Sono tre milioni le famiglie, su 94 milioni di persone, che non hanno accesso all’elettricità ed alcune province hanno elettricità solo per poche ore al giorno, mentre le comunità remote possono solo affidarsi a generatori elettrici a diesel e il costo dell’elettricità resta uno dei più alti dell’Asia, peso notevole per una popolazione il cui 26% vive sotto la soglia della povertà.
Secondo i dati della Japanese External Trade Organization (JETRO) il costo dell’energia elettrica a Manila è di 0,23 dollari al kWh, mentre a Tokyo e Singapore si aggirano entrambe attorno a 0,20 dollari.
La crescita economica attuale filippina che si aggira al 6,6% nel 2012 si accompagna con una richiesta di energia crescente a cui mal si adegua la fornitura che crescerà del 4% annuo fino al 2015. Alla luce di tutto questo il dipartimento dell’energia punta molto alle iniziativa di energie rinnovabili.
In un recente forum sulla sicurezza energetica, il direttore del dipartimento delle energie alternative del Ministero dell’energia, Mario Marasigan, ha detto che il paese ha pianificato due progetti solari e tre progetti eolici oltre a varie progetti idroelettrici per provare a diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Attualmente il paese usa il 38% di energia da fonti rinnovabili e quasi la metà è rappresentato da energia geotermica ed idroelettrica. Le altre fonti come l’eolico, le biomasse e il solari sono poco presenti e quindi rappresentano il grande potenziale di crescita.
I tre progetti eolici approvati per le operazioni commerciali sono uno a Pililla, provincia di Rizal, di 67 megawatt, uno da 87 MW nella provincia di Ilocos Norte ed uno a Guimaras nella regione centrale delle Visayas. La sola operativa al momento si trova a a Bangui Bay nella provincia di Ilocos Norte con 20 turbine di capacità totale di 33 MW.
Il solare invece, nonostante la sua vasta potenzialità è per lo più non sfruttato. Il paese è indietro in termini di implementazioni della politica e sviluppo del solare. Attualmente esiste una sola centrale solare funzionante a Cagayan de Oro a Mindanao.
Il paese si è dato il target di triplicare per il 2030 la sua capacità produttiva nel campo delle energie rinnovabili per raggiungere i 15 mila MW che permetterà al paese di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni globali di biossido di carbonio.
I gruppi ambientalisti come Greenpeace credono che siano necessarie mosse audaci se si vuole che il paese si assicuri un futuro energetico sostenibile e che esca dal sistema di generazione dominato dal carbone per il 37% e dal gas per il 30%, mentre il governo continua a lavorare con centrali a carbone anche quando parla di priorità delle energie rinnovabili. Dice Anna Abad di Greenpeace: “Nonostante l’approvazione della legge sulle energie rinnovabili del 2008, il ministero dell’energia ha approvato centrali a carbone un po’ dappertutto lasciando ancora fermi lo sviluppo e la messa a regime di sistemi di energia rinnovabile.”
La legge del 2008 intende facilitare l’applicazione di progetti di energia rinnovabile incoraggiando lo stabilirsi di incentivi e schemi di sostegno per stimolare gli investimenti nel campo delle energie alternative.
Secondo le cifre del Ministero oltre a dieci impianti a carbone in funzione si prevedono 23 nuove centrali di cui 3 sono collocate nel mezzo di comunità cittadine. La sensazione che si ha è che questi nuovi impianti “toglieranno lo spazio e la potenzialità per l’energia rinnovabile e bloccare il paese nell’uso di energie sporche per i prossimi decenni”.
Un’altra sfida da superare per sviluppare il potenziale delle energie alternative sono i costi alti per portare la corrente nelle oltre 7000 isole dell’arcipelago. Inoltre il ministero deve superare difficoltà amministrative, incentivi finanziari insufficienti e problemi tecnici nella griglia di distribuzione.
“Fonti energetiche variabili come il vento e il sole rappresentano nuove sfide al paese in termini di previsini, pianificazione e operazione della rete, della stabilità della rete e sviluppo del mercato” duce un esperto di integrazione della rete, Poller. La pianificazione, a suo dire, è cruciale perché gli impianti eolici devono essere costruiti dove il vento è il massimo spesso lontane da aree abitate, mentre l’idroelettrica è la più utilizzabile durante la stagione piovosa ed essere sfruttata di conseguenza.
Parte delle difficoltà da superare per il ministero è di conquistarsi il sostegno per le energie rinnovabili con una base di consumatori che eguagliano fonti alternative a prezzi maggiori. Parlando alla stampa ai margini del forum Marasigan ha rigettato le paure di prezzi maggiorati come un errore concettuale, aggiungendo che cambiare verso le fonti rinnovabili, nel lungo periodo, sarà benefico verso il consumatore medio.
“Mentre i prezzi dei combustibili fossili cresceranno soltanto nei prossimi anni, il prezzo delle rinnovabili saranno ferme allo stesso prezzo per i prossimi venti anni”.
Nel luglio del 2012 la Commissione regolatrice dell’energia delle Filippine, su richiesta della commissione nazionale delle energie rinnovabili, ha fissato il prezzo per kWh per ogni fonte energetica. Per il solare sarà di 0,23 dollari USA, per l’eolico 0,20 e 0,14 per l’energia idroelettrica.