A tre giorni dal golpe militare guidato dal capo dell’esercito generale Prayuth Chanocha, la situazione a Bangkok resta tesa come non mai, mentre si hanno sempre più manifestazioni contro i militari con un crescente numero di manifestanti per strada.
Il 22 maggio Prayuth ha lanciato il XIX golpe militare, dodici dei precedenti giunti al successo, da quando la Thailandia ha abolito la monarchia assoluta nel 1932.
Questa volta la ragione era di restaurare la pace e l’ordine dopo lunghi mesi di proteste ininterrotte.
Almeno 155 persone sono state arrestate e membri dei media costretti a rispondere ai militari.
In modo sinistro questo golpe non è come quelli del passato. I militari hanno cominciato un processo per cui si instaurano come l’unico sovrano della nazione thailandese che intende restare lì per molto tempo. Nella stretta drammatica sono stati chiusi i confini.
Prayuth ha ordinato la dissoluzione del senato prendendo potere completo dell’esecutivo, del legislativo e del giudiziario, ha trasferito il capo della polizia e il capo del Dipartimento di Indagini speciali verso posizioni inattive e si è nominato primo ministro.
Allo stesso tempo Prayuth ha emesso un ordine che 35 tra politici, studiosi, scrittori e attivisti politici a rispondere all’autorità.
Questa è la prima volta che studiosi sono stati costretti a consegnarsi e che è minata la loro libertà di espressione. L’ordine specificava una data limite entro cui si sarebbero dovuti presentare e la loro assenza avrebbe reso una persona passibile di due anni di carcere con possibile ammenda pecuniaria.
Tra gli studiosi presi di mira dall’ordine militare vi sono: Worachet Pakeerut e Sawatree Suksri, del gruppo Nitirat di esperti di legge progressisti della Thammasat, il filosofo Surapot Thaweesak, lo storico Somsak Jeamteerasakul; la studiosa della comunicazione Suda Rangkupan.
Il mio nome è tra gli inclusi nella lista e sono il solo studioso convocato di chi lavora all’estero. Ho chiarito la mia posizione: Non tornerò in Thailandia e ho rigettato l’ordine dei golpisti. Ho negato la legittimità del golpe che ha ancora una volta distrutto le istituzioni democratiche.
La Thailandia ora si sta trasformando in uno stato militare. Persino il governo di Myanmar, in precedenza sotto un radicato governo militare ha espresso il proprio disappunto per la sconfitta della democrazia thailandese.
La lista include anche tre prigionieri politici che furono accusati di lesa maestà ma poi esonerati e perdonati, e sono Suraphak Phuchaisaeng, Surachai Danwattananusorn, e Thantawut Taweewarodomkul. Thanapol, che scrive e dirige il giornale Same Sky, che era stato arrestato i giorno precedente durante una protesta pacifica, è nella lista insieme a due scrittori Nithiwat Wannasiri e Wat Wanlayankul. A ricevere altra convocazione è il giornalista schietto Pravit Rojanaphruk che si è già presentato.
Un gruppo di studiosi internazionali, prima che fosse emesso l’ordine di detenzione di alcuni accademici, inviò una lettera aperta al generale Prayuth in cui esprimevano la propria grave preoccupazione per il golpe invitando i golpisti a riportare il governo costituzionale ai civili.
Ancora una volta ho firmato la lettera con 26 studiosi della Thailandia tra i quali Thongchai Winichakul della University of Wisconsin at Madison e presidente in passato della Associazione degli Studi Asiatici.
La repressione della libertà accademica ha anche spinto la Commissione dei diritti umani asiatica (AHRC) a condannare l’ultimo tentativo di metter la museruola gli accademici thailandesi.
Nella dichiarazione si dice che AHRC “condanna in modo inequivocabile il golpe e desidera esprimere la grave preoccupazione sul rapido declino della protezione dei diritti umani che ha minacciato. L’AHRC chiede al NPOMC di rilasciare tutti i cittadini arrestati arbitrariamente senza accusa e cessare di creare terrore pubblico con le convocazioni generali a presentarsi ai militari”
Nel frattempo lo scontro per le strade di Bangkok cresce al punto che sono accaduti piccoli scontri tra civili disarmati e militari. Entro 24 ore dal golpe vari gruppi democratici a Bangkok ed in altre province tra le quali Chang Mai hanno sfidato la legge marziale che proibisce attività contro il golpe radunandosi. Tanti manifestanti pacifici sono stati arrestati e detenuti in località sconosciute. ….
Alla fine anche se il golpe sarà sostenuto dal Re questo fatto non negherà la realtà che le proteste contro il golpe continueranno e si allargheranno, portando sempre più sostenitori della democrazia a uscire per opporsi al regime militare. Molti temono, tristemente, che questo potrebbe portare ad una nuova tornata di violenze politiche.
Pavin Chachavalpongpun, Asiasentinel