I Thailandesi che vivono fuori della grande prigione dovrebbero, comunque, ripensare alla natura della loro “libera” società.
La controversa legge draconiana della lesa maestà insieme alla legge del Crimine Informatico assicura che la libertà di espressione che affronti una qualunque critica annacquata dell’istituzione monarchica possa essere punibile con pesanti sentenze di carcere.
I Thailandesi che vivono fuori della grande prigione dovrebbero, comunque, ripensare alla natura della loro “libera” società.
In pochi modi, la società thailandese è come una gigantesca ma invisibile prigione della coscienza per quelli che hanno un pensiero diverso rispetto alla monarchia. Se sei un realista, non ci sono problemi di sorta e puoi elevare il numero di lodi che vuoi. La situazione è totalmente differente se sei un critico dell’istituzione monarchica, e puoi sentire che i media principali, tranne qualche rara eccezione, nutre la gente di informazioni unilaterali sulla monarchia in uno stile da culto della personalità.
L’accesso a libri critici della monarchia, come quello di Paul Handley “The king never smiles” è impedito dalla messa al bando di simili libri. La distribuzione di CD o DVD di programmi di documentari esteri critici dell’istituzione è stata anche resa illegale, come un ambulante delle magliette rosse scoprì nel modo più brutto quando fu arrestato perché vendeva un CD di un documentario della ABC australiana due anni fa.
Così i critici dell’istituzione monarchica devono tenere chiusa la bocca in pubblico, chiudere gli occhi e le orecchie mediante varie forme di censura ed autocensura, o correre il rischio do essere accusato in base alla legge di Lesa Maestà e/o legge del Crimine informatico.
In questo aspetto si può percepire e sentire che la società thailandese potrebbe essere davvero simile ad una grande seppur invisibile prigione della coscienza per quelli che pensano criticamente sulla monarchia del paese. Non riesci a vederla ma ne senti le restrizioni quando provi a testarne i limiti, un po’ come delle pareti di vetro.
In una normale prigione, si è imprigionati dopo essere stati giudicati e trovati colpevoli di aver commesso un crimine. In una prigione grande ed invisibile come quella della società Thailandese la gente che pensa criticamente della monarchia hanno il loro discorso e pensiero “imprigionato” sin dalla nascita. Non c’è il diritto alla cauzione mentre si dovrà convivere con questa situazione per il resto della propria vita. Non esiste il perdono reale e si dovrà vivere con un’informazione unilaterale e positiva della monarchia nella sfera pubblica.
In una prigione normale i movimenti sono ristretti; in quella della prigione della coscienza, è il tuo pensiero nell’arena pubblica ad essere ristretto e controllato, è l’accesso all’informazione e agli scritti critici dell’istituzione monarchica ad essere proibito e illegale.L’unico crimine per cui queste persone sono accusate e punite è il pensiero critico sull’istituzione monarchica.
Il fatto più disturbante comunque è che molti ultrarealisti che io stesso ho incontrato continuino ad insistere che non ci sia censura di sorta in Thailandia nonostante la ovvia esistenza delle due leggi famose.
Nonostante tutto, fino a quando qualche thai continuerà ad essere “imprigionato” in questa gigantesca prigione invisibile, continueranno a resistere finché non saranno liberi. Questo spiega perché la proposta di emendare la legge di lesa maestà sta avendo sempre più popolarità nonostante le minacce e le persecuzioni contro quelli che osano pensare e parlare differentemente dell’istituzione monarchica thailandese. Queste persone si domandano perché la Thailandia non riesce a trattare le sottolineature critich alla sua monarchia come le altre società democratiche quali il Giappone, dove esiste una monarchia ma non la legge di lesa maestà, oppure come la Gran Bretagna dove i mass media possono apertamente esaminare e criticare la sua monarchia ed eppure la regina e la casa di Windsor si adoperano per mantenere una loro dignità.
Quindi per tutti quei thai che sono critici della monarchia ma sentono che non possono dire quello che pensano, abbiate una Felice Permanenza in Prigione per il tempo che ci vuole.
prachatai Pravit Rojanaphruk