Nelle tre province del profondo meridione thailandese, le più colpite dall’insorgenza, Yala, Pattani e Narathiwat, un motivo fondamentale di risentimento tra i nazionalisti musulmani, che aspirano ad una indipendenza o ad una autonomia sostanziale dallo stato a maggioranza buddista, è il problema della lingua Malay, marginalizzata dallo stato Thai.
Per quasi un secolo lo sforzo dello stato centrale a promuovere il Thai come la sola lingua legittima ha creato animosità e, persino, resistenza violenta nel profondo meridione, regione storicamente di lingua Malay. Se sarà mai instaurata una pace relativa il problema della lingua dovrà essere rivisto. Dopo la legge del 1921 che istituiva l’educazione primaria come obbligatoria rendendo il Thai la lingua di istruzione, un musulmano aristocratico Tengku Abdul Kadir lanciò una ribellione contro il governo ritenendo che il governo volesse distruggere l’identità Malay Musulmana e convertirli in buddisti che parlano il Thai.
La resistenza organizzata Malay contro il governo Thailandese in seguito contribuì all’approvazione dell’uso del Malay come lingua di istruzione in alcune scuole pubbliche primarie e secondarie nella regione a partire dal 1948. Tuttavia il governo autoritario di Sarit Thanarat cominciò nel 1961 a trasformare le scuole tradizionali islamiche pondok in scuole private islamiche accreditate che usavano come lingua di istruzione il Thai. Questo servì come fattore prossimo importante nella fondazione dell’organizzazione separatista Barisan Revolusi Nasional nel 1963. Gli analisti credono che BRN resta nel cuore della insorgenza ombrosa e largamente ritenuta frazionata del meridione thailandese.
Le scuole pondok islamiche erano il bastione del capitale simbolico per i musulmani malay nell’ex sultanato di Pattani, una regione che rozzamente corrisponde all’area immersa nella guerriglia. Sebbene l’Islam sia stato introdotto nella regione attorno al 14° secolo, ci fu un incremento forte nella fondazione delle scuole pondok nel 19° secolo, quando a quel tempo il Siam, ora Thailandia, cominciò ad affermare il proprio potere su Pattani e gli altri regni malay circostanti mediante la guerra. La colonizzazione interna del Siam di Pattani indebolì radicalmente il ruolo della regione come un centro commerciale vibrante nella penisola malay.
Gli storici David Wyatt e Francis Bradley individuarono nella distruzione di Patani la spinta degli studiosi religiosi della regione a rivolgersi più verso la Mecca nello sforzo di ristrutturare e riformare Patani. Questi stessi studiosi locali sarebbero diventati in seguito figure importanti nel circolo del sudest asiatico degli studiosi islamici.
Il loro ruolo nella pubblicazione di testi scritti legati alla lingua Jawi aiutò a trasformare Patani nel centro principale di insegnamenti islamici nella penisola Malay nella seconda metà del 19° secolo.
La lingua Jawi, l’uso di una scrittura arabica modificata per scrivere il Malay clasico, è stato pian piano minato dall’introduzione del Thai, come parlato nella Thailandia Centrale, e dalla scrittura thailandese nella regione. I musulmani di lingua malay ora usano notevolmente meglio il Thai scritto dell’antiquato Jawi una volta la forma dominante della scrittura malay nel sudest asiatico delle isole.
Ora la maggioranza della gente di lingua Malay non riesce a scrivere una frase originale in Jawi né a capire bene dalla lettura di testi Jawi. Una generazione più giovane di Malay comunque ha conquistato qualche comando del Jawi poiché è insegnata in un crescente numero di scuole materne tadika islamiche e di scuole private islamiche. La fine del Jawi ha creato da tempo un forte risentimento tra chi è orgoglioso e fiero di diffondere la conoscenza islamica.
Ma c’è una più vasta animosità tra i musulmani malay verso la più generale erosione dell’uso del Malay. In vari gradi molti musulmani malay di buona istruzione in Thailandia guardano verso la Malesia, l’Indonesia, Brunei e Singapore e si accorgono come i dialetti Malay sono parlati largamente ed anche usati come lingue ufficiali. In molti ironizzano che mentre il Thai è utile solo in Thailandia, il Malay lo si può usare in queste nazioni della regione. Questi sentimenti si sono approfonditi tra chi attende una ulteriore integrazione delle nazioni dell’ASEAN con la nascita della comunità economica dell’ASEAN per il 2015 che, a loro avviso, fornirà un modo per elevare lo status della lingua Malay nel lontano meridione thailandese.
Malgrado le affinità linguistiche con chi parla il Malay oltre le frontiere del paese, l’ascesa del Thai come lingua implica che una minoranza Malay musulmani non hanno più il comando della loro lingua d’origine, e molti genitori di varie estrazioni sociali sono preoccupati che le future generazioni non comprenderanno più la loro lingua materna. Alcuni Malay più anziani sono soliti parlare della politica della lingua rimproverando i giovani che usano il Thailandese in pubblico e privato.
Quegli anziani forse ancora pensano al periodo in cui il Malay era la lingua franca in tutta la regione. Non meno di 40 anni fa cinesi e Thai erano costretti ad imparare il dialetto locale Malay per gli affari ed il commercio, per cui molti anziani Malay non parlano Thai mentre alcuni anziani thailandesi e cinesi parlano molto bene il malay locale.
In alcuni villaggi a maggioranza Malay e minoranza thai, persino i giovani thai possono parlare il dialetto malay. Serve a ricordare che gli sforzi dello stato versi l’unificazione linguistica sono iniziati solo di recente per poter radicarsi nella regione a minoranza etnica, dove la padronanza del Thai scema a paragone con altre aree del paese.
Mentre il periodo relativamente pacifico tra gli anni 80 e 90 ha visto un’ascesa della lingua thai, la violenza continuata dal 2004 ha aperto un nuovo dibattito sul corso futuro dell’uso della lingua nella regione. Lo scontento ha fornito una opportunità politica per gli attivisti nazionalisti di minare la tendenza verso il thailandese e dare al Malay qualche riconoscimento. I frequenti seminari e conferenze sul conflitto hanno fornito loro una piattaforma per affermare la legittimità dell’uso del Malay nella regione, lavorando per esempio per rendere ufficiali termini come “Patani Malay” o “Melayu Patani” in Thailandese per riferirsi alla lingua locale.
Nel tentativo di migliorare la loro reputazione con la popolazione locale e gli osservatori internazionali, vari governi thailandesi hanno sentito l’obbligo di mostrare maggiore rispetto e sensibilità verso l’uso locale del Malay. Abituati da tempo a riferirsi al dialetto Malay come “pasa yawi” o “pasa Isalam”, molti rappresentanti thai hanno assorbito dai recenti dibattiti intellettuali e si riferiscono ora alla lingua come “pasa Melayu”, lingua Malay. Una apparente minoranza si è spinta fino a riferirsi specificatamente al malay del posto come “pasa Melayu Patani” o lingua Malay di Patani.
Affrontare le rimostranze per l’uso della lingua è stato centrale alle proposte di risoluzione del conflitto elaborate dalla Commissione di Riconciliazione nazionale, che fu fondata nel 2005 dall’allora primo ministro Thaksin. Essa raccomandava nel 2006 che si usasse il Malay come seconda lingua di lavoro nella regione implicando che potesse essere usata negli uffici governativi.
La raccomandazione fu comunque rifiutata da una delle figure più influenti, Prem Tinsulanonda, ex premier e consigliere della monarchia, il quale affermò che solo il Thai doveva essere usato come lingua di istruzione nelle scuole sottolineando la riluttanza di lunga data thailandese a riconoscere il Malay.
Eppure anche figure allineate con l’opposizione del Partito Democratico, visto spesso come conservatore riluttante cioè a cambiare gli equilibri del potere politico tra il governo centrale e la regione a minoranza etno-religiosa, hanno mostrato qualche sostegno per elevare lo status del Malay. Nel 2009 sotto il governo di Abhisit, il ministro degli esteri Kasit Piromya parlò ad un gruppo di rappresentanti di vari paesi della Organizzazione della conferenza islamica nella provincia di Pattani sul conflitto. Kasit, che era un ex capo del gruppo realista PAD, disse loro: “Se fosse per me, renderei Yawi una lingua ufficiale”
Da un lato certe convenienze diplomatiche da parte di rappresentanti di Bangkok segnano un passo in avanti nella coscienza e riconoscimento della lingua Malay. Allo stesso tempo l’affermazione di Kasit dimostrava una radicata mancanza di conoscenza del dialetto Malay locale tra i Thai e gli stranieri che hanno lavorato nella regione travagliata visto che moltissimi fondono Yawi e Jawi.
“Yawi” è il modo di pronunciare Jawi da parte dei Thailandesi. Ma mentre Jawi si riferisce alla forma scritta del Malay classico, i Thai usano sbagliando il termine Yawi per riferirsi alla lingua Malay parlata in loco. La maggioranza dei Thai credono sbagliando che Yawi sia una forma scritta del dialetto Malay. Gli studiosi Thai e stranieri e i lavoratori delle ONG hanno confuso parlando del problema notando che la popolazione di lingua Malay parla e scriva fluentemente il Yawi.
La mancanza di scioltezza nel Jawi tra gli abitanti Malay indica che la logica dietro i recenti sforzi di introdurre il jawi possano esser più simbolici che pratici. Per esempio, quando furono presentati manuali di addestramento prodotti dal governo in due lingue, Thai e Jawi, un gruppo di Volontari di difesa del Villaggio dissero che nessuno poteva leggere la versione Jawi. Tuttavia furono tutti d’accordo nel dire che era il gesto di offrire una versione in Jawi era conciliatorio e positivo da parte del governo.
Alcuni di questi ed altri hanno salutato positivamente la politica del SBPAC di introdurre le segnaletiche stradali in tre lingue, Jawi, Inglese e Thai. In un altro gesto simbolico il centro amministrativo regionale, il cui segretario è nominato da Bangkok, di recente ha aggiunto il Jawi nell’insegna principale del centro all’entrata del palazzo a Yala. Lo stesso centro ha lavorato anche con sforzi delle ONG per cambiare i nomi di alcuni villaggi dal Thai in Malay secondo quelli più comunemente usati tra gli abitanti malay del posto.
Sono molte le televisioni e le radio che trasmettono in Malay senza persecuzione da parte del governo. Più di recente, il Servizio di Trasmissioni Nazionali della Thailandia annunciava che con l’inizio del nuovo anno avrebbe usato solo il Malay locale nei programmi TV e Radio nella regione.
Il Malay locale sta diventando sempre più usato insieme nelle classi sia nelle scuole governative che in quelle private islamiche. Nel 2006 il ministro dell’istruzione cominciava un progetto in cui i docenti di 12 scuole governative erano incoraggiati ad usare il Malay locale nelle classi prescolari. Meno formalmente agli insegnanti di lingua malay per la regione è stata data mano libera ad usare il Malay Patani nelle loro classi.
Alcuni studiosi attenti al profondo meridione hanno suggerito che i giovani Malay musulmani possono migliorare sia le loro abilità linguistiche in Thai che la conoscenza secolare attraverso l’educazione bilingue. L’istituto di ricerca per la lingua della Mahidol University di Bangkok ha introdotto un programma in cui lo scritto Thai è usato per scrivere il Patani malay. Esso è attivo in quattro classi pilota sin dal 2008 ma quest’anno il ministro dell’istruzione ha dato il suo assenso per permettere l’espansione del programma ad un totale di 15 scuole. Inoltre il Jawi sarà presto insegnato in queste scuole ad iniziare dalla quarta elementare, mentre il Malay con caratteri romanici, o Rumi, sarà introdotto come lingua straniera negli anni successivi al quarto.
Negli ultimi anni, sia il Jawi che il Rumi sono stati introdotti in molte scuole governative nella regione benché per poche ore a settimana. Il programma Mahidol ha conquistato il sostegno tra i rappresentanti del governo. Ma poiché il governo usa la scrittura thai è stato visto da molte personalità nella comunità Malay come un altro tentativo di Bangkok di cancellare la lingua Malay. Alcuni critici hanno affermato che lo scritto Jawi sarebbe più adatto alla gioventù Malay.
A parte il conflitto sull’uso dello scritto Jawi o Thai, ci sono alcuni Malay Musulmani che preferirebbero lo scritto romanizzato perché aiuterebbe a facilitare l’insegnamento non solo del Malay standard ma anche dell’inglese. La lingua Rumi è ufficiale in Malesia, Indonesia e Singapore e nel Brunei insieme al Jawi.
La ricerca della Mahidol University rivelava che la vasta maggioranza dei genitori di lingua Malay preferiva una scrittura basata sul Thai dal momento che era la sola scrittura che la maggioranza dei genitori poteva capire. Molti Malay istruiti erano in forte disaccordo, ma quella critica è scemata in qualche modo poiché i genitori dei bambini coinvolti nel programma sono stati incoraggiati dai risultati del programma secondo persone dentro la situazione. I risultati dei test hanno mostrato che gli studenti sono divenuti molto più sciolti col Thai ed eccellevano in Matematica e studi sociali se messi a paragone con studenti con solo lingua thai.
Considerato il successo relativo del programma, Bangkok potrebbe implementare formalmente nel futuro lo stile bilingue dell’apprendimento per tutta la regione travagliata. Nel 2010 l’allora primo ministro Abhisit firmava la proposta Politica della Lingua Nazionale dell’Istituto Reale della Thailandia che forniva un sostegno ufficiale all’uso delle lingue e dei dialetti diversi dal Thailandese Centrale nell’istruzione anche come lingua di istruzione. L’attuale Primo Ministro Yingluck Shinawatra autorizzava la formazione di un comitato di applicazione della politica in Aprile.
Comunque, il linguista Kirk Person, consigliere del programma della Mahidol University, diceva che non c’erano chiari segnali sulla possibilità che il programma bilingue si espandesse oltre le 15 scuole. Figure importanti sono preoccupate che una rapida espansione del programma senza un orientamento sufficiente dei docenti e il sostegno della comunità poteva risultare in un programma male applicato che possa vedere l’opposizione di alcuni settori della società Musulmana Malay, preferendo perciò un dispiego più graduale.
Ancora molti musulmani Malay restano cinici sulle affermazioni governative di elevare lo status della Lingua Malay dopo decenni di repressione, lamentando già sul movimento lento della SBPAC nell’applicazione dei programmi in relazione al Malay quali il cambio dei nomi di alcuni illaggi dal Thai in Malay.
Gli stessi cinici sono veloci a notare che nonostante sia passato quasi un decennio di estrema violenza, gli ufficiali dello stato nella regione non avevano molta inclinazione ad imparare il Malay. A se si deve affrontare effettivamente la violenza nella regione con qualche accordo di pace, il problema dell’uso della lingua nella regione a minoranza etnica religiosa sarà probabilmente un problema chiave al tavolo dei negoziati.
Etimologia di un conflitto etnico Jason Johnson, AsiaTimesOnLine