La paura di finire sotto processo e le limitazioni che la giunta ha posto agli studiosi sul concedere interviste ai media hanno spinto qualche studioso a prendere in considerazione la autocensura.
Il lettore di legge Ekachai Chainuwati è un esempio perfetto di quello che è accaduto alla libertà degli accademici di discutere pubblicamente dopo il golpe.
Il vice rettore di legge della Siam University era molto ricercato un tempo, prima del golpe del 22 maggio dai media, sia a livello locale che internazionale. Si sta limitando moltissimo nel dare interviste da due mesi ormai. Finora ha dato solo due interviste.
La giunta del NCPO vieta agli studiosi di fare le proprie considerazioni ai media che possano sembrare di divisione o poter causare disordini. Alcuni accademici e quelli intervistati da questo giornale sono d’accordo nell’affermare che le ripercussioni negative sono sui diritti all’informazione delle persone.
Ci sono tre tipi di thailandesi che si oppongono al golpe, dice Ekachai. Prima sono quelli che vivono all’estero e criticano la giunta apertamente. Il secondo gruppo vive in Thailandia, attivisti e giornalisti, che criticano completamente la giunta NCPO e sono finiti in carcere anche con alcune accuse. Il terzo gruppo a cui appartiene Ekachai, si oppone al golpe ma ha scelto di non criticare i golpisti apertamente.
“Ho tre figli, il più grande ha otto anni ed il più piccolo solo due” dice Ekachai nel giustificare la propria scelta di appartenere al terzo gruppo. “ Se fossi solo sarei andato fino in fondo.”
Il politologo indipendente Sirote Klampaiboon, molto popolare in televisione ed in alcuni giornali, ha scelto di censurarsi ad un certo livello riducendo la propria presenza sui media.
“Devo anche essere attento nel dare interviste” dice aggiungendo che l’impatto negativo della censura è sulla società nel complesso. “I mass media sono diventati macchine pubblicitarie della giunta. Non esiste alcuna differente opinione e il pubblico è ora condotto da un gruppo di persone.” dice Sirote che aggiunge che è quasi impossibile fare un’approvazione critica della giunta. Sirote ha aggiunto che la divisione politica continuerà ad esistere indipendentemente dall’autocensura dei mass media o degli studiosi.
All’università Thammasat uno studioso di legge famoso ha detto che la sua critica si sofferma strettamente sulla costituzione provvisoria e non commenta affatto le altre questioni compreso l’autocensura. Il politologo della Chulalongkorn Trakoon Meechai critica il divieto come indiscriminato. Dice di continuare a dare interviste da momento che crede di non prendere le parti di qualcuno e che quello che dice è corretto nei fatti. “Se chiedi se ho paura, non ne ho fintanto che quello che dico è corretto. Provare a chiudere le nostre bocche causerà dei problemi” ha messo in guardia aggiungendo che durante il periodo del Maresciallo Sarit la censura portò ad uno scoppio di rabbia, mentre ora NCPO non ha i mezzi per chiudere tutti i rumori sui media sociali.
“Li puoi davvero controllare?” chiede Trakoon.
Anche Ekachai dice che sarebbe meglio se fosse permessa la critica. Comunque si consola dicendo che alla fine nessuno potrà tenere il potere per sempre.
Pravit Rojanaphruk, nationmultimedia