Stupro di 13 ragazzine indonesiane, condannato direttore di collegio

E’ stato condannato a morte il direttore di un collegio religioso islamico indonesiano per aver stuprato 13 ragazzine indonesiane in un caso epocale che è servito a spingere verso l’approvazione di una legge per l’eradicazione della violenza sessuale.

accusato dello stupro di 13 ragazzine indonesiane

Il direttore della scuola religiosa islamica indonesiana, Herry Wirawan, è il direttore sposato con figli accusato di aver assaltato 13 ragazzine indonesiane, 9 delle quali sono rimaste poi incinta, tra il 2016 e il 2021 in una pesantren di Bandung, vicino Giacarta.

Il tribunale di Bandung ha applicato un emendamento della legge di protezione del fanciullo del 2016, che prevede la condanna a morte per gli stupratori seriali, in considerazione che Wirawan ha stuprato ragazzine che dovevano essere sotto la sua cura. Negli altri casi la legge penale indonesiana prevede una condanna massima a 15 anni di carcere per ogni accusa incrementabile a 20 per lo status di gestore di una scuola o insegnante dello stupratore.

Il caso era scoppiato lo scorso anno quando una famiglia di una studentessa ha denunciato Herry Wirawan per lo stupro della propria figlia. In una prima sentenza l’uomo era stato condannato ad una sentenza di ergastolo mentre il ministero avrebbe pagato il risarcimento alle famiglie.

L’ufficio della procura ha fatto appello contro questa sentenza di carcere a vita, chiedendo anche la castrazione chimica dell’imputato ed ottenendo poi da un’alta corte di Bandung la condanna a morte dell’imputato in ragione dei danni causati non solo alle vittime e alle famiglie ma anche al buon nome dei collegi islamici.

“Quello che ha fatto ha causato traumi e sofferenza alle vittime e ai genitori” si legge nella sentenza del tribunale. “l’accusato ha infangato la reputazione dei collegi islamici”.

La nuova sentenza ha anche intimato ad Herry Wirawan di risarcire le vittime invece che al ministero di Protezione del Fanciullo e di Rafforzamento delle Donne pagando una cifra vicina ai 20 mila euro.

Saranno sequestrate proprietà del direttore i cui proventi andranno al sostegno delle vittime e dei loro figli.
In Indonesia esistono 236mila scuole e 84% delle scuole è controllato dal ministero dell’istruzione e della cultura, mentre il rimanente 16%, è costituito da circa 25mila collegi islamici conosciuti come pesantren, madrasahs e sekolah Islam, in cui studiano e vivono quasi 5 milioni di studenti che di mattina frequentano le lezioni regolari e la sera continuano gli studi religiosi.

Questi collegi religiosi islamici sono amministrati dal Ministero degli Affari religiosi ed il suo controllo sul funzionamento dei collegi è sempre stato alquanto deludente.

Lo scorso anno la commissione nazionale di protezione del fanciullo KPAI ha denunciato che 14 su 18 casi di stupro di minori sono avvenuti in 12 collegi religiosi islamici ed hanno coinvolto 126 ragazze e 71 ragazzi che erano stati costretti a compiere atti sessuali con la promessa di buoni voti e di poter giocare ai videogiochi. La KPAI ha denunciato anche che un quinto dei 51 abusi sessuali tra il 2015 e il 2020 sono accaduti nei collegi.

“E’ la punta di un icerberg” dice un militante dei diritti umani che ci voglia così tanto tempo per approvare la legge sulla violenza sessuale in un paese in cui una donna su tre ha sofferto di violenza sessuale.

“La parte più triste è il modo in cui si usa la religione come copertura. Tantissimi bambini provengono da famiglie povere che cercano solo un’istruzione migliore per i figli ed hanno paura di protestare”.

Lo scorso anno il ministro dell’istruzione Nadiem Makarim si scontrò proprio con i gruppi religiosi conservatori per un suo regolamento interno dove si definiva la violenza sessuale come assenza di consenso. I gruppi religiosi lo accusarono di promuovere il sesso tra gli studenti.

Nel frattempo la proposta di legge contro la violenza sessuale si stava arenando in tantissime discussioni quando Joko Widodo, in occasione di questo processo, ha chiesto una rapida approvazione della legge entro il 15 aprile prima che si chiudono le camere indonesiane.

La proposta di legge riconoscerebbe nove forme di violenza sessuale e istituisce un fondo di garanzia delle vittime per l’indennizzo delle vittime di violenza sessuale.

Questa proposta di legge non tocca né lo stupro né l’aborto forzato che saranno oggetto di emendamenti specifici all’interno del nuovo codice penale che sarà approvato a luglio.

Herry Wirawan si è appellato alla Corte Suprema indonesiana lamentando che la sentenza sia stata un cedimento alla rabbia pubblica per alcuni turpi casi di violenza sessuale.

Comunque la risposta sociale a questa condanna a morte è stata alquanto controversa.

La ministra Bintang Puspayoga ha salutato la condanna a morte perché servirebbe da deterrente per crimini analoghi anche per la condanna al risarcimento delle vittime e dei bambini.

La Komnas HAM, commissione dei diritti umani indonesiana da tempo però chiede che il paese abbandoni la pena di morte perché non c’è correlazione tra la sua imposizione e un decremento del numero di crimini. Inoltre la commissione ha sostenuto che il diritto alla vita come previsto nella costituzione indonesiana è inalienabile.

“Gli studi sulla pena di morte mostrano che non c’è correlazione tra pena capitale ed effetto di deterrenza che porterebbe ad un declino di tali reati come gli abusi sessuali, terrorismo e traffico di droga” ha detto Ahmad Taufan Damanik che presiede la commissione sostenendo anche come in una bozza del nuovo codice penale si parli anche di un periodo probatorio in cui la sentenza possa essere commutata se il condannato mostra ravvedimento e buon comportamento.

“Sosteniamo con forza il risarcimento, la riabilitazione e dare una più seria attenzione alle vittime sia nel caso di Wirawan come in tutti gli altri casi”.

Le ultime condanne a morte furono eseguite nel 2016 con l’esecuzione di quattro uomini fucilati per traffico di droga.

Al momento ci sarebbero 355 prigionieri nel braccio della morte e la stragrande maggioranza dei condannati come anche dei fucilati è stata condannata per reati di droga.

Per stupro mai nessuno è stato condannato direttamente ma solo nei casi in cui si era verificato anche un omicidio.

Finora il governo non ha ancora dichiarato una moratoria sulla pena di morte in Indonesia.

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