Dall’alba fino al pomeriggio tardi di mercoledì, la polizia filippina ha raccolto quello che restava dei lavoratori della Kentex che sono restati imprigionati nelle fiamme di un calzaturificio a Valenzuela, periferia di Manila. I corpi raccolti sono 72, in maggioranza irriconoscibili.
Più che una fabbrica era una trappola mortale senza attrezzature antiincendio appropriate. In tanti sono stati trovati aggrappati alle grate delle finestre del piano superiore della fabbrica. In tanti sono morti abbracciati l’un l’altro. La grande maggioranza è rimasta intrappolata al secondo piano dell’edificio.
Dioniso Candido che ha avute quattro morti nella propria famiglia in questa tragedia, dice che alle finestre del secondo piano c’erano le barre di ferro rinforzate con filo spinato, tali che neanche un gatto sarebbe riuscito a scappare. L’unica cosa rimasta era di mandare sms disperati alle famiglie.
Il vice capo ella polizia Espina ha dichiarato: “Qualcuno sarà alla fine accusato indipendentemente dal fatto che sia un incidente. Di sicuro qualcuno deve pagare per queste morti”.
Il fuoco sarebbe scoppiato dalle scintille di un saldatore che avrebbero preso una serie di sostanze chimiche infiammabili disposte non molto lontano.
La fabbrica Kentex fa sandali di plastica e infradito per il mercato locale con un nome che fa sembrare tutto come un prodotto di importazione.
Le condizioni di lavoro sono misere: 6 euro al giorno con la puzza di sostanze chimiche tutto intorno, senza alcuna misura di prevenzione degli incendi.
“Le famiglie non possono che essere arrabbiate per quello che è successo. Ho speranza che siano ancora vive le mie sorelle. Spero di ricevere notizie loro” dice Rodrigo Nabor le cui due sorelle lavoravano nella fabbrica e di cui non ha alcuna notizia. Le due ragazze si lamentavano spesso della puzza delle sostanze chimiche sul luogo di lavoro.
Un altro lavoratore riuscito a scappare perché si trovava di fronte alla porta di uscita al momento dell’incendio dice: “Non ho mai partecipato ad una prova di evacuazione”
A rendere ancora più complicato il conto del numero dei morti è che non è chiaro quanta gente davvero lavorasse nella fabbrica, dal momento che la differenza dei feriti e morti rispetto agli scomparsi è troppo elevato. Non si sa bene quanta gente lavorasse in questa fabbrica.
Con il libro delle firme andato al fuoco sono scomparsi anche i guardiani e la sicurezza. Che ci fossero anche lavoratori a contratto o assunti in nero è anche una possibile spiegazione della disparità dei numeri.
Si dice che la fabbrica impiegasse da 200 a 300 lavoratori ma non tutti si trovavano nella fabbrica.
La Kentex lavorava dal 1996 e i proprietari sostengono che avevano tutti i permessi. Ma deve essere ancora accertata la presenza di uscite di emergenza e in tanti dicono che era un disastro che prima o poi sarebbe accaduto comunque.
Nel frattempo si valutano i permessi dati nel 1996, quasi venti anni fa e probabilmente mai rinnovati o adeguati alle misure di sicurezza.
Il ministro degli interni Roxas ha licenziato i responsabili dei Vigili del Fuoco della cittadina e su di loro ci saranno indagini approfondite. Uno di loro sostiene che sulla fabbrica ci fosse un’uscita di sicurezza sufficiente di cui però i lavoratori non hanno potuto usufruire per ragioni da accertare.
La fabbrica avrebbe aderito ai protocolli di sicurezza richiesti nel settembre del 2014 e c’era un comitato dei lavoratori della sicurezza. Eppure 72 morti in maggioranza al piano superiore.