La costruzione di grandi dighe idroelettriche, attuali e proposte, lungo il corso del Mekong e i suoi vari affluenti ha creato molte questioni sociali ed ambientali senza risposta per governi e comunità della Cambogia, Laos, Cina, Vietnam, Birmania e Thailandia.
Gran parte delle preoccupazioni su questi progetti si soffermano sull’estensione degli effetti negativi sulla salute del fiume e sulla sicurezza alimentare. Più di tutto le tantissime dighe proposte minacciano di ridurre la biodiversità e l’abbondanza di pesce di acqua dolce, la fonte maggiore di proteine animali per tanti dei 67 milioni di abitanti del bacino del Mekong.
La diga a Xayaburi è la prima di 12 dighe ad esser proposta sul Basso Mekong che, dopo essere stata posposta a metà del 202 in risposta alle pressioni internazionali e regionali di rivedere le conseguenze ambientali, ha ricevuto di recente il via libera. Si pensa che colpirà il sostentamento di centinaia di migliaia di persone per i suoi impatti negativi sull’ecologia del fiume e sulla pesca in particolare. Questa è solo una delle dighe. L’impatto dell’intera serie potrebbe esser molto più devastante. Uno studio recente simulava perdite catastrofiche nella produttività e diversità della pesca come il risultato della costruzione di 85 dighe sul canale principale e sugli affluenti.
Da un punto di vista idro-geomorfologico la cascate di dighe cambierebbero fondamentalmente il regime del flusso del fiume che sostiene l’habitat e il trasporto dei sedimenti. Ne sarebbero affetti non solo i flussi stagionali, diminuirebbero la grandezza e i tempi degli eventi di alti flussi, intaccando fortemente l’ambiente acquatico. Le piane adiacenti ai fiumi inondate stagionalmente sono ambienti di nutrimento produttivo, di crescita e di allevamento di tante specie di pesci importanti del Mekong. Forse più importante le grandi lagune profonde in alcune sezioni del canale principale servono come ambiente di rifugio dei pesci durante la stagione secca. Inoltre i sedimenti trasportati naturalmente nel fiume son o vitali per mantenere gli Habitat acquatici come le lagune e le barre dei fiumi nei canali fluviali, come pure nei delta a valle. La vita acquatica dipende dai nutrienti associati ai sedimenti, ai detriti e ai rifiuti organici.
La distruzione dell’habitat causata da una mancanza di flusso durate gli eventi alluvionali e la riduzione di sedimenti potrebbero comportare una perdita della diversità di pesce e della sua abbondanza, aggiungendosi ulteriormente agli impatti causati dalla distruzione dei percorsi di migrazione. L’implementazione della scala di risalita dei pesci o di altri sistemi di migrazione, come quelli proposti per Xayaburi, si sa che hanno un effetto limitato per i pesci del Mekong che continuerebbe ancora ad attraversare le turbine per andare a valle. Inoltre i passaggi del pesce non bilanciano la perdita di habitat né permetterebbero lo spostamento a valle delle larve dei pesci.
Mentre il legame tra costruzione delle dighe, ecologia dei pesci e sicurezza alimentare è ovvia, è stata data attenzione limitata alla minaccia potenziale che tali dighe sul Mekong porranno sulla salute mediante l’ecologia della malattia e la salute degli alimenti. Il Bacino del Mekong con i suoi cambi repentini contiene una vasta serie di patogeni associati all’acqua e agli alimenti. Questi vanno dalle zanzare che trasportano la malaria e la febbre di dengue ai protozoi collegati alle malattie diarroiche (Cryptosporidium, Giardia lamblia, e Entamoeba ) e schistosomi che infettano l’uomo a che entra in contatto con acque contenenti cercarie infettive. Trematodi trasportati dagli alimenti come parassiti del fegato, polmoni ed intestino contribuiscono a malattie e mortalità a causa della grande predilezione di molti abitanti a mangiare pesce crudo o cotto male, alcuni dei quali infetti di parassiti cancerogeni, come Opisthorchis viverrini.
La costruzione di dighe potrebbe causare potenzialmente un aumento dell’incidenza di tante di queste malattie tropicali dimenticate poiché la loro epidemiologia è intrinsecamente legata all’ecologia delle piane umide e alla gestione delle acque di superficie. Per esempio essa potrebbe accrescere l’habitat richiesto per la sopravvivenza e/o riproduzione dei vettori della malaria quali Aedes, Anopheles e Culex. In altre parti sono emerse o riapparse la schistomiasi con progetti idroelettrici di grandi dimensioni, come a Gezira-Managil (Sudan), Aswan (Egypt), Melkasadi (Ethiopia), e the Danling and Huangshi (China). In modo simile, ci si attende che cambiamenti nel livello dell’acqua e di deposizione di sedimenti a valle in seguito alla diga de Three Gorges in Cina accrescano la stagione di trasmissione di schistosoiasi dentro le paludi lungo i tratti bassi e di mezzo del fiume Azzurro. La schistosomiasi è naturale lungo il corso del Mekong nelle parti meridionali del Laos e nella Cambogia nordorientale e le dighe potrebbero rafforzare la diffusione.
C’è già un esempio nel bacino del Basso Mekong che lega l’ecologia della malattia infettiva e i cambiamenti antropomorfi sull’acqua superficiale. I progetti di sviluppo nel Laos mirati al miglioramento delle infrastrutture stradali e alla riduzione delle alluvioni hanno reso facile lo scavo di piccole piscine di acquacoltura dentro i villaggi, le quali ora forniscono microhabitat creati dall’uomo in cui può avvenire il ciclo completo del Opisthorchis viverrini.
La minaccia di un aumento di diffusione della Opisthorchis viverrini cresce ulteriormente poiché non ci sono precauzioni per prevenire l’accumulo di sistemi di acquacoltura con pesce che non è infetto con trematodi tra i quali il Opisthorchis viverrini nei vivai come scoperto in uno studio sul Laos e un altro nel nordest della Thailandia.
Il legame tra Oposhorciasi e le piscine di giardino nel Laos dimostra quello che si potrebbe venire a creare con la costruzione di dighe sul Mekong sia direttamente che indirettamente rispetto a nuovi ambienti dove si potrebbe venire a completare l’intero ciclo vitale di queste trematodi. E’ probabile per esempio che l’acquacoltura in piccola scala, come pure in riserve dietro le dighe, aiuteranno a contenere la caduta nella proteina di pesce selvaggio causato dalla diga, stimato in 340 mila tonnellate, la più importante industria della pesca interna al mondo. La minaccia di questa malattia si ingigantisce in tali ambienti confinati, poiché le cercarie che liberamente nuotano hanno una probabilità maggiore di contattare e infettare il pesce ospite natio. Inoltre l’acqua rilasciata dalla diga per l’irrigazione e nei periodi di alta capacità può agire da centro di accumulazione del vettore fornendo nuovi habitat per lumache infette e vettori di pesce intermedi.
Riconosciamo che ci sono alcune incertezze nella nostra valutazione dei legami tra costruzione della diga e innesco della malattia. Per esempio il rischio di incidenza della malattia probabilmente varierà molto per tutto il bacino del Mekong. Nel caso del O. viverrini, l’incidenza è in parte determinata dagli elementi culturali legati all’alimento, vale a dire la predilezione di alcuni gruppi di persona a mangiare pesce non cotto a dovere. Nelle aree dove l’infezione da acquacoltura è preoccupante, l’introduzione di specie che non sono conosciute ospitare il parassita del trematoda potrebbe ridurre il rischio di maggiore infezione umana, ma tali specie potrebbero non essere accettate in alcune ricette locali a causa del differente gusto.
Ad una scala più grande, la cascata proposta di dighe potrebbe generare incrementi nella transizione di vari tipi di malattie comunicabili legate all’acqua e al vettore che spesso seguono ad alluvioni vasti e protratti. Comunque un tal positivo risultato non è certo visto che alluvioni di questa scala sono legati a eventi climatici non prevedibili, come pure a decisioni di gestione di immagazzinamento e rilascio.
Con il focus principale delle dighe come generatori di elettricità, è molto probabile che saranno mantenuti livelli alti di acqua per tutta la seconda parte della stagione dei monsoni quando il bacino del Mekong è colpito dalle tempeste tropicali. I recenti alluvioni sul fiume Chao Praya in Thailandia e Sesan in Vietnam furono discutibilmente esagerate data la difficoltà di gestione delle riserve quando le aree di presa sono inondate, le riserve piene e le tempeste ancora impazzano.
A parte l’incertezza, c’è bisogno di misure politiche ed amministrative per minimizzare l’impatto dei vettori di malattia che beneficiano delle dighe e delle modifiche del paesaggio nel bacino. Le valutazioni di impatto ambientale e sociale dovrebbero affrontare gli effetti negativi sulla biodiversità acquatica e la produzione di alimenti, come pure i cambiamenti nell’ecologia delle malattie infettive legate alla modifica del disegno idrogeologico e agli ambienti umidi. Inoltre si dovrebbe dare maggior attenzione agli impatti delle dighe costruite sugli affluenti che hanno ricevuto minor attenzione ma che potrebbero essere colpiti altrettanto negativamente.
Mentre alcuni credono che costruire dighe a cascata sul fiume Mekong sia una soluzione appropriata alla crescente domanda di energia nella regione, la potenziale minaccia alla biodiversità, alla sicurezza alimentare, alla salute alimentare e alla salute pubblica sono potenzialmente senza rivali. Crediamo che gli impatti di lunga durata alla fine bilanceranno i guadagni economici dell’esportazione dell’energia, che saranno di breve durata a causa della vita di una riserva che va da 5 a cento anni. Un più attento disegno delle dighe potrebbe ridurre o mitigare alcuni impatti, ma finora non sono stati proposti cambiamenti in tal senso sulla salubrità degli alimenti, la malattia e la longevità delle riserve.
Un approccio alternativo alla produzione energetica locale con minori impatti potrebbe coinvolgere il lavorare con il regime del clima monsonico della regione, che crea una distinta stagionalità rispetto alle risorse naturali che potrebbero essere usate per la generazione di energia. Si potrebbero sviluppare sistemi integrati per massimizzare la generazione di energia solare nella stagione secca relativamente libera da nubi, sistemi idroelettrici di piccola o piccolissima scala nelle regioni montane durante la stagione delle piogge e energia geotermica ed eolica in aree e stagioni appropriate. In aggiunta, si potrebbero creare sistemi di trattamento dei reflui umani con lo scopo duplice di creare energia e di migliorare gli effluenti umani che sono, in parte, responsabili della presenza di parassiti trasportati dall’acqua nei sistemi umidi.
PLOS, Alan D. Ziegler, Trevor N. Petney, Carl Grundy-Warr, Ross H. Andrews, Ian G. Baird, Robert J. Wasson, Paiboon Sithithaworn