L’ultima sparata di Duterte con cui minaccia l’espulsione dei diplomatici europei mostra che la relazione Filippine Unione Europea è di certo al punto più basso nella storia recente nonostante la crescita degli scambi commerciali.
“Cosa pensate che siamo un mucchio di imbecilli qui nelle Filippine?” ha esclamato il presidente Duterte con un discorso pieno di invettive contro i suoi detrattori nella Unione Europea che erano in una visita recente a Manila.
Il focoso presidente ha avvisato che “Posso far tagliare i canali diplomatici domani” ed ha detto agli ambasciatori europei di andarsene “dal mio paese nel giro di 24 ore. Tutti. Tutti quanti”.
L’ultima sparata di Duterte contro l’Unione Europea è giunta immediatamente dopo che una delegazione di parlamentari europei in visita ha attaccato la sua “sanguinosa guerra alla droga e la chiara intimidazione dei capi dell’opposizione”.
Hanno anche detto all’amministrazione filippina che “se non si sostengono gli standard dei diritti umani, ci saranno conseguenze nelle Filippine” tra cui l’imposizione di sanzioni e il ritiro del paese dagli accordi di commercio preferenziali.
L’ultimo polverone diplomatico nasce quando le indagine demoscopiche mostrano che Duterte resta estremamente popolare nel paese. La scorsa settimana Pulse Asia ha detto che, nell’ultima rilevazione dello scorso mese, 80% dei filippini si fidano ed approvano Duterte, benché ci sia stato un calo marginale dall’indagine di giugno.
La comunità europea non volendo arrivare ad una crisi diplomatica col presidente filippino ha preso immediate distanze dalla delegazione del partito socialista europeo, dicendo che i parlamentari in visita non facevano parte della Missione dell’Unione Europea di cui non rappresentavano la posizione.
Ha inoltre ricordato come le due parti continuano a “lavorare costruttivamente e in modo produttivo in stretta partnership” reiterando che “questo anno le Filippine hanno fatto dei progressi straordinari nelle sue esportazioni in Europa”
A Manila giungerà in visita una delegazione di alto livello dell’Unione Europea guidata dal presidente della Comunità Donald Tusk per partecipare al East Asia Summit. Brussel vuole assolutamente mantenere la cooperazione bilaterale ed impedire una crisi diplomatica totale.
L’Europa è anche importante per le Filippine rappresentando il suo maggior mercato delle esportazioni. Una vasta quantità di esportazioni, grazie al GPS+, Schema generalizzato delle Preferenze-Plus, che va dall’arredo domestico di fascia alta alla frutta tropicale alla pesca, entra nel mercato dei consumatori maggiore al mondo senza alcuna tariffa.
La delegazione del Partito Socialista Europeo che è un blocco forte nel parlamento Europeo, spinge come una delle misure punitive per un ritiro possibile dallo status del GPS+ per le Filippine.
L’accordo commerciale preferenziale è di solito garantito o a paesi in via di sviluppo molto poveri o alle nazioni ad entrata media con una storia di miglioramenti nel campo del lavoro e dei diritti umani.
Proprio per questa ragione, durante la presidenza di Benigno Aquino, predecessore di Duterte, le Filippine ricevettero lo status di GPS+.
Migliaia di pescatori, contadini e piccole e medie imprese dipendono dal mercato europeo per il proprio sostentamento, oltre al fatto che l’Europa è fonte di notevoli nuovi investimenti nelle Filippine.
Nel 2015 la Comunità Europea fu responsabile di 354 milioni di dollari in investimento estero diretto e per 7 miliardi di dollari in investimenti azionari. L’Europa è anche il quarto maggiore partner commerciale con un bilancio positivo per le Filippine. Quasi un milione di filippini vivono e lavorano nella Comunità Europea.
Alla luce di questa importanza economica il palazzo presidenziale fu veloce nel chiarificare che la minaccia di Duterte di espellere gli ambasciatori europei non era ancora una misura politica. Sia la Comunità Europea che il ministero degli esteri hanno negato che fosse stata fatta una notifica di espulsione.
Il portavoce presidenziale Abella ha affermato che Duterte era stato male informato sul fatto che la delegazione europea rappresentasse la Comunità Europea, ed h accusato la delegazione di parlamentari di aver fatto credere in modo falso di essere parte della missione ufficiale. Allo stesso tempo ha messo in guardia l’Europa dal non immischiarsi in vicende interne.
La scorsa settimana Duterte annunciò anche che non avrebbe più guidato la campagna antidroga che aveva comportato oltre 8000 morti sin dal giugno 2016.
Ha sospeso con un memorandum le operazioni della Polizia Nazionale Filippina assegnando la sola responsabilità per la campagna l’agenzia antidroga PDEA. Disse di sperare che il cambiamento avrebbe soddisfatto “i media ed i cuori sanguinanti”
Tra i recenti polveroni diplomatici sulla guerra alla droga, non è chiaro se Duterte si riferisse con “cuori sanguinanti” alla Comunità Europea. Il ministero delle finanze filippino all’improvviso rigettò ogni aiuto allo sviluppo dalla Comunità Europea per presunte “interferenze non volute” negli affari interni delle Filippine.
Il segretario esecutivo di Duterte, Salvadr Medialtea, cercò di giustificare il repentino annuncio affermando: “Si suppone che siamo una nazione indipendente”.
Fondamentalmente la Comunità Europea è la prima fonte di assistenza allo sviluppo delle Filippine, offrendo a Manila lo scorso anno 295 milioni di dollari in fondi.
Invece di dare prestiti a bassi tassi di interesse come Giappone e Cina, la Comunità Europea offre fondi finalizzati alla costruzione delle capacità, alla riabilitazione dei post-conflitti e ai progetti di pace e sviluppo nell’isola di Mindanao da cui proviene Duterte.
La minaccia di rigettare l’aiuto della UE fu poi lasciata andare a favore del dialogo e della cooperazione. Con la massiccia distruzione recente di Marawi per lo scontro ancora incorso contro elementi affiliati al IS, l Filippine hanno bisogno di tutto l’assistenza possibile per la ricostruzione.
Eppure Duterte vuole che l’occidente tratti le Filippine secondo i propri standard. Negli scorsi pochi mesi, Duterte si è riavvicinato a Washington e Canberra che hanno preso una posizione sempre più docile sui diritti umani a favore di una cooperazione più forte sull’antiterrorismo contro i gruppi affiliati al IS a Mindanao.
La UE ha comunque ricordato regolarmente alle Filippine della necessità di rispettare i diritti umani fondamentali e di preservare le proprie istituzioni diplomatiche. Sia i partiti progressisti che liberali nella UE hanno ripetutamente criticato Duterte per la sua mortale campagna e le sue tendenza autoritarie.
Per alcuni la UE ha assunto il manto del poliziotto cattivo che agita l’indice contro quello del buon poliziotto degli USA e Australia, quando si parla di diritti umani con le Filippine.
Mentre è improbabile che le due parti giungeranno alla rottura dei legami strategici e commerciali, la relazione Filippine Unione Europea è di certo al punto più basso nella storia recente.
Richard Heydarian, Atimes.com