Il governo cambogiano è convinto che le due statue del X secolo di grandezza naturale ancorate nelle gallerie del sudest asiatico del Metropolitan Museum di New York per quasi due decenni sono stati saccheggiati da un tempio nella giungla e quindi prevede di chiedere la loro restituzione.
Un direttore dell’agenzia Cambogiana che presiede alla gestione del patrimonio che si trova all’estero, Apsara, Im Sokrithy, e che dirige il complesso architettonico dove le statue sono state per secoli secondo gli archeologi, ha dichiarato: “Il governo è molto serio sul portare avanti questa cosa e stiamo acquisendo vari consigli legali. Stiamo prendendo una posizione di forza e speriamo che possano ritornare in Cambogia.”
Le due figure gemelle in arenaria, i custodi in ginocchio, affiancano l’entrata alla galleria dove il museo mette in mostra la sua piccola ma significativa collezione di oggetti dei giorni gloriosi della civilizzazione Khmer. Secondo gli esperti sembra che siano stati presi attorno al 1970 nello stesso periodo in cui un altro pezzo simile, una figura mitica di guerriero che il governo statunitense ha cercato di sequestrare lo scorso mese per conto della Cambgia dalla galleria Sotheby’s dove era stato posto in vendita.
Entrambi i casi mostrano quanto sia crescente l’interesse della cAmbogia nel restaurare il suo patrimonio culturale, ma il dibattito è alquanto differente quando un artefatto conteso è tenuto da un museo piuttosto che da un collezionista privato o da una galleria d’asta. Molti appartenenti al mondo museale ma non solo pensano che quanto più di pregio sono i pezzi, sarebbe meglio che di tali pezzi potessero usufruirne folle maggiori presso istituzioni dove le più efficaci misure di sicurezza permettono una maggiore esposizione ed allo studio del mondo intero.
In precedenza il Metropolitan Museum ha restituito un pezzo Khmer, costituito di una testa di Shiva del X secolo, sotto l’invito del curatore della Galleria del tempo. Il rappresentante dell’UNESCO a Phnom Penh Anne LeMaistre ha detto che la sua agenzia sta mettendo su un rapporto secondo cui le statue del Metropolitan e il guerriero del SotheBy’s apparterrebbero ad un raggruppamento di 12 statue del periodo dell’impero Khmer che fu rotto quando la Cambogia fu destabilizzata dalla guerra civile.
Il Metropolitan che aveva ricevuto le statue dai benefattori in quattro pezzi nel periodo dal 1987 al 1992, ha dichiarato di non essere stato ancora contattato dalla Cambogia e non ha informazioni se i pezzi furono rubati. Riconosce anche che oltre ai nomi di chi ha fatto la donazione non ci sono dati sull’origine delle statue nonostante la politica di lungo tempo di investigare sulla storia delle antichità donate.
“Nessuno nasconde nulla. Non c’è nulla che amo di più che trovare una più vasta documentazione” ha detto Harold Holzer vice presidente del Metropolitan per gli affari esteri che ha messo in guardia contro le procedure attuali per le acquisizioni dei musei per la valutazione della proprietà degli oggetti acquisiti che dati a più di due decenni. “Non c’erano reali restrizioni prevalenti contro l’accettazione di questi pezzi artistici, specialmente se, nel fare così, era possibile proteggerli dallo scomparire completamente dalla vista pubblica e dallo studio.”
La politica del Metropolitan Museum del 1992 permetteva di accettare opere senza una provenienza dettagliata. Si supponeva comunque che l’accettazione giungeva dopo aver fatto lo sforzo di aver rintracciato la storia del pezzo nel caso fosse illecito. Negli anni recenti, man mano che le nazioni provavano a proteggere il proprio patrimonio culturale, i vari musei hanno adottato politiche più restrittive scoraggiando l’acquisizione di antichità come quelle dei Custodi in Ginocchio se mancano di una storia documentata che mostra che furono portate fuori della nazione prima del 1970.
Sull’onda del caso della Sotheby’s il governo Cambogiano ha creato una task force per chiedere la restituzione di artefatti portati via dal paese e possibilmente trattenuti nei musei americani o di altre nazioni.
Prak Sonnara, direttore generale del dipartimento del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura, ha detto che una volta che il governo ha fornito tutte le prove utili per convincere il Metropolitan Museum della validità della propria richiesta, chiederà la restituzione dell’opera “a nome del popolo cambogiano”.
Il curatore del Metropolitan Museum dal 1972 al 2004 ha detto di non ricordare cosa fosse stato fatto per ricercare la provenienza delle statue, ma che l’invio di una lettera al governo cambogiano per richiedere informazioni possibile al momento della donazione. “Essenzialmente non esisteva un governo per inviarla al momento. Era tutto in stato di confusione”
Gli archeologi credono che i “Custodi in Ginocchio” appartenessero al tempio di Prasat Chen in us sito vasto di Koh Ker, non molto distanti dal punto dal guerriero ritrovato a Sotheby’s a 250 chilometri da Phnom Penh, secondo Eric Bourdonneau della Scuola Francese di Studi asiatici.
“Secondo me appartengono al governo cambogiano” dice Bertrand Porte direttore della French School in Cambogia che dirige il gruppo di lavoro di restauro al museo di Phnom Penh “ e dovrebbe essere restituito perché tutto sia rimesso insieme come lo erano mille anni fa.”
Le due statue dell’altezza di 120 centimetri furono posti in mostra nel 1994 all’apertura della galleria del Metropoitan Museum. Le due teste furono donate nel 1987 e 1989 mentre i torsi furono donati insieme nel 1992. Holzer ha detto che sarebbe sorpreso se la Cambogia cercasse la restituzione delle statue poiché le due statue sono lì da moltissimo tempo e tanti rappresentanti cambogiani hanno visitato il museo senza porre nessun problema. Tre pezzi sono stati donati da un cittadino inglese vivente in Thailandia che ha una vasta collezione di pezzi Khmer e che è stato nominato Cavaliere del Governo Cambogiano per aver restituito tesori culturali del XIV secolo. L’uomo che vive ora a Bangkok ha dichiarato che ha visto i tre pezzi quando erano di proprietà di un antiquario londinese, Spink & Son, famoso per collezionare pezzi antichi asiatici. “Spink aveva quei pezzi già da qualche tempo e non erano stati venduti e loro mi chiesero, in onore del curatore Martin Lerner, di dare del sostegno finanziario per poterli donare. Ciò è quello che feci ed è quella la ragione che sono donati a mio nome”, ha detto Douglas A. J. Latchford, il donatore.
Come Spink avesse avuto le opere il donatore dice di non saperlo ed aggiunge che in realtà lui non è mai venuto in possesso di tale opere, né di avere documenti della transazione. Spese diecimila sterline. Un portavoce de Spink&Son ha dichiarato che non hanno più alcuna documentazione di quel periodo. Una delle teste delle due statue fu donato nel 1987 da una famiglia che la trovò sempre da Spink&Son l’anno prima e non c’era nessuna informazione sulla provenienza. Il prezzo del pezzo al tempo fu di 42 mila dollari.
Il direttore dell’Apsara, Im, e il signor Porte dicono che i due pezzi sono tesori unici di un breve periodo della storia Khmer quando il centro dell’impero Khmer passò da Angkor a Koh Ker e la scultura era molto fiorente. La polizia americana federale, nel discutere la restituzione del pezzo della Sotheby’s, hanno portato le prove che supportano l’idea che il pezzo fosse stato rubato al tempio dopo il 1970 nel periodo più caotico della storia cambogiana della sua sanguinosa guerra civile e dell’occupazione vietnamita. Moltissime testimonianze di abitanti dicono che il tempio era essenzialmente intatto fino agli anni 70 e che fino agli anni 60 non esistevano strade necessarie per il trasporto di statue grandi e pesanti.
Il signor Latchford, autore di un libro sulle antichità Khmer e studioso di storia Khmer da oltre quarant’anni, nota che i pezzi Khmer sono oggetto di razzia da secoli. Quando gli si chiede cosa pensasse della possibilità che i pezzi siano stati rubati in tempi non antichi dice: “Non ho ragione di credere se sia vero o falso. Non so.”