In lontananza si possono sentire le vibrazioni dei gong, il canto dei monaci e il canto chiaro di un gallo. Oggi si festeggia il Loi Kratong e così invece di andare nei campo Kanlaya andrà nel villaggio per seguire le celebrazioni della giornata.
Kok Wao, nelle braccia del fiume Mekong, che letteralmente significa Madre Kong, è un villaggio incastonato tra le colline coperte a cassava, alberi di banano e granturco. Lungo il fiume crescono giardini e barche da pesca sono ancorate lungo le rive. “Si perderà tutto” dice Kanlaya con solennità
Ad un chilometro più a valle rispetto alla posizione di Kanlaya c’è il sito proposto per la diga di Pak Chom.
E’ una diga in cemento che connette Thailandia e Laos e sommergerà 82 chilometri quadri di terra di entrambe le nazioni. Secondo International Rivers la diga produrrà 1079 megawatt che per la maggior parte saranno esportati in Thailandia.
La diga di Pak Chom, proposta dal Dipartimento Thailandese di Energia ed efficienza alternativa, cancellerà venti villaggi in Thailandia tra i quali Kok Wao. Il costo stimato della diga è di 1741 miliardi di dollari, ma i costi ambientali sono di almeno 20 miliardi.
Nel villaggio di Kok Wao gli abitanti sentono già l’effetto delle dighe costruite a monte in Cina. Euy Bootleebong, una abitante di Kok Wao ricorda che un tempo il livello dell’acqua ed il suo scorrere cambiavano secondo le stagioni, ma ora “cresce e decresce indipendentemente da esso”. Casa sua si trova a solo qualche metro dalla riva del fiume.
“Il cambiamento del livello del fiume dipende dall’apertura e chiusura delle saracinesche delle dighe in Cina. Gli abitanti che crescono i raccolti lungo il fiume hanno un bel grattacapo nel sapere quando l’acqua si innalzerà. Talvolta cambia più volte in uno stesso giorno.” dice Santiparp Siriwattana-phaiboon docente della scuola di scienze ambientali all’università di Udon Thani.
Il professore descrive come la corrente del fiume sia diventata più forte da quando sono state costruite le dighe in Cina. “Costruire le dighe crea dei percorsi per le imbarcazioni e gli architetti hanno dovuto far saltare le rocce all’interno del fiume.” Queste rocce di norma rallentano le rapide. Con una corrente meno stabile c’è un maggior problema con l’erosione delle rive del fiume che rende difficoltoso la coltivazione lungo le sue rive.
Se Pak Chom viene costruita Kok Wao ne sarà colpito direttamente con la ricollocazione delle 106 famiglie che ci vivono. La scuola, i giardini, le strade, iltempio saranno tutti sommersi sotto la riserva di acqua.
International Rivers in un comunicato dice: “Non è stato ancora identificato chi porterà avanti il progetto per la diga di Pak Chom. Uno studio di prefattibilità e di indagine ambientale iniziale è stato portato avanti ed completato per il progetto nel 2008 dalla ditta thailandese Panya Consultant e Macro Consultant Company.”
Dal momento che non si conosce l’orizzonte temporale del progetto, gli abitanti hanno ricevuto pochissima informazione sul progetto, se non l’assicurazione da parte dei rappresentanti locali che saranno ricollocati e compensati per la perdita delle loro terre.
Un vicino di Kanlaya, Tamma, ha dei dubbi: “Ho paura che la nuova terra sarà peggiore di quella che abiamo ora e la compesnazione non sarà sufficiente” Ed aggiunge con la nipotina che sta attaccato al braccio: “Chi sarà responsabile per tutto quello che succederà al mio villaggio?”
Nel caso della provincia di Srisiket, una comunità colpita dalla costruzione della diga di Rasi Salai, gli abitanti dei villaggi hanno ricevuto la compensazione solo dopo alcuni anni di protesta. “Quasi la metà degli abitanti colpiti dalla diga hanno ricevuto ricompense magre se non addirittura nulla” si legge sul sito di International Rivers.
Gli abitanti a Rasi Salai devono ancora ricevere ricompense per i danni delle culture perse e il sostentamento come alimenti, acqua e lavoro. E’ molto probabile che la stessa sorte spetterà agli abitanti di Kok Wao per tali perdite.
Un altro abitante, Manit, pescatore anziano, teme per la pesca nella nuova riserva che si formerà. Mentre svuota la barca delle sue reti spiega: “Il livello dell’acqua salirà rendendo totalmente difficile la pesca per me”.
La Commissione del Fiume Mekong (MRC) a cui Thailandia e Laos appartengono ha espresso nel suo rapporto finale che “le specie di pesce nella riserva diminuiranno forse del 30%” Anche una piccola percentuale persa può comportare la perdita di migliaia di tonnellate di pesce perso secondo World Fish Center, una ONG di Penang.
Il capo del villaggio Satien Sodaban, ha cercato ad alleggerire le preoccupazioni degli abitanti del suo villaggio. “Costruiranno un passaggio per i pesci e la pesca non ne soffrirà.”
In Thailandia ci sono stati vari punti in cui i passaggi per i pesci sono stati provati su un tributario del Mekong. La diga di Pak Mun fu costruita nel 1994 con un passaggio per i pesci adiacente. Queste strutture sono state modellate secondo le dighe nord americane per imitare le cascate rocciose che pesci come salmone e trota possono superare. Ma gli architetti hanno trascurato un fatto importante: il pesce del Mekong non salta. La comunità di Pak Mun registrò una caduta del pescato dal 50 al 100% dopo la costruzione della diga secondo un rapporto della Commissione Mondiale sulle dighe.
International Rivers ha spiegato un altro modo in cui la diga di Pak Chom cercherà senza successo di tentare di accomodare la migrazione dei pesci. “Mentre la diga avrà un passaggio per i pesci, l’altezza del progetto è di 55 metri che è significativamente più alto di quello che un pesce può effettivamente attraversare”.
Benchè i costi in termini di mezzi di sostentamento siano alti, il signor Sodaban precede opportunità economiche nella costruzione della diga di Pak Chom. “L’economia del villaggio si sposterà “dall’agricoltura verso il turismo”.
“Il genere di turismo che il governo promuoverà sarà di tipo consumistico” dice Pairoa Sujinpram del Centro di informazione del Nordest per la pace e i diritti umani, il quale afferma che il governo potrebbe offrire contratti agli investitori esterni invece che ai ristoranti e commercianti del luogo. “Gli abitanti non hanno partecipazione in questo nuovo turismo, saranno gli investitori esterni a guadagnarci”.
Nel pomeriggio gli abitanti di Kok Wao e degli altri paesini attorno al distrtto di Pak Chom si affollano insieme sulle colline verdi. Sotto lungo il fiume si ha una corsa delle barche. “Se si costruisce la diga, non potremo avere il Loi Kratong perché non potremo essere assieme” dice Kanlaya.
Per questi abitanti il Mekong fa molto di più che dare quello che necessitano per la sopravvivenza. E’ una via d’acqua della tradizione.
Eppure gli impatti potenziali della diga di Pak Chom sulle comunità del Basso Mekong sono piccola cosa di una storia più grande. I governi della Commissione del Fiume Mekong, che include anche Cambogia e Vietnam, discutono piani per dodici righe sul flusso principale del fiume. Il rapporto di Valutazione ambientale strategica della MRC del 200 metteva in guardia sul fatto che queste dighe potrebbero avere un effetto catastrofico e causare “danni ambientali irreversibili”.
Sarebbero 41 le specie di pesce del Mekong a rischio di estinzione e secondo i ricercatori subirebbero forti danni anche la produzione agricola; i nutrimenti ed i sedimenti trasportati attualmente dal fiume verso i suoli fertili delle pianure agricole non passerebbero attraverso le dighe.
E’ un fatto che la Asian Development Bank che ha promosso progetti idroelettrici in larga scala nel passato non abbia esteso i suoi finanziamenti alle dighe sul fiume Mekong. Craig Steffensen, direttore per la Asian development Bank per la Thailandia, ha risposto alla richiesta di informazioni in questi termini: “Il punto di vista della Banca è che gli impatti potenzialmente negativi dei progetti idroelettrici sul corso del fiume non sono ben conosciuti, e potrebbero superare i benefici dello sviluppo, specialmente quando si tengono in conto gli effetti cumulativi. Quindi sono necessari ulteriori studi”.
Quella sera Kanlaya e il resto del villaggio seguono il festival del Loi Krathong. Al molo gli abitanti si inginocchiano e lasciano galleggiare i loro Krathong decorati con steli di banano, con fiori e candele accese. Il fiume è pieno di luci mentre gli abitanti chiedono perdono al fiume e augurano la buona fortuna per il futuro.
“Non possiamo protestare, non possiamo fermarli” dice Manit, rassegnato. Dietro di lui il Mekong scorre liberamente, mentre lui organizza le sue reti. “Dal momento che siamo una minoranza dobbiamo accettare il nostro destino, qualunque cosa il governo vuole fare sarà fatta”.
Mentre alcuni come Manit hanno accettato il loro destino possibile, altri non sono disposti ad arrendersi così facilmente. Kanlaya e Euy sono due voci di donne forti nel villaggio, parte di un’organizzazione crescente della comunità, Gruppo di Conservazione del Mekong, dedicato a prevenire la costruzione della diga.
“Il nostro gruppo è ancora piccolo” dice Euy. Ma il gruppo composto da 50 persone trova il tempo per tenere le riunioni sul pavimento della casa di Kanlaya oppure nelle serate umide mentre raccolgono il caucciù nei campi. Il gruppo si sostiene vendendo merendine impacchettate in foglie di banano. “Ci sono anche altri abitanti. Se davvero vengono per costruire la diga non saremo solo noi” dice Euy “Abbiamo amici”
Se si conta tutta la gente che dipende dal Mekong, allora sono sessanta milioni gli amici di Kok Wak.
Siamo a Kok Wao, Thailandia, lungo il Mekong. Kanlaya Jaiyot si sveglia alle quattro della mattina. Guardando dal lungo fiume Kanlaya riesce a distinguere attraverso la nebbia il Laos, e qui il Mekong fa da confine. In lontananza si possono sentire le vibrazioni dei gong, il canto dei monaci e il canto chiaro di un gallo. Oggi si festeggia il Loi Kratong e così invece di andare nei campo Kanlaya andrà nel villaggio per seguire le celebrazioni della giornata.
Kok Wao, nelle braccia del fiume Mekong, che letteralmente significa Madre Kong, è un villaggio incastonato tra le colline coperte a cassava, alberi di banano e granturco. Lungo il fiume crescono giardini e barche da pesca sono ancorate lungo le rive. “Si perderà tutto” dice Kanlaya con solennità
Ad un chilometro più a valle rispetto alla posizione di Kanlaya c’è il sito proposto per la diga di Pak Chom.
E’ una diga in cemento che connette Thailandia e Laos e sommergerà 82 chilometri quadri di terra di entrambe le nazioni. Secondo International Rivers la diga produrrà 1079 megawatt che per la maggior parte saranno esportati in Thailandia.
La diga di Pak Chom, proposta dal Dipartimento Thailandese di Energia ed efficienza alternativa, cancellerà venti villaggi in Thailandia tra i quali Kok Wao. Il costo stimato della diga è di 1741 miliardi di dollari, ma i costi ambientali sono di almeno 20 miliardi.
Nel villaggio di Kok Wao gli abitanti sentono già l’effetto delle dighe costruite a monte in Cina. Euy Bootleebong, una abitante di Kok Wao ricorda che un tempo il livello dell’acqua ed il suo scorrere cambiavano secondo le stagioni, ma ora “cresce e decresce indipendentemente da esso”. Casa sua si trova a solo qualche metro dalla riva del fiume.
Il cambiamento del livello del fiume dipende dall’apertura e chiusura delle saracinesche delle dighe in Cina. Gli abitanti che crescono i raccolti lungo il fiume hanno un bel grattacapo nel sapere quando l’acqua si innalzerà. Talvolta cambia più volte in uno stesso giorno.” dice Santiparp Siriwattana-phaiboon docente della scuola di scienze ambientali all’università di Udon Thani.
Il professore descrive come la corrente del fiume sia diventata più forte da quando sono state costruite le dighe in Cina. “Costruire le dighe crea dei percorsi per le imbarcazioni e gli architetti hanno dovuto far saltare le rocce all’interno del fiume.” Queste rocce di norma rallentano le rapide. Con una corrente meno stabile c’è un maggior problema con l’erosione delle rive del fiume che rende difficoltoso la coltivazione lungo le sue rive.
Se Pak Chom viene costruita Kok Wao ne sarà colpito direttamente con la ricollocazione delle 106 famiglie che ci vivono. La scuola, i giardini, le strade, iltempio saranno tutti sommersi sotto la riserva di acqua.
International Rivers in un comunicato dice: “Non è stato ancora identificato chi porterà avanti il progetto per la diga di Pak Chom. Uno studio di prefattibilità e di indagine ambientale iniziale è stato portato avanti ed completato per il progetto nel 2008 dalla ditta thailandese Panya Consultant e Macro Consultant Company.”
Dal momento che non si conosce l’orizzonte temporale del progetto, gli abitanti hanno ricevuto pochissima informazione sul progetto, se non l’assicurazione da parte dei rappresentanti locali che saranno ricollocati e compensati per la perdita delle loro terre.
Un vicino di Kanlaya, Tamma, ha dei dubbi: “Ho paura che la nuova terra sarà peggiore di quella che abiamo ora e la compesnazione non sarà sufficiente” Ed aggiunge con la nipotina che sta attaccato al braccio: “Chi sarà responsabile per tutto quello che succederà al mio villaggio?”
Nel caso della provincia di Srisiket, una comunità colpita dalla costruzione della diga di Rasi Salai, gli abitanti dei villaggi hanno ricevuto la compensazione solo dopo alcuni anni di protesta. “Quasi la metà degli abitanti colpiti dalla diga hanno ricevuto ricompense magre se non addirittura nulla” si legge sul sito di International Rivers.
Gli abitanti a Rasi Salai devono ancora ricevere ricompense per i danni delle culture perse e il sostentamento come alimenti, acqua e lavoro. E’ molto probabile che la stessa sorte spetterà agli abitanti di Kok Wao per tali perdite.
Un altro abitante, Manit, pescatore anziano, teme per la pesca nella nuova riserva che si formerà. Mentre svuota la barca delle sue reti spiega: “Il livello dell’acqua salirà rendendo totalmente difficile la pesca per me”.
La Commissione del Fiume Mekong (MRC) a cui Thailandia e Laos appartengono ha espresso nel suo rapporto finale che “le specie di pesce nella riserva diminuiranno forse del 30%” Anche una piccola percentuale persa può comportare la perdita di migliaia di tonnellate di pesce perso secondo World Fish Center, una ONG di Penang.
Il capo del villaggio Satien Sodaban, ha cercato ad alleggerire le preoccupazioni degli abitanti del suo villaggio. “Costruiranno un passaggio per i pesci e la pesca non ne soffrirà.”
In Thailandia ci sono stati vari punti in cui i passaggi per i pesci sono stati provati su un tributario del Mekong. La diga di Pak Mun fu costruita nel 1994 con un passaggio per i pesci adiacente. Queste strutture sono state modellate secondo le dighe nord americane per imitare le cascate rocciose che pesci come salmone e trota possono superare. Ma gli architetti hanno trascurato un fatto importante: il pesce del Mekong non salta. La comunità di Pak Mun registrò una caduta del pescato dal 50 al 100% dopo la costruzione della diga secondo un rapporto della Commissione Mondiale sulle dighe.
International Rivers ha spiegato un altro modo in cui la diga di Pak Chom cercherà senza successo di tentare di accomodare la migrazione dei pesci. “Mentre la diga avrà un passaggio per i pesci, l’altezza del progetto è di 55 metri che è significativamente più alto di quello che un pesce può effettivamente attraversare”.
Benchè i costi in termini di mezzi di sostentamento siano alti, il signor Sodaban precede opportunità economiche nella costruzione della diga di Pak Chom. “L’economia del villaggio si sposterà “dall’agricoltura verso il turismo”.
“Il genere di turismo che il governo promuoverà sarà di tipo consumistico” dice Pairoa Sujinpram del Centro di informazione del Nordest per la pace e i diritti umani, il quale afferma che il governo potrebbe offrire contratti agli investitori esterni invece che ai ristoranti e commercianti del luogo. “Gli abitanti non hanno partecipazione in questo nuovo turismo, saranno gli investitori esterni a guadagnarci”.
Nel pomeriggio gli abitanti di Kok Wao e degli altri paesini attorno al distrtto di Pak Chom si affollano insieme sulle colline verdi. Sotto lungo il fiume si ha una corsa delle barche. “Se si costruisce la diga, non potremo avere il Loi Kratong perché non potremo essere assieme” dice Kanlaya.
Per questi abitanti il Mekong fa molto di più che dare quello che necessitano per la sopravvivenza. E’ una via d’acqua della tradizione.
Eppure gli impatti potenziali della diga di Pak Chom sulle comunità del Basso Mekong sono piccola cosa di una storia più grande. I governi della Commissione del Fiume Mekong, che include anche Cambogia e Vietnam, discutono piani per dodici righe sul flusso principale del fiume. Il rapporto di Valutazione ambientale strategica della MRC del 200 metteva in guardia sul fatto che queste dighe potrebbero avere un effetto catastrofico e causare “danni ambientali irreversibili”.
Sarebbero 41 le specie di pesce del Mekong a rischio di estinzione e secondo i ricercatori subirebbero forti danni anche la produzione agricola; i nutrimenti ed i sedimenti trasportati attualmente dal fiume verso i suoli fertili delle pianure agricole non passerebbero attraverso le dighe.
E’ un fatto che la Asian Development Bank che ha promosso progetti idroelettrici in larga scala nel passato non abbia esteso i suoi finanziamenti alle dighe sul fiume Mekong. Craig Steffensen, direttore per la Asian development Bank per la Thailandia, ha risposto alla richiesta di informazioni in questi termini: “Il punto di vista della Banca è che gli impatti potenzialmente negativi dei progetti idroelettrici sul corso del fiume non sono ben conosciuti, e potrebbero superare i benefici dello sviluppo, specialmente quando si tengono in conto gli effetti cumulativi. Quindi sono necessari ulteriori studi”.
Quella sera Kanlaya e il resto del villaggio seguono il festival del Loi Krathong. Al molo gli abitanti si inginocchiano e lasciano galleggiare i loro Krathong decorati con steli di banano, con fiori e candele accese. Il fiume è pieno di luci mentre gli abitanti chiedono perdono al fiume e augurano la buona fortuna per il futuro.
“Non possiamo protestare, non possiamo fermarli” dice Manit, rassegnato. Dietro di lui il Mekong scorre liberamente, mentre lui organizza le sue reti. “Dal momento che siamo una minoranza dobbiamo accettare il nostro destino, qualunque cosa il governo vuole fare sarà fatta”.
Mentre alcuni come Manit hanno accettato il loro destino possibile, altri non sono disposti ad arrendersi così facilmente. Kanlaya e Euy sono due voci di donne forti nel villaggio, parte di un’organizzazione crescente della comunità, Gruppo di Conservazione del Mekong, dedicato a prevenire la costruzione della diga.
“Il nostro gruppo è ancora piccolo” dice Euy. Ma il gruppo composto da 50 persone trova il tempo per tenere le riunioni sul pavimento della casa di Kanlaya oppure nelle serate umide mentre raccolgono il caucciù nei campi. Il gruppo si sostiene vendendo merendine impacchettate in foglie di banano. “Ci sono anche altri abitanti. Se davvero vengono per costruire la diga non saremo solo noi” dice Euy “Abbiamo amici”
Se si conta tutta la gente che dipende dal Mekong, allora sono sessanta milioni gli amici di Kok Wak.
Jahala Dudley ed altri, New mandala