Quando un paese ha scritto e stracciato 19 costituzioni in meno di un secolo, il lancio ufficiale della ventesima costituzione thailandese rischia di essere un evento normale.
La noncuranza con cui la Thailandia ha lasciato dimenticato colpi di stato a ripetizione e le riscritture delle costituzioni rende difficile ad un esterno prendere in seria considerazione l’arrivo di una nuova costituzione.
Ma il governo militare che governa il paese dal golpe del 2014, considera molto seriamente questa ventesima costituzione thailandese.
Immediatamente dopo aver preso il potere, i generali annunciarono l’intenzione di ristrutturare il paese in modo che, così dissero, non avrebbero più fatto un altro golpe. In quei giorni ci dissero, non riuscimmo ad aggiustare le cose in modo permanente dopo il golpe del 2006, ma questa volta dobbiamo farlo bene.
Il loro primo tentativo nel 2015 fallì, dopo che la giunta ritirò la sua propria bozza costituzionale, timorosa che non avrebbe conquistato il sostegno al referendum che avevano promesso alla gente.
Lo scorso agosto ci provarono di nuovo. Questa volta si assicurarono che la loro bozza emendata sarebbe stata approvata, imponendo un divieto totale ad ogni forma di propaganda affinché la gente ci capisse molto poco e avvisando che l’unica vera alternativa sarebbe stata un governo militare lungo.
Ma persino dopo il referendum, la costituzione è stata cambiata di nuovo su richiesta del nuovo re, Maha Vajiralongkorn, che era salito al trono dopo la morte del padre Bhumibol ad ottobre scorso.
Questa intenzione chiara del re non era stata prevista. I cambiamenti restaurano l’influenza reale sulle procedure importanti, come la nomina di un reggente, se il re è all’estero o inabile, ed in momenti di crisi acute.
Il Re ha presieduto sulla elaborata procedura di firma nella Sala del Trono Ananta Samakhom a Bangkok, dove si ebbero i primi passi per porre fine alla monarchia assoluta nel 1932.
Si è tenuta nel giorno di Chakri che commemora la dinastia reale attuale, ed il palazzo ha richiesto il saluto di 21 salve di cannone e le preghiere dei monaci buddisti nei templi di tutto il paese.
Di contro l’ultima costituzione del 2007 il padre Bhumibol la firmò in tutta calma pochi giorni dopo il referendum. Re Vajiralongkorn nel fare così sembra voler legare questo capitolo, nelle menti dei thailandesi, all’inizio del suo regno, facendone una parte importante della transizione storica e politica casata dalla morte di Re Bhumibol.
Quindi cosa volevano sistemare i militari in questa ventesima costituzione thailandese? Le due questioni di preoccupazione più comunemente citate dal governo e da chi lo sostiene sono il conflitto politico e la corruzione.
Ma dopo aver esaminato la sostanza del documento da 279 articoli, l’obiettivo principale sembra che siano i politici, ed i loro partiti.
“Abbiamo visto le costituzioni del passato dove i Thailandesi erano molto felici dei loro diritti e delle libertà protette” spiega Norachit Sinhaseni, portavoce del comitato di stesura della costituzione. “Non sono durate perché a causa del modo in cui i politici ed i partiti interagivano l’un con l’altro. Quello che questa costituzione cerca di fare è di trovare valvole di sicurezza”.
La nuova costituzione introduce un sistema elettorale differente, un metodo proporzionale modificato di scegliere 500 membri della camera bassa, in cui la gente vota per uno dei 350 candidati; quei voti sono servono per determinare l’assegnazione dei rimanenti 150 seggi ai partiti. Nel sistema precedente gli elettori avevano due schede, una per il candidato ed uno per il partito.
Questo probabilmente accrescerà i seggi dei partiti di media grandezza, ma riduce in modo significativo i seggi del partito di Thaksin Shinawatra che vinse tutte le elezioni dal 2001.
L’obiettivo non dichiarato, ma mai nascosto, dei golpisti era di indebolire Thaksin ed i suoi alleati. Col nuovo sistema è più probabile che si abbiano governi di coalizione frantumati come accadeva negli anni 90.
La costituzione stipula, insieme a dei governi più deboli, che la camera superiore o senato, fatto di 250 membri non eletti, riterranno una forte influenza negli anni che seguono all’elezione che ci si attende per la fine del 2018.
L’appartenenza al Senato sarà essenzialmente determinata dai militari dando così ai generali un peso enorme sui futuri governi, che avranno bisogno di conseguire una maggioranza dei tre quarti dei seggi nella camera bassa per avere una maggioranza in entrambe le camere.
I governi eletti saranno anche costretti in questa costituzione a seguire per la Thailandia il progetto militare di venti anni, e sarà più facile per i corpi indipendenti, la corte costituzionale che avrà poteri accresciuti, restringere ancor di più quei governi. Prsino l’uomo che ha presieduto la sua struttura, Meechai Ruchupan, ha descritto la nuova costituzione “medicina forte”che non sarà popolare con i partiti politici.
Lo studioso Prinya Thaewanarumitkul sostiene che creerà un sistema politico ibrido, solo parzialmente democratico. Crede che non riuscirà ad affrontare la profonda divisione politica nella società thai.
“I nostri sistemi di controllo non hanno funzionato bene” dice “gli estensori della costituzione hanno provato a stendere quello che ognuno deve e nn deve fare, in un documento di 42mila parole. Ma pochi possono leggere una costituzione così lunga, così non comprendono le nuove regole, non possono controllare quindi il gioco. Si sentono esclusi”.
Tyrell Haberkorn, docente dell’Università nazionale Australiana che scrive costantemente della Thailandia, è più critica.
“Nonostante i proclami della giunta che afferma il contrario, la nuova costituzione crea un posto permanente dei militari nel governo e cerca di normalizzare il loro intervento. Dall’inizio alla fine, dalla stesura di un gruppo prescelto, al controllo stretto della discussione e agli emendamenti dell’ultimo secondo, la nuova costituzione rischia di istituzionalizzare un regime autoritario piuttosto che aprire la strada alla democrazia.”
Altri studiosi, politici thai ed esperti di legge hanno ripetuto le stesse preoccupazioni. Ma non avrà peso la loro opinione con un governo militare che ha, ancora una volta, detto di preferire di mantenere la stabilità attraverso una transizione difficile rispetto ai principi democratici.
Ai Thailandesi rimangono una certezza e due incertezze con l’efficacia di questa costituzione. La certezza è che le forze armate proveranno a mantenere a loro presa sui futuri governi per almeno un altro decennio.
Le due incertezze sono, per prima cosa, su quale parte giocherà il nuovo re. Ha una personalità molto differente da quella paterna, ed ha già fatto sollevare qualche preoccupazione quando ha richiesto dei cambiamenti alla costituzione. La dinamica tra lui, i militari ed i futuri governi potrebbe riformulare profondamente la politica thailandese.
Seconda incertezza è che nessuno sa quanto sia forte il residui sostegno a Thaksin Shinawatra. Nelle due elezioni precedenti del 2007 e del 2011, i partiti di Thaksin fecero meglio di quanto atteso.
Persino con vincoli più stretti imposti dalla nuova costituzione, una volta che sarà permessa l’attività politica, è possibile che i partiti si guadagnino il sostegno popolare sufficiente a sfidare quei vincoli.
Jonathan Head, BBC