Era la terza volta che la corte rimuove un capo di governo thailandese eletto che aveva legami con l’ex premier Thaksin cacciato dal potere col golpe senza sangue del 2006.
Vari critici hanno accusato Thaksin di aver usato Yingluck ed altri primi ministri come suoi fantocci mentre da dietro le quinte è lui dall’esilio a Dubai a tirare le fila della politica.
La decisione della corte è l’ultimissimo evento di una lotta per il potere tra l’elite politica tradizionale con la sua base di classe media della capitale e la base del potere di Thaksin, i sostenitori delle Magliette Rosse, gli abitanti delle province nelle aree più povere del nord e nordest.
Gli oppositori dell’ex premier Yingluck hanno dichiarato che terranno l’offensiva finale giovedì per rimuovere gli alleati dal potere.
Un economista analista dell’area del Pacifico per IHS Global, Rajiv Biswas afferma che la sentenza della Corte Costituzionale “prolunga le divisioni politiche maligne che stanno frantumando la Thailandia … il confronto sembra destinato a durare con implicazioni estremamente negative per l’economia”.
La famiglia Shinawatra gode del sostegno della maggioranza dei Thailandesi che hanno votato a grande maggioranza i loro partiti politici in ogni elezione sin dal 2001. Si attende una nuova votazione per fine luglio che molto probabilmente vedrà il ritorno di un governo degli alleati di Thaksin.
Secondo Thitinan Pongsudhirak dell’ISIS della Chulalongkorn University è fondamentale che abbiano luogo le elezioni. “La sola ed unica via di uscita in questa democrazia malata è di tenersi stretti il mandato popolare perché il meno problematico di tutte le opzioni …. Un governo di non eletti porterebbe ancora più tumulti e disordini”.
La sentenza non è stata la prima con la quale la corte si è immessa nelle turbolenti acque politiche del paese. Altri primi ministri come Samak Sundaravej e il cognato Somchai Wongsawat furono rimossi dalla corte. Due partiti legati a Thaksin furono sciolti e messi al bando dalla politica, come Thai Rak Thai e People’s Power Party.
In una dichiarazione televisiva il giudice della corte Jaroon Intachan ha detto che Yingluck “ha commesso quello che è proibito dalla costituzione” trasferendo un burocrate anziano nel NSC tre anni fa vero un posto non attivo.
Yingluck da parte sua si è dichiarata non colpevole di qualunque errore. “Insisto che abbiamo usato onestà nell’amministrare il paese e non abbiamo mai fatto cose che implicavano azione disonesta come siamo accusati.” Yingluck, che sarà sostituita dal ministro al commercio Niwatthamrong Boonsongphaisan, è stata primo ministro per giusto 1000 giorni.
Un membro del partito al governo Puea Thai ha rinnegato la decisione della corte. “Il partito sostiene la democrazia nel paese ma ci sono gruppi di persone e istituzioni che hanno lavorato sistematicamente a distruggerla” dichiara Bhokin Bhalukula consigliere legale del Puea Thai. “La corte sciolse due partiti e rimosse tre premier eletti compreso Yingluck. Chiediamo al governo provvisorio e alla Commissione Elettorale di continuare a lavorare per le elezioni del 20 luglio”.
Una reazione molto differente proviene dallo schieramento opposto e Thanida Yuthanet dice: “Non si è mai dimostrata responsabile come primo ministro. Avrebbe dovuto andarsene tanto tempo fa”.
La violenza di sei mesi passati ha ucciso almeno 23 persone ferendone altre centinaia.
Mentre in molti temono l’acuirsi della crisi politica alcuni esperti dicono che il tempo è maturo per la riconciliazione politica. Kriengsak Chareonwongsak, un laureato di Harvard e consigliere politico di entrambi gli schieramenti, dice che la sentenza lascia il paese in un “vuoto politico” eppure potrebbe portare le parti rivali insieme per il bene del paese. “Non si può eliminare una parte molto potente senza dargli un minimo di spazio… Tutto sembra fare parte di una scena di negoziato”.
Uguale speranza è espressa da Supong Limtanakool della Bangkok University che ha espresso la speranza che le frazioni in guerra da tanto tempo troveranno alla fine un terreno comune. “Credo che verrà il momento quando le parti si metteranno insieme e trovare una via di uscita ed una soluzione amichevole accettabile per entrambi … Sono abbastanza ottimista. Nel passato le parti erano presuntuose .. la retorica questa volta sarà addolcita e proprio ora vogliono parlarsi”.
Kriengsak fa comunque notare che la Thailandia attende un altro verdetto dalla NAAC sul programma di sostegno al prezzo del riso così tanto criticato, che ha dato benefici agli agricoltori ma è stato legato alla corruzione. Il progetto è costato miliardi di dollari ad un paese che era il primo esportatore al mondo di riso.
“Sembra che il verdetto previsto sia contro il governo e che butterà giù i membri rimanenti del governo. Sarà il colpo finale a questo governo” afferma Kriengsak sul verdetto prossimo, domandandosi quale saranno in realtà i numeri delle manifestazioni a sostegno del governo che certamente ci saranno. “Il potere di mobilitazione del governo sarà messo alla prova ora…. Si sarà qualche reazione senza dubbio. Parte delle magliette rosse si faranno avanti ma altre parti no. Il governo recentemente ha avuto qualche problema nelle manifestazioni delle magliette rosse nei mesi recenti. Questo è una verifica importantissima che testa il terreno e vedremo nei prossimi giorni come si svolgerà”
Da parte sua Biswas fa notare che l’economia della Thailandia sta soffrendo tanto per la turbolenza politica e potrebbe essere ulteriormente colpita se dimostrazioni e violenza ricompaiono di nuovo. Il PIL crescerà per il 2014 di appena il 1,9% molto lontano dai potenziali 4 o 5%.
Il costo dei disordini si stima essere stato tra gli otto e dieci miliardi di dollari nel PIL perso lo scorso anno. “Il settore turistico che gioca un ruolo chiave nell’economia è stato colpito duramente agli inizi del 2014 per le proteste politiche e gli incidenti violenti di Bangkok. Gli investitori esteri sono sempre più preoccupati sull’impatto sull’economia del paese”
Altre preoccupazioni sono state enunciate riguardo le prossime elezioni del 20 luglio che potrebbero essere rinviate se non dimenticate. Il PDRC che guidava le proteste contro il governo di Yingluck aveva chiesto la riforma elettorale prima di ogni voto, ed i suoi alleati del partito democratico hanno boicottato le elezioni parlamentari di febbraio vinte poi dal Puea Thai, poi annullate dalla stessa corte che ha dimissionato Yingluck.
Un analista politico di Bangkok, Thinitan, sostiene che resta da vedere se il movimento anti Thaksin chiuderà i battenti dopo la dimissione di Yingluck, e se il partito democratico accetterà di partecipare alle elezioni di luglio.
“Se il PDRC mantiene la sua linea e logica di non permettere elezioni fino a che non si facciano le riforme, allora ci sarà ancora più crisi e scontro… Con le elezioni ad un vicolo cieco, la tentazione di un governo non eletto crescerà. E’ una opzione che accrescerà il rischio politico in modo incommensurabile”
Aljazeera
Tratto dal New York Times
“Mentre alcuni commentatori hanno detto che nuove elezioni sono la sola via di uscita dalla crisi, sia i manifestanti antigovernativi che i loro alleati nel partito Democratico hanno minacciato di bloccare o boicottare le elezioni che con ogni probabilità pererebbero.
Un portavoce del partito democratico Chavanond Intarakomalyasut ha messo in guardia che le elezioni potrebbero essere sanguinose se si svolgono a luglio. ‘Gran parte della gente non sono fiduciosi che si terranno le elezioni del 20 luglio o se si terranno non saranno accettate’.
Come accaduto numerose volte durante i mesi delle manifestazioni antigovernative, la Commissione Elettorale giovedì non ha mostrato urgenza nel fissare la data concreta per nuove elezioni. Puchong, segretario generale della commisione ha detto ai giornalisti che l’agenzia non poteva trovare un accordo con la richiesta del governo di un incontro nei prossimi giorni poiché membri della Commissione pensavano di presenziare al rituale di semina annuale che segna l’inizio della stagione di crescita del riso. La data più vicina in cui incontrarsi per discutere su chi avesse l’autorità legale di indire le elezioni era nel prossimo mercoledì. ‘La commissione non è immobile, ma dobbiamo invitare tutte le parti per deliberare’.
La Thailandia non ha un governo funzionante da dicembre quando Yingluck sciolse il parlamento ed indisse nuove elezioni. Dopo l’interruzione delle elezioni a febbraio da parte dei manifestanti, una corte decretò il voto anticostituzionale a causa dei problemi.
Il movimento antigovernativo sostenne che la rimozione di Yingluck era solo una vittoria parziale che che pianificava di continuare la propria campagna in favore di un governo di nominati che avrebbe fatto delle non specificate riforme.
Sia le Nazioni Unite che il governo USA hanno manifestato le preoccupazioni sulla crisi thai. Jen Psaki, portavoce del dipartimento di stato, ha detto che una risoluzione della crisi ‘deve includere elezioni ed un governo eletto’.
Un portavoce di Ban Ki-moon, segretario dell’ONU, ha invitato tutte le parti a mostrare ‘il massimo controllo e completo rispetto per i principi democratici’.
Un ufficiale di polizia ha detto che almeno 15 mila del personale di sicurezza saranno chiamati per mantenere l’ordine mentre sostenitori e d oppositori del governo si preparano per manifestazioni separate nei giorni prossimi. Il movimento del PDRC ha una manifestazione per il prossimo venerdì, mentre le magliette rosse terranno una manifestazione sabato.”
New York Times