
L’omicidio di U KoNi non è stato commesso per impulso. Le indagini mostrano che sono stati allocati oltre 100 mila dollari per garantire il silenzio del noto avvocato.
Molti criminali sono stati avvicinati per chiedere di portare avanti il crimine. Varie notizie dicono che sono stati posti in essere, in anticipo, l’addestramento ed altre procedure per dare rifugio ai sicari sulla frontiera con la Thailandia. Aung Win Zaw è stato preso nello stato Karen e si crede fosse diretto alla regione di frontiera.
Non c’è dubbio sulla pianificazione dell’omicidio, forse vari mesi prima, insieme alle risorse finanziarie e alla raccolta delle informazioni di preparazione. Forse doveva essere un atto per instillare la paura nella, gente perché gli assassini scelsero di uccidere U Ko Ni alla luce del giorno in un aeroporto internazionale.
La conferenza stampa di Kyaw Swe e la sua descrizione delle presunte motivazioni dell’omicidio sono state percepite da alcuni come comprensivi degli assassini. Ha fatto sorgere domande sulla credibilità residua di queste indagini.
In ogni caso se sono coinvolti nell’omicidio figure o partiti potenti, non è la prima volta che un fenomeno simile accade. Durante il periodo della vecchia giunta militare della Birmania, si crede siano accaduti vari complotti di stato che hanno coinvolto attacchi di criminali e persino omicidi.
Un caso molto noto è il massacro di Depayin del maggio 2003, accaduto nella regione di Sagaing, dove un convoglio di auto di Aung San Suu Kyi fu attaccato con la morte di vari individui.
I principali colpevoli erano membri del USDA e criminali conosciuti come Swan Ah Shin il cui compito fu di fare l’imboscata al convoglio. Si disse al tempo che la giunta aveva chiesto il contributo all’attacco di giovani monaci ad alcuni monasteri. Alcuni comandanti regionali nella Birmania centrale avrebbero ordinato il sostegno logistico ai sostenitori della giunta ed ai criminali.
Furono nominati come responsabili dell’attacco tre potenti figure: Generale Soe Win, secondo generale della giunta militare, il comandante della regione centrale Ye Myint ed il ministro Aung Thaung.
Aung San Suu Kyi, l’autista ed altri membri riuscirono a scappare al massacro ma furono poi arrestati. Aung San Suu Kyi fu posta agli arresti domiciliari.
Le cifre ufficiali del regime parlavano di cinque morti, ma i dissidenti del regime affermarono che 70 persone avevano perso la vita. La comunità internazionale condannò l’attacco e impose una maggiore pressione sul regime. Ma nessuna indagine fu fatta per identificare i colpevoli e portarli davanti ad un tribunale.
Dopo quell’attacco Soe Win divenne primo ministro con la benedizione del presidente generale Than Shwe. Probabilmente Soe Win, morto di leucemia nell’ottobre 2007, non era la mente di quell’attacco infame di Depayin e lui stesso menzionò il fatto di essere stato definito vittima sacrificale. Molti altri ex-generali invece affermano ancora che lui fu uno dei principali attori in quell’infame attacco.
Aung Thaung divenne parlamentare e morì nel 2014. Lui e la sua famiglia divennero estremamente ricchi per i tanti interessi finanziari posti in essere durante la giunta militare. Si diceva che fosse lui a presiedere alla spinta del Ma Ba Tha ed è stato accusato di recente di aver giocato un ruolo importante nelle violenze settarie dal 2012 al 2014 che hanno ucciso oltre 300 persone, quasi tutte musulmane.
Gli USA, un anno prima della sua morte, imposero delle sanzioni su Aung Thaung perché accusato di minare il passaggio alla democrazia.
Aung Thaung non fu mai processato ed al suo funerale partecipò persino Aung San Suu Kyi che ignorò le critiche di tanti.
La Birmania con la presidenza di Thein Sein ha visto la crescita del nazionalismo estremo la creazione del Ma Ba Tha, del movimento 969 e della cresciuta violenza contro la popolazione musulmana. Il suo governo non fece quasi nulla per combatterli e per impedire il disffondersi dei discorsi di odio.
Il generale Kyaw Swe ha usato il termine Nazionalismo estremo per descrivere i motivi di chi hanno ucciso U Ko Ni, lo stesso estremismo che fu alimentato dai precedenti regimi e da chi era fedele a loro.
Senza dubbio i sicari sentivano che sarebbero stati posti al riparo dalla legge, dalla giustizia.
E’ tempo di mostrare alle comunità birmane e a quella internazionale che ci sarà un’indagine vera e credibile nell’assassinio di U Ko Ni.
Aung Zaw The Irrawaddy,