E’ il giorno della leva in una periferia di Bangkok, Thailandia. Ad uno ad uno, un giovane militare gracchia un nome all’altoparlante e il ragazzo si alza dalla fila seduta sull’erba e si spoglia per l’ispezione.
Nascosta tra la folla di un migliaio di persone c’è Prempreeda Pramoj Na Ayutthaya, con i capelli riccioluti che le cadono sulla spalla, sotto l’ombrello mantenuto da sua madre.
Quando è chiamato il suo nome, dà una stretta alla mano della madre e si alza, con le gambe tremanti, per farsi avanti nel mezzo di un mare di ragazzi sbalorditi.
“Ebbi paura. Forse all’inizio pensarono che fossi la sorella di un ragazzo giunte per sostenerlo” dice Prempreeda “Ma quando sono giunta davanti tutti capirono ‘quella non è una ragazza!’ facendo un grande rumore. Ripensando a quel giorno mi sembra come se fosse un brutto sogno”
Del mezzo milione di giovani che ogni anno affrontano la lotteria della leva militare, la maggior parte temono di essere arruolati nella fanteria. Lo scenario migliore: due anni in una caserma noiosa. Il caso peggiore è perlustrare le zone di frontiera con la Malesia dove gli insorti islamici sono diventati famosi per tagliare la testa ai soldati.
Ma sono in pochi a temere l’arruolamento come i transessuali thailandesi, i kathoeys.
Geneticamente maschi, mentalmente femmine, considerano l’arruolamento come una minaccia al loro vero essere. Tagliarsi i lunghi riccioli e sforzarsi di fare il soldato sotto il sole, è la più crudele delle punizioni per Prempreeda.
“Nessun transessuale vuole fare mai il soldato” dice “Ti tagliano i capelli, distruggono la tua femminilità. Faresti qualunque cosa pur di evitarlo.”
Nessuno sa quanti nati maschi vivono da donne benché gli studiosi riconoscano la diffusione inusuale del fenomeno in Thailandia.
Gli studi negli USA dicono che 1 su 2500 uomini vivono sotto le sembianze di donna, mentre secondo una ricerca di un’università di Hong Kong almeno 1 su 165 maschi diventano Kathoey.
Questa situazione sproporzionata pone un dilemma per i militari per i quali i Kathoey devono fare il militare come qualunque altro ventunenne. In pratica questi coscritti profumati dalle chiome fluenti con dei seni frutti di ormoni vengono dichiarati riformato per “petto malformato”.
La ragione più comune comunque è anche la più dannosa: disordine mentale. Peggiore è anche “pazzia permanente”, una sentenza scritta nel fascicolo permanente del transessuale Samart Meecharoen nel 2006.
Il ventiseienne addetto alla ricezione che si fa chiamare “Sweetwater”, è un attivista fortuito. Dopo un’intervista di lavoro andata a male per quel “pazzo” segnato sul suo fascicolo, fece causa al ministro della difesa con l’aiuto di un’organizzazione dei diritti gay.
La maggioranza dei datori di lavoro obbligano i maschi a fornire un documento comprovante la partecipazione alla leva.
“Non sanno che rovinano le nostre vite?” dice Samart, che è ancora in attesa del risultato dell’azione legale. “E’ fissato nelle informazioni su di noi. Anche se apriamo un conto bancario, o proviamo a chiedere un visto per l’estero, la gente vede che sono stato dichiarato pazzo.”
Benché il ministero della difesa possa ancora riformare i Kathoey come insani di mente, il caso di Samart ha spinto i militari ad astenersi dalla classificazione più dannosa di una carriera, per lo meno di recente.
Un memorandum ultimo del ministero, rilasciato a Global Post, mostra che gli ufficiali militari stanno raccomandando una frase buona per tutti gli usi per rifiutare le reclute transessuali. “Il corpo di questa persona non è consistente col suo sesso alla nascita”.
La decisione non è ultimativa. Ma molti Kathoey si appoggiano a questa frase. Quelli già schedati come insani o deformi sperano anche di togliersi di dosso questa decisione poco piacevole dai loro fascicoli personali.
In questi ultimi tempi, i giovani Krathoeys che temono l’arruolamento si rivolgono ad un sito web, ThaiLadyBoyz.net, il più grande forum sulla vita transgender che, invece di fornire suggerimenti sul trucco o sui cuori infranti, offre una sessione di strategia per i futuri coscritti.
Tra gli argomenti si leggono tanti messaggi “Sei andato già alla leva? Per favore dite che non c’è nulla di cui aver paura”, oppure “Devo togliermi la maglietta?” dove abbondano racconti di transessuali ridicolizzati dagli ufficiali e costretti a spogliarsi di fronte alla folla che ride nelle pubbliche ispezioni.
“Vestitevi bene, ma con educazione” scrive un utente del sito, un kathoey che ha già passato la leva. “Nulla che sia troppo audace. Si rischia.”
Prempreeda ha seguito questa indicazione, vestendosi con professionalità ma anche in modo abbastanza femminile da rassicurare gli ufficiali che è una vera kathoey. Si era già fatta crescere il seno con ormoni importati dalla Germania sin da quando aveva 17 anni.
“Il dottore dell’esercito, un giovane uomo, mi portò in una zona separata da tende. C’erano persone che salivano al secondo piano per sbirciare nella speranza di vedere qualcosa di sessuale. Un sacco di persone si presentano solo per divertirsi. Naturalmente i transessuali sono il culmine.”
Prepreeda è preparata al peggio. Il dottore le chiede di sfilarsi la maglietta e scopre che ha sotto di essa un bel reggiseni.
“Mi rise in faccia” dice “era ovvio che usava la sua posizione per vedermi il seno”. Il prossimo era anch’esso un Kathoey al quale il dottore disse: “Non sei mica sexy come questa qui”.
La diagnosi fu di petto malforme.
“Mi andava bene. Non devo usare il mio petto per un lavoro.”
Ora a 31 anni lavora da ricercatore e consulente privato. “Sono felice, di fatto, Il presidente del comitato della leva fu molto gentile quando gli chiesi di non rovinami la carriera.”
Nonostante le tensioni tra Kathoey e ufficali entrambi si trovano d’accordo che i transessuali non trovano posto nell’esercito. Differentemente dagli USA dove gli omosessuali che vogliono arruolarsi vengono cacciati quando sono scoperti, l’esercito Thai non ha mai cercato il confronto con i kathoey che si battevano per arruolarsi.
Samart, il volto moderno del movimento contro le discriminazioni è incapace di vedere comunque un kathoey prestare servizio militare. “Non accadrà mai. Non siamo interessate.”
Un altro attivista, Nada Chaiyajit, propone che forse potrebbero prestare servizio come infermiere, ragionieri o impiegati. Dice
“Ma sappiamo tutti che non ci daranno mai un’arma per combattere.”
Oltre alla riforma della leva, i Kathoey, transessuali Thailandesi, hanno proposto al governo di cambiare, nei documenti ufficiali, il titolo “Signor” posto davanti ai loro nomi a “Signorina”.
Questa proposta un tempo esaminata è rimasta nei cassetti. Tutti i ripetuti tentativi di indicare gli omosessuali in leggi costituzionali contro la discriminazione sono falliti.
I matrimoni gay rimangono illegali e i politici mostrano poco interesse a sollevare il problema. Qualche locale notturno mette affigge l’avviso dove si legge: “Vietato l’accesso alle prostitute e ai Kathoey”
L’etichetta dei Kathoey come pazzi o deformati incrina il mito di una Thailandia paradiso dell’accettazione dei gay, dice Prempreeda.
“Che paradiso? Non ci sono molti crimini ed odio contro di noi, ma in termini di leggi e di politica siamo ancora in lotta e ci vorrà tanto tempo ancora.”