Nella casa di Deikin sono stati sequestrati 30 dischi rigidi, 4000 contatti e computer con videro ed immagini di bambini che facevano atti sessuali.
Ritrovati anche indumenti intimi di bambini, scarpe di piccolissimi, materiale per il bondage nella casa a due piani dell’americano. Sono state anche salvate dalla polizia due bambine di 9 e 11 anni.
Deakin sembra abbia sfruttato bambini di 12 anni se non meno e persino uno di 2 mesi soltanto.
E’ stato preso mentre diffondeva contenuto illecito attraverso una rete anonima, ma ha negato di stare facendo qualcosa di illecito dicendo di non sapere come si ritrovava tutto quel materiale.
Secondo la FBI americana sarebbero oltre 700 mila i possibili pedofili online che tendono a connettersi allo stesso momento per condividere non solo foto e video ma anche spettacoli dal vivo di bambini in cam.
Ovviamente ad essere sfruttati sono i bambini di strada a cui promettono qualcosa da mangiare e un posto per dormire in cambio di atti sessuali avanti ai clienti online.
Da quanto descrive Associated Press, Deakin non sembra realizzare immediatamente cosa stava accadendo dall’interno di quella casa, dove su un muro si legge “Mamma e Papà mi amano”.
Quello che però sembra emergere è un quadro preoccupante di ciò che si può ritrovare negli angoli oscuri della rete: pedofili dagli USA, dall’Europa e da tutto il mondo pagano chi nelle Filippine facilita lo sfruttamento sessuale di bambini, quando non di infanti, dirigendo i loro movimenti nei servizi live in streaming.
Lo chiamano ora Turismo sessuale in Webcam, e si sta diffondendo rapidamente come una nuova forma di sfruttamento sessuale di bambini online.
Sembra che moltissimo nasca nelle Filippine dove facilitano la diffusione l’uso della lingua inglese, la più diffusa connessione ad internet e di sistemi di trasferimento di denaro insieme alla povertà diffusa e il facile accesso ai bambini vulnerabili.
Chi compra queste trasmissioni o materiali usa anche bitcoin, una nuova moneta elettronica, oppure Carte di Credito non tracciabili.
Ci sono stati moltissimi salvataggi con bambini di 12 anni ma anche di piccolissimi di alcuni mesi soltanto.
Il capo dell’antitraffico umano Janet Francisco del NBI dice: “Deve servire come ammonimento. Li metteremo davvero in carcere e lì moriranno”. Ma è un’indagine che prende non solo le Filippine ma anche il resto del mondo.
Molto del materiale è reso disponibile attraverso le reti anonime Tor ma anche attraverso Bittorrent, usato ovviamente per diffondere anche materiali che null hanno a che vedere con la pedopornografia.
Deakin si spostò nelle Filippine nel 2000 dove istituì un centro di servizi internet e programmi di distribuzione in livestreaming.
Riusciva a guadagnare 30 euro l’ora come amministrazione di sistema anche se le immagini della casa parlano di uno squallore unico.
Di fronte a delle foto mostrategli da una poliziotta confessa che due ragazzini erano a pochi metri di distanza dalla casa. Due ragazzine di 9 ed 11 anni sono liberate dalla polizia.
AP intervista una ragazza di 19 anni che nella sua infanzia ha subito la stessa sorte delle due ragazzine appena salvate.
Cassie il nome di convenienza. Era la più piccola di una famiglia poverissima che ha creduto alle promesse di un uomo che andò nel suo villaggio promettendole una vita migliore, se fosse andata in città con lui. Aveva 12 anni. Ci volle solo qualche mese perché quell’uomo cominciasse a svegliarla alle quattro di mattina per lavorare, dopo averle fatto schiarire la sua pelle scura e le avesse curato un po’ i capelli.
“Aveva bisogno di qualche ragazza che mostrasse il suo corpo di fronte alla macchina fotografica” dice la ragazza che fu liberata dalla sorella più grande che scoprì quello che accadeva e che andò alla polizia.
Chi compra questi servizi non credono sia un abuso vero e proprio perché non c’è contatto. “Non è solo un reato virtuale. E’ un reato attuale” dice Sam Inocencio che presiede all’ufficio filippino di International Justice Mission. “Lo sfruttamento sessuale online è forse il crimine più brutto che ho mai visto”.
Dolores Rubia, che gestisce i programmi per le ragazze salvate dal traffico attraverso sempre la stessa ONG, dice che genitori e parenti si rivolgono a questo sfruttamento online in cerca di facile denaro. Alcuni lo considerano benigno perché questi bambini non fanno problemi a togliersi i vestiti. Ma è un abuso che spesso si trasforma.
“E’ un mito per alcuni di loro, che nulla è sbagliato” dice Dolores Rubia. “Comunque questi bambini non sono toccati fisicamente e i colpevoli poi sono all’estero”.
Nel 2013 lo sfruttamento dei bambini online ottenne l’attenzione globale dopo che dei ricercatori di Terre des Hommes lanciò un’animazione realistica di una bambina filippina di dieci anni, Sweetie. La portarono online riuscendo a catturare l’attenzione di molti pedofili permettendo l’identificazione di 1000 uomini in 71 paesi che avevano provato ad avere immagini illegali.
Il livello di diffusione della pedopornografia è tale che lo scorso anno soltanto ci furono oltre 8 milioni di denunce nel mondo, l’equivalente dei rapporti nei 17 anni precedenti.
L’incursione nel centro di Deakin è stata una delle più grandi del genere sia per l’entità dei contatti, per l’espansione della rete nel mondo, ma anche per l’esperienza tecnica della persona arrestata.
Dalle analisi forensi sul materiale sequestrato si spera di poter giungere al salvataggio di altri bambini e di incastrare gente nelle Filippine e all’estero.
Nelle Filippine dilaniate dalla guerra alla droga di Duterte, questa incursione è sembrata una novità. “Niente droga. Computer, Sesso, bambini”.
Qualcuno dice di avere avuto sentori che qualcosa non andava in quella casa. Qualche altro dice di aver visto bambini entrare.
Si poteva fare qualcosa? Si domandano. Qualcuno dice che forse ce ne sono tanti altri in giro.
Deikin prima di andare in carcere ha chiesto solo una sigaretta e la sua bibbia. Si dice che avrebbe voluto andarsene dalle Filippine. Forse ha visto il cerchio chiudersi su di lui.
(fonte http://www.cbsnews.com/news/child-cybersex-abuse-webcam-philippines-pedophile-suspect-david-timothy-deakin/)