In Birmania stanno emergendo molte questioni legate alla religione, la più importante delle quali è la discordia tra buddisti e musulmani, una divisione che sembra approfondirsi ogni giorno di più. Non dovrebbe essere così. La religione si è ritrovata coperta di fango a causa di pochi opportunisti che cercano di sfruttarla.
Attorno al 1970, ero uno studente delle scuole superiori, ed un buddista, a Kyaukse, una cittadina della divisione di Mandalay. Tra i miei amici di allora c’erano cinesi etnici e musulmani. Nel giorno dell’anno nuovo cinese accompagnai il mio amico cinese a casa sua e mangiai la mia parte di spuntini cinesi. In modo simile, quando era il periodo di Natale, i miei amici ed io accompagnavamo il mio insegnante di inglese, un cristiano, quando andava di casa in casa cantando le canzono di Natale. Nella nostra compagnia di canto itinerante c’erano solo tre o quattro cristiani, il resto erano musulmani e buddisti. Cionondimeno cantavamo canzoni cristiane tutti insieme e ci divertivamo molto in quell’essere insieme.
I momenti nostri più felici erano durante il famoso “Festival di danza dell’elefante”, un’occasione molto conosciuta nel mio paese. Durante il festival decine di elefanti, ricavati da una cornice di bambù, cartapesta e satin nero decorato con un ricamo colorato intricato, erano in competizione per un premio per la migliore danza dell’elefante e il pachiderma abbellito meglio. Un gruppo di amatori dell’elefante, costituito da me e i miei amici, si unì all’evento. Non sapevamo ballare, ma cantavamo qualunque canzone ci veniva in mente e danzavamo come meglio sapevamo. Il nostro gruppo comprendeva Buddisti, musulmani e cristiani, ed era divertente.
Durante i giorni del Eid al-Adha, i miei amici ed io accompagnavamo i nostri amici musulmani nelle visite ai villaggi musulmani, dove ci offrivano fino ad otto chili di carne e persino dormivamo in uno dei villaggi. In quei giorni, Eid era celebrato anche dai buddisti, con feste che includevano anche le manifestazioni di anyein, i gruppi di danzatori tradizionali. Ai monaci buddisti si chiedeva di aver cura del controllo della folla durante le celebrazioni, mentre musulmani e buddisti nel pubblico facevano a gara per offrire ai danzatori applausi e gli spiccioli del proprio portafoglio.
Una tale socializzazione interreligiosa, e le amicizie che creava e che era creata, è sempre più rara nella Birmania di questi giorni. Eid non è più celebrato dai buddisti, nessun anyein e nessun festeggiamento. Le comunità musulmane si tengono lontane dai festival presso la pagoda buddista, e alcuni buddisti sono colpevoli di una simile discriminazione associativa. Entrambi gli schieramenti non dovrebbero trattarsi in questo modo.
E’ certo che il mondo osserva la situazione religiosa in Birmania mentre il paese marcia verso la democrazia, uno sviluppo politico che esso stesso è considerato una fonte del problema, dal momento che questioni complicate si discutono ora più apertamente, e si permette che la retorica infiammata si diffonda in nome della libertà di espressione. Entrambi i capi buddisti e Musulmani non dovrebbero distogliere l’attenzione da queste questioni e dovrebbero far del loro meglio per riportare la situazione dove era una volta. Mi manca la buona volontà e le relazioni amichevoli tra cristiani, musulmani e buddisti della mia gioventù.
Il comandante del primo battaglione che incontrai dopo essermi laureato presso l’accademia militare era colonnello Thura Kyaw Kyaw Cho. Sebbene fosse cristiano, il colonnello iniziò i suoi due figli nell’ordine buddista e li accompagnò al monastero. Nel periodo di Natale, Tin Tin Myint, la moglie buddista del comandante, conduceva i soldati cristiani a cantare le canzoni di Natale. Ero il primo chitarrista mentre Maung Thein, musulmano, suonava il contrabbasso.
Il comandante cristiano morì da qualche parte nel nordest del paese, mentre Maung Thein si ritirò dal servizio con una pensione medica dopo essere stato sparato alle spalle. Cristiani e musulmani come questi due uomini hanno osato sacrificare le proprie vite per il nostro paese.
Mi mancherà sempre il mio comandante cristiano e il mio compagno d’armi musulmano.
Quelli che sono responsabili del fomentare le tensioni religiose dovrebbero pensare se stanno dando un contributo al questo tipo di nazione a cui noi aspiriamo come popolo, e quelli preoccupati sullo stato delle relazioni tra musulmani e buddisti dovrebbero alzarsi a parlare ricordando quel genere di armonia interreligiosa che un tempo la Birmania ha conosciuto.
HLA SWE, Irrawaddy.org