Questo mese la giunta militare che governa il paese ha ordinato a Facebook di bloccare un variegato campo di articoli che non erano adulatori del monarca. Ora il governo ha annunciato di voler perseguire chiunque veda questi contenuti sulla rete dei media sociali, sebbene resti poco chiaro come pensi di applicare tale divieto.
Questi annunci potrebbero essere la reazione all’ultimo scandalo online della Thailandia. Il giornalista Andrew MacGregor Marshall ha messo in circolazione, questo mese, un video del re che andava in giro per la città di Monaco, dove passa gran parte del proprio tempo, con la sua nuova amante. I video sono del tutto innocui, se non si considera che il re e la sua compagna indossano dei top striminziti che lasciavano vedere tanti tatuaggi. Il Video è diventato virale ed ha spinto il governo a vendicarsi contro Facebook.
Non c’è nulla di nuovo di per sé nello zelo delle autorità Thai nel voler proteggere l’immagine del re. La Thailandia ha la pena più dura al mondo per la lesa maestà. L’articolo 112 del codice penale afferma che la diffamazione, la minaccia o l’insulto sul re, regina o reggente possono portare ad una pena che va da tre a 15 anni di prigione.
C’è la sensazione palpabile che il governo stia reagendo con estrema sensibilità nel caso del re attuale più che in ogni altra epoca recente. Secondo Economist, sono 105 thai che sono in carcere per lesa maestà rispetto al 5 sotto il governo civile del 2014, appena prima che fosse abbattuto dal golpe militare.
Lo scorso mese una corte provinciale incarcerò un uomo per un commento lascivo di una regina del XIV secolo.
Sabato altre cinque persone sono state arrestate con l’accusa di aver dato fuoco ad una foto del compianto Re Bhumibol, padre di Vajiralongkorn. Questo sfoggio pubblico di odio è stato abbastanza degno di nota, se si considera il grande rispetto che il re godeva tra la popolazione. Non si può dire la stessa cosa del figlio, come il video di Monaco dimostra eloquentemente.
Ora molti thai collegano queste ultime azioni del governo ad un incidente misterioso di sei settimane fa, quando una modesta placca di ricordo scomparve dalla passeggiata di Royal Plaza a Bangkok. Essa commemorava la rivoluzione del 1932 che abbatté la monarchia assoluta introducendo il primo governo democratico della Thailandia.
Agli inizi di aprile alcuni passanti notarono che la placca era stata cambiata con una nuova che non citava nulla della rivoluzione, mentre l’originale era scomparsa. I cittadini iniziarono a domandarsi se stesse prendendo piede una cancellazione ufficiale della storia e nel caso chi fosse l’autore.
Nel 1932 si testimoniò l’abolizione della monarchia assoluta in Thailandia. Un gruppo di militari e di civili che si definirono Partito del Popolo, Khana Ratsadon, presero il potere dal re ponendo una fine a secoli di monarchia assoluta. La placca originale scomparsa portava un’iscrizione di commemorazione dell’evento.
In contrasto la placca sostitutiva dà un messaggio di mitezza calcolata: “Che il Siam sia benedetto di prosperità per sempre. Che la gente sia felice e sorridente e diventi la forza del paese”.
Attorno al bordo della nuova placca vi è il motto della dinastia Chakry al potere: “Fedeltà e amore alle Tre Gemme Buddiste, lo stato, la famiglia e un cuore onesto verso il Re sono buoni strumenti per la prosperità dello stato”.
L’iscrizione, oltre al fatto che il governo e la polizia hanno manifestato un grande disinteresse nel trovare i ladri, dice che dietro questa operazione c’è forse il palazzo forse.
Anche così, dalla scomparsa della placca, vari thailandesi hanno dato inizio ad una specie di ricerca personale per ritrovarla, nonostante rischino di andare a finire in carcere.
Il 30 aprile due militanti si sono presentati davanti al castello dove è ospitato Re Vajiralongkorn, fuori Monaco, per protestare contro la scomparsa della placca originale. Le due donne hanno letto ad ata voce un manifesto scritto dai rivoluzionari del 1932 oltre ad una dichiarazione che definisce il re inadatto a servire il paese come capo di stato a causa del suo stile di vita permissivo e la sua chiara mancanza di preoccupazione per la propria gente.
E’ stata la prima volta che gli antimonarchici hanno lanciato un attacco diretto a re per contestare la sua legittimità.
Alcuni analisti dicono che sia la rimozione della placca che la reazione ufficiale intensa ad ogni domanda online sull’immagine di Re Vajiralongkorn mostrano che egli ha cominciato ad esercitare una sua influenza sullo stato. E’ chiaramente molto serio nel voler reintrodurre l’assolutismo reale e non è affatto interessato a difendere la democrazia o la libera espressione.
La domanda è se queste politiche sempre più repressive rafforzeranno il sostegno per la monarchia o contribuiranno, alla fine, al suo indebolimento. Persino alcuni monarchici cominciano a domandarsi se il re sia la persona giusta a condurre la Thailandia nel suo futuro.
Pavin Chachavalpongpun, washingtonpost.com