Le iniziative politiche del Puea Thai sono state bollate come “populismo”, ma alcuni elementi invece sono più probabilmente classificabili come appartenenti al “ socialismo del XXI secolo ”, un movimento a cui appartengono capi latinoamericani come Chavez.
Questo movimento del Socialismo del XXI secolo mira sia ad affrontare i fallimenti del capitalismo da libero mercato che del socialismo. Rende prioritari i bisogni visti come urgenti in termini di giustizia sociale e giustizia di reddito compresi la povertà, la fame, lo sfruttamento economico e la mancanza di un sistema democratico partecipativo.
Comunque a differenza del Puea Thai il socialismo del XXI secolo abbraccia del tutto un sistema economico socialista basato sulla ridistribuzione in larga scala della proprietà e della redistribuzione della ricchezza, e tende quindi ad essere anticorporativo ed antimperialista ed antiamericano.
Mentre la povertà assoluta in Thailandia è scesa, anche grazie alle politiche di Thaksin, al di sotto dell’8%, ci si domanda se il Puea Thai non abbia bisogno di un insieme di politiche meglio calibrate come parte di un processo di riforme verso la ricerca di un’ideologia di base che sfugga all’etichetta del populismo. Un approccio possibile è che un Puea Thai riformato non possa diventare in qualche modo un partito “socialista”, dove per molti americani socialista significa comunista e quindi visto con una prospettiva negativa. Comunque la maggior parte delle democrazie europee includono una forma di partito socialista che come in Francia può andare al potere.
Il Puea Thai potrebbe evolvere in un partito socialista o socialdemocratico, come quello che attualmente in Austria controlla la coalizione di governo. Un partito socialdemocratico sostiene sia un mercato aperto e la tassazione a sostegno delle politiche sociali. Tanti paesi si sono evoluti lungo le linee delle socialdemocrazie nordeuropee come Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda e Finlandia, che sono in prima fila nell’eguaglianza attraverso un tassazione fortemente progressiva ed uno stato sociale bene sviluppato.
Oppure il Puea Thai potrebbe svilupparsi come un partito socialista democratico simile a quelli sudamericani, più a favore di un redistribuzione delle ricchezze e della propeità ed un’economia comandata secondo il socialismo. Comunque una posizione da sinistra dura sarebbe troppo radicale per la grade maggioranza degli elettori thailandesi.
Eppure la Thailandia ha un’economia con piani quinquennali e una burocrazia pesantemente centralizzata, due componenti principali e non sempre buoni, del socialismo democratico. Forse elementi del socialismo democratico potrebbe esistere dentro un’ideologia sociale democratica più vasta.
In termini macroeconomici quindi un Puea Thai riformato continuerebbe l’economia attuale semicontrollata. Risolvere il problema del riso sarebbe una priorità, e mentre è possibile sostenere il prezzo della produzione, l’elemento verde comune a gran parte delle ideologie socialdemocratiche continuerebbe a spingere la Thailandia lontano dalla monocultura sostenendo altre produzioni come la canna da zucchero, per esempio. Come tale potrebbe prevedere il sostegno dei costi e del prezzo di varie industrie agricole.
Mentre i partiti socialdemocratici sostengono anche l’ambiente, questo implica una nuova legge sull’estrazione mineraria che veda la salvaguardia legale dell’ambiente importante anche quanto l’azione di ricompensa ed il rafforzamento del sistema di Valutazione di impatto ambientale e salutare col sostegno anche all’energia alternativa. Alcuni di questi punti potrebbero essere visti in cattiva luce da alcuni dei sostenitori del Puea Thai e sarebbero un test importante per il Puea Thai se si può trasformare lungo le linee di sviluppo socialdemocratico.
I legami del partito con l’Industria potrebbe porre ostacoli all’abbraccio dei principi social democratici sui luoghi di lavoro, dal momento che si avrebbero più sindacati e più politicizzati al di là dei sindacati del settore pubblico e dentro le compagnie private. Questo potrebbe portare ad invocare legislazioni del lavoro più vicine agli operai, la paga della malattia e altre leggi.
La domanda fondamentale quindi è: il partito che ha introdotto il progetto della paga minima potrebbe abbracciare lo sviluppo del sindacalismo?
I partiti socialdemocratici possono anche sostenere la decentralizzazione, anche regionale, per ottenere una maggiore partecipazione democratica della gente nella presa delle decisioni sia attraverso una democrazia partecipativa che rappresentativa. Si potrebbero perciò avere partiti regionali come l’attuale Mathubum. Sarebbe necessaria una nuova legge di decentralizzazione per diminuire il peso delle agenzie di stato e per trasferire compiti fiscali alle regioni o province.
Il Puea Thai dovrebbe perciò scontrarsi contro interessi burocratici forti, contro il credo che essere thai significhi unità senza diversità e contro elementi del suo partito che credono che vincere le elezioni significhi prendere tutto, secondo un modello ben noto.
Un’altra priorità per un partito socialdemocratico sarebbe un sistema di tassazione più progressivo con l’abolizione delle eccezioni alla tassa sulle entrate personali e l’istituzione di tasse sulla proprietà. Specie queste ultime troverebbero il partito a combattere un’opposizione di entrambi gli schieramenti politici.
Un partito socialdemocratico sarebbe attento agli indicatori di diseguaglianza e di qualità della vita e del benessere per sviluppare uno stato sociale che ha già un sistema sanitario libero, alcune cose per gli anziani e un sistema di istruzione libero per tutti.
Una visione socialdemocratica sullo sviluppo di uno stato sociale esistente vedrebbe un sistema educativo più eguale che promuova l’attività imprenditoriale, che migliori l’uguaglianza di opportunità attraverso maggiori investimenti in scuole nelle regioni, più equipaggiamento per i laboratori di chimica e fisica, e filosofie dell’istruzione che mettono al primo posto l’educazione dei diritti umani e il problem solving sociale. La Sinistra è particolarmente forte in questi ambiti, sia con attività di pedagogia critica e volontà di ricerca di comunità e capace di guardare nelle ingiustizie secondo linee di classe e di razze e sviluppare azioni e politiche per affrontarle.
Rispetto alla giustizia, un partito riformato Puea Thai che segua un modello socialdemocratico introdurrebbe il cambiamento lungo le linee della giustizia sociale con il finanziamento di un sistema di giustizia che elimini la coda degli arretrati, più trasparenza in termini di giudizi per creare un aspetto umanista razionale nella legge attuale, ed un una serie completa di componenti ideologiche per affrontare i diritti culturali delle minoranze razziali ed una nuova legislazione che veda anche la politica della lingua nazionale.
La riforma del Puea Thai non può essere intrapresa senza una riforma simile del partito democratico. Se entrambi si riformassero potremmo vedere l’emergenza di un sogno della Thailandia: un sistema politico stabile dove tutti gli schieramenti possano osservare le posizioni politiche ed ideologiche rispettive.
E sebbene i partiti potrebbero non amare le rispettive differenze, non avrebbe molta importanza ammesso che esista un rispetto fondamentale e una normalizzazione della politica thailandesi che fornisca opportunità per un dialogo democratico parlamentare che porti la Thailandia nel XXI secolo.
John Draper, Prachatai.com