Ngan and Huong vivono insieme da dieci anni ed entrambe provengono dalle campagne. Si spostarono nella più liberale Ho Chi Minh City per frequentare l’università, dove si incontrarono un giorno bevendo un caffè al ghiaccio.
“Capimmo immediatamente che ci fu un lampo tra noi” dice Ngan “Come se tutto improvvisamente andasse al proprio posto”.
Dopo un anno di incontri segreti, entrambe presero il coraggio a due mani di dirlo alle rispettive famiglie. Alla fine una mancanza di comprensione da parte delle persone amate le spinse a convivere nel 2005. Ma nonostante la convivenza di 9 anni, la loro relazione non è riconosciuta dalla legge vietnamita.
Ma questo potrebbe cambiare a maggio quando l’assemblea nazionale concluderà i lavori di due anni sugli emendamenti alla legge della famiglia e del matrimonio. I legislatori hanno deciso di iscriversi un posto nella storia sottoscrivendo delle norme che riconoscono, per la prima volta, l’esistenza delle coppie gay. Sebbene lo scorso anno il governo abbia ritirato un’opzione che riconosceva l’uguaglianza dei matrimoni, l’assemblea nazionale potrebbe rimuovere l’attuale divieto sui matrimoni gay.
Questi sviluppi hanno fatto gioire e meravigliare chi difende i diritti dei gay trasformando il Vietnam in un paese capofila della regione per i problemi della comunità LGBT. E la cosa è ancor più importante se si considera che fino al duemila era illegale per i gay convivere insieme.
“Fummo molto sorpresi che il partito comunista abbia messo queste questioni in agenda per la consultazione pubblica” dice Huy, legale del ISEE, un importante corpo di ricerca vietnamita. “Mostra l’incredibile progresso che si è fatto in questo campo, ,anche se si tratta più di togliersi un problema che dare dei diritti alle coppie gay.”
Il problema legale a cui accenna Huy sono le battaglie nei tribunali per le coppie dello stesso sesso che si separano. Il sistema giudiziario è rimasto confuso quado si è trattato di risolvere le questioni rispetto alla custodia dei figli, alla proprietà e all’eredità quando non ci sono leggi che riconoscano la possibilità di coppie dello stesso sesso.
La magistratura chiese al partito di dare una guida su come risolvere questi problemi, e l’opportunità sorse con la revisione della legge sui matrimoni e la famiglia che la legge ritiene obbligatoria ogni dieci anni.
Dietro le scene ci sono stati degli scontri nel partito sul come rispondere alla questione dei diritti gay. C’è il consenso generale che il ministro della giustizia e della salute sono stati i più progressisti. Nel 2012 il ministro della giustizia Ha Hung Cuong parlò a sostegno dei matrimoni dello stesso sesso affermando che “era inaccettabile creare un pregiudizio sociale contro la comunità omosessuale”.
Gli osservatori dicono che l’opposizione maggiore è giunta dall’Unione femminile delle donne vietnamite che percepiscono i matrimoni gay come una minaccia all’idea di famiglia tradizionale. Ma forse l’ostacolo maggiore alla campagna è superare lo status quo.
L’omosessualità resta un tabù nel vietnam confuciano e persino qualche avvocato dei diritti gay ammette che sarebbe troppo presto legiferare in favore dell’uguaglianza dei matrimoni. Per Thuan Nguyen l’attenzione dovrebbe essere più sul cambiare l’attitudine della società vietnamita. “Tanti credono che sia una malattia mentale o qualcosa di cui vergognarsi e nel 2001 era inserita nella lista delle malattie mentali.”
Nel 2002 i media di stato descrivevano l’omosessualità come un male sociale, una descrizione che fu opposta da un giornale giovanile quando dichiarava: “Alcuni nascono gay, come tanti sono mancini”. Da un’indagine statistica del 2011 si legge che 87% degli intervistati pensano che si tratti di una malattia trasmissibile.
La prima indagine statistica sui problemi della comunità LGBT è stata pubblicata da qualche settimana, e sebbene indicasse una riduzione delle opposizioni alle unioni dello stesso sesso, mostrava che c’era tanta strada da fare: metà delle interviste erano contro sia i matrimoni gay che qualunque riconoscimento legale della coabitazione di persone dello stesso sesso.
L’indagine mostra uno spostamento della sensibilità pubblica mentre i giovani e persone istruite nettamente in favore dell’uguaglianza dei matrimoni.
Il gruppo di pressione dei diritti gay accetta che l’uguaglianza dei matrimoni abbia bisogno di un sostegno maggioritario prima di ricevere l’appoggio del partito che secondo Thuan è attento a portare a casa la propria legittimità. “I diritti della comunità LGBT non sono urgenti per il governo, preoccupato dalla crescita economica, dalla riduzione della povertà, dal lavoro e dalla stabilità.”
Ma questo non vuol dire che il partitto non usi questo dibattito a proprio vantaggio. Per un paese considerato il più repressivo della regione, ci sono vantaggi nell’avere una discussione pubblica su un problema controverso.
“Nel tempo il governo vietnamita ha capito che questa questione gli fa acquisire punti sulla scena internazionale” dice Huy del gruppo di pressione gay ISEE.
Infatti i gruppi internazionali dei diritti riconoscono questa possibilità di un voler reinventare la loro storia sui diritti usando i progressi sui diritti delle coppie gay. Le parate dei diritti gay le campagne pubbliche sui matrimoni si permettono facendone l’area più importante dove ci sono progressi sostanziali sulla libertà di assemblea e partecipazione. E si genera così una buona volontà internazionale che secondo i difensori della democrazia il partito sfrutta per distrarre l’attenzione dalla recente repressione dei dissidenti e blogger, considerati arresti di alto profilo nello scorso anno.
In mezzo si trovano le organizzazioni dei diritti gay che sono i beneficiari non previsti dlla soppressione del regime di movimenti e religioni organizzati. Gli oppositori tradizionali dell’uguaglianza dei matrimoni, come i gruppi religiosi, sono stati messi in silenzio da molti anni. Nonostante la presenza di sei milioni di cattolici nel paese non ci sono state campagne organizzate contro i diritti gay che di solito si vedono nelle democrazie liberali.
Il progresso del Vietnam sui diritti gay si pone in netto contrasto con le leggi retrograde dei vicini come Malesia, Singapore e Birmania. Secondo Boris Dittrich di HRW si dovrebbe applaudire il Vietnam per questo. “Fare un tale passo di riconoscere le coppie di fatto aiuterebbe i gruppi della LGBT nei paesi vicini che possono indcare questo progresso come un esempio. Sarebbe un effetto di trasmissione nella regione”
Sebbene l’assemblea nazionale non legalizzi il matrimonio gay quest’anno, ogni passo di riconoscimento dell’unione gay è un passo avanti di maggiore comprensione delle istanze della comunità, secondo Tung Tran che guida la campagna I do della lobby dei gay ICS. “Vogliamo che la legalizzazione dei matrimoni dello stesso sesso sia presa in considerazione, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di forme di protezione legale per le coppie che coabitano.” che aggiunge: “A liello di base abbiamo forte sostegno per l’eguaglianza ma non è chiaro se si estende anche a livello di governo. Spero che facciano il passo giusto dando una base legale alle coppie che coabitano.”
Avere questo riconoscimento significa tanto per le coppie come Ngan e Huaong, che non pretendono di fare gli apripista. Vogliono essere solo essere trattate come tutte le coppie.
“Viviamo insieme da nove anni e vogliamo stare insieme per sempre. Voglio che il nostro amore sia considerato come quello degli altri”
Mentre il Vietnam fa passi da giganti sulla questione LGBT, non sembra che il legislatore farà un grande passo sostenendo l’uguaglianza dei matrimoni. Le coppie come Ngam e Hung dovranno lottare ancora nei prossimi dieci anni, quando l’Assemblea Nazionale rivedrà la legge sul matrimonio e la famiglia.
DAVID MANN, The Diplomat