Una sensazione di sollievo ha preso tantissimi indonesiani, dopo una lunga attesa e dopo aver sentito che il politico più popolare di tutta l’Indonesia, il governatore di Giacarta Joko Widodo, o Jokowi, candidato alla presidenza dopo aver ottenuto il beneplacito della presidente del suo partito, Megawati Sukarnoputri, per correre alle presidenziali prossime di luglio.
La notizia è stata salutata da grandi sorrisi, dal un’impennata nel mercato azionario e, per il suolo fatto di correre, per molti è stata una vittoria.
Jokowi è un politico uscito dal nulla, costruttore di mobili e sindaco di una piccola città che ha capovolto la politica indonesiana. I soliti grandi macchinatori della politica sono stati sorpassati da un ribelle che ha usato la forza della sua personalità, la reputazione di persona integra e una dimostrazione di competenza nel suo breve periodo di governatore a Giacarta per crearsi un’aurea di inevitabilità sulla sua corsa per la presidenza.
Lo ha fatto mentre appariva umile e senza affermare mai pubblicamente un desiderio di correre per l’alta carica. Nella maggior parte delle indagini demoscopiche ha superato i suoi rivali più forti di oltre 20%. ha superato non solo i suoi oppositori degli altri partiti, alcuni da tanti anni nel panorama politico indonesiano, ma ha anche relegato in un angolo, senza alcuna possibilità se non di abbandonare i propri sogni di una quarta corsa presidenziale, Megawati Sukarnoputri, la presidente stessa del suo partito Partito democratico di Lotta (PDIP).
Il cambio nel PDIP non è di poca importanza. Il partito ha le sue radici nella macchina politica del presidente fondatore dell’Indonesia, Sukarno, e sua figlia Megawati ha mantenuto il controllo nella famiglia per decenni, ma ha perso tre elezioni presidenziali consecutive. Aveva sperato che un membro di famiglia avrebbe condotto il partito nelle elezioni del 2014 ma né lei né i suoi figli hanno il potere di una star per competere con Jokowi.
Il primo passo del processo sono le elezioni legislative del 9 aprile. Per mettere un candidato sulla scheda per le elezioni del 7 luglio, un partito o una coalizione deve conquistare il 20% dei seggi o il 25% del voto popolare ad aprile.
Pochi partiti possono passare questa soglia e di conseguenza saranno costretti a formare coalizioni per avere un posto sulla scheda elettorale di luglio. La maggior parte degli analisti pensa che il PDIP con la candidatura di Jokowi possa raggiungere almeno il 30% dei seggi nel parlamento dando al partito una posizione di comando.
Con il ciclo che sta per iniziare, Jokowi è una figura potenzialmente di trasformazione. Per iniziare, è stato spinto mella corsa solo per il sostegno popolare. Non ha goduto di appoggi interni e pochi politici di fama lo volevano perché è un jolly che potrebbe infrangere molte relazioni chiuse e corrotte.
Alcuni speranzosi, come il ricco del Golkar Party Aburizal Bakrie e l’ex uomo forte Prawobo Subianto, sin dalle altre elezioni nel 2009 conducono una continua e onerosa campagna elettorale.
Ma Jokowi non ha speso nulla per fare propaganda per la propria candidatura perché non ne ha bisogno.
Con l’apparenza di non desiderare la nomina, permette alla forza della propria personalità, e ad un gruppo esperto di operativi che agiscono dietro le scene, di lasciare che i nuovi media, come Facebook e Twitter, facciano il lavoro gratis. Il risultato è stata un’ondata di sostegno emotivo poiché quello che ha fatto da governatore è stato abbastanza per mantenere il momento positivo.
Non ci vuole molto per essere cinici nella politica indonesiana specialmente se si considera la tetra storia di un sistema inefficiente e corrotto. La legislazione si compra e si paga. La ricerca di rendita è rampante e le motivazioni sono sempre sospette. Il presidente attuale Susilo Bambang Yudhoyono corse come un riformatore contro la corruzione nel 2004 e nel 2009, ma i suoi due periodi terminano mentre le figure principali del suo partito finiscono in prigione per corruzione; la disillusione della gente cresce nonostante il comportamento economico solido del paese.
“Possiamo fare molto meglio” diceva un uomo di affari che ha conosciuto Jokowi sin da quando era un costruttore di mobili e sindaco di Solo sulla parte orientale di Giava nel 2005.”Jokowi davvero si interessa”.
Per ora si scherza ancora sulle elezioni di luglio come un’incoronazione, ed alcune figure politiche del Golkar e dei democratici stanno abbandonando il proprio partito per sostenere Jokowi. Prawobo ora lamenta che Megawti gli promise una volta il sostegno per le elezioni del 2014, sembrando così volgare e gretto. Jokowi ha l’aria di essere virtualmente inattaccabile. E’ una di quelle rare figure politiche i cui sostenitori credono davvero possa rendere il proprio paese un posto migliore.
Guidare l’Indonesia è ovviamente un lavoro immenso e Jokowi non ha l’esperienza a questi livelli. Ma quello che ha raggiunto da governatore di Giacarta sin dal settembre 2012 è stato impressionante. Sta risolvendo questioni secolari ignorate dai suoi predecessori. La città ha più parchi e marciapiedi e meno ambulanti illegali. Gli uffici comunali ora funzionano bene quando prima lavoravano metà del tempo, se lavoravano.
L’allagamento di questa stagione delle piogge è stata meno pesante a causa dei programmi di pulizia dei canali e di ricollocamento delle baraccopoli. La raccolta delle tasse è nettamente superiore, ed è iniziato il lavoro per un sistema di trasporto di massa su rotaia di cui si parlava da 25 anni.
Queste cose sono accadute con il suo mandato perché lui ed il suo gruppo hanno messo l’accento sul governo contro il furto. Il suo vice Tjahaj Purnama è chiaro e non ha paura. Ed il duo ne fa un gruppo forte. Un cinese cristiano Basuki sembra destinato a succedere al posto di governatore nella capitale della nazione musulmana più popolosa al mondo, ed è in sé un fatto rivoluzionario.
Molte cose potrebbero andare male. Si potrebbero trovare scheletri nell’armadio di Jokowi o potrebbe circondarsi di amministratori incapaci. Il PDIP stesso ha una nomea di corruzione e Jokowi avrà tante battaglie sia interne che esterne. Ma andrà alle elezioni di Luglio con un momento straordinario. Tantissimi indonesiani, ricchi e poveri, vogliono qualcosa di meglio dal loro sistema politico esausto ed hanno deciso che l’uomo giusto sia Jokowi.
“Questa è la cosa migliore per l’Indonesia. Può cambiare il modo che usiamo per fare le cose” ha detto un politico molto noto, legato moltissimo al presidente Yudhoyono, per nulla scocciato della nomina di Jokowi anzi entusiasta. Come altri ha provato a cercare il governatore per un aiuto. “Credo che farà la differenza”.