In un articolo “la costituzione culturale thailandese” affermando che le costituzioni scritte non sono mai state importanti per la Thailandia
Nessuno ha avuto nulla di buono da dire sulla costituzione provvisoria del 2004. Persino quelli che di recente avevano chiesto il golpe hanno mantenuto la bocca chiusa. Gran parte delle critiche, dall’interno e dall’estero, hanno usato le norme occidentali della democrazia e dei diritti umani come paradigma.
Qui voglio rivedere la costituzione usando gli standard culturali thailandesi, per come li comprendo io.
Nel 1991 scrissi un articolo “la costituzione culturale thailandese” affermando che le costituzioni scritte non sono mai state importanti per la Thailandia, ed è questa la ragione per cui le si possono regolarmente strappare, ma c’è una “costituzione culturale” non scritta a cui persino i generali devono obbedire. Mi si chiede spesso se questa costituzione culturale sia cambiata molto da allora. Credo che lo sia da metà degli anni 90. Ma per prima cosa fatemi spiegare il potere nella costituzione culturale thailandese.
Nella vecchia cultura il potere è unificato ed indivisibile. Persino il potere di un dio e quello di un re sono uno e lo stesso poiché il re è incarnazione di un dio. Il concetto di divisione del potere il legislativo, esecutivo e giudiziario, e il bilancio tra loro è un’idea occidentale.
Nel passato i thailandesi non avevano fiducia nel potere poiché voleva dire tasse e servizio militare, e quindi cercavano per un qualche controbilancio in due modi. Prima attraverso il buddismo che scrisse gli standard per limitare il potere di un re. Sebbene il re potesse costringere un monaco a lasciare il monacato, non poteva cancellare i principi nelle scritture buddiste. I monaci dovevano proteggersi attraverso la costruzione di un altro potere o “influenza” guadagnandosi una reputazione di saper fare qualcosa.
Il secondo modo più usato era di affidarsi all’influenza di un’autorità per controbilanciare.
Qui “autorità” è potere che è riconosciuto dalla legge o dall’usanza mentre “influenza” è il potere non riconosciuto alla legge o dalle usanze. Negli antichi regni thailandesi, il potere del re era limitato dall’influenza di famiglie potenti, signorotti locali, commercianti stranieri e capi di comunità straniere residenti.
La gente comune può sopravvivere in uno spazio creato da il controbilancio di autorità e di influenza. Talvolta chiedono all’autorità di controbilanciare l’influenza, e talvolta è il contrario.
Il capo di polizia in una provincia è una persona grossa che può perseguitare chiunque con qualche falsa accusa che crea problemi per gli anni seguenti. Il governatore provinciale è il rappresentante di un’autorità ma ha mezzi limitati per intervenire in tali situazioni. Così la gente si difende chiedendo l’influenza di signorotti locali o l’influenza di un comandante dell’esercito del posto che non ha autorità per intervenire nel lavoro del capo della polizia ma ha di sicuro influenza (ci sono stati casi di soldati che distruggevano una stazione di polizia).
Anche l’influenza può attaccare ed opprimere i cittadini. Nel passato per esempio l’esercito ha creato problemi detenendo giovani per essere coinvolti nel comunismo. Le famiglie dovevano intervenire a chiamare l’influenza di qualcuno più grande, come un anziano dell’esercito, un ministro, un parlamentare. Se usare un’influenza per controbilanciarne un’altra non funzionava, potevano provare a chiamare un’autorità esponendo la questione sulla stampa, costringendo l’autorità ad intervenire. Come ultima possibilità si potevano rivolgere più in alto nel potere giudiziario ad un pubblico assicuratore o ad un giudice per capovolgere l’influenza della polizia.
Alla fine i thailandesi sono abituati a controbilanciare autorità ed influenza, e non vogliono che uno elimini l’altro. L’influenza è pericolosa come lo è l’autorità, e la sopravvivenza è possibile se entrambi esistono.
Credo che la costituzione culturale thailandese abbia cominciato a cambiare da metà degli anni 90 poiché l’influenza è in declino. I signorotti hanno spostato la loro capitale negli affari legali alla luce del sole. Il ruolo dei militari è scemato dalla fine del pericolo comunista, e dal 1992 al 2006 i soldati sono tornati nelle baracche. Allo stesso tempo i politici eletti hanno acquisito un ruolo più presente.
La costituzione diede qualche speranza che un bilancio di poteri sarebbe diventato più efficace, e persino la costituzione del 2007 scritta da una giunta golpista ha mantenuto qualche forma di bilancio dei poteri.
In altre parole poiché l’influenza è declinata la costituzione culturale ha iniziato ad accettare che il potere, un tempo uno ed indivisibile, possa essere diviso in varie parti e che ci dovrebbero essere istituzioni meccanismi e processi per creare un bilancio tra loro, in uno stile alquanto europeo.
Sebbene i golpe in Thailandia siano comuni come le piogge, creano ancora stress per la costituzione culturale thailandese, poiché accrescono l’influenza (potere non riconosciuto da leggi o usanze) oltre ed al di sopra dell’autorità (potere riconosciuto da leggi e usanze). Detto chiaramente un golpe è una forma di influenza che distrugge quasi tutte le istituzioni di autorità eccetto la monarchia, le corti e lo sguardo dei poteri del mondo. Più cambia la costituzione culturale thailandese, maggiore è lo stress.
Le giunte prime del 1973 hanno provato a ristabilire un’apparenza di autorità quanto prima possibile, sia riscrivendo immediatamente una nuova costituzione, o installando un governo che è indipendente dalla giunta del golpe, sebbene solo per pochissimo.
Molti sembrano credere che il golpe di Sarit del 1957 ha accresciuto l’influenza al di sopra dell’autorità per oltre 16 anni. Veramente Sarit fu più astuto. Sin dall’inizio creò un’apparenza di bilancio tra autorità ed influenza. Il suo primo ministro Pote Sarasin fu un civile accettato dall’interno e dall’estero. I suoi ministri erano ex burocrati anziani. Potò dentro studiosi dell’università la cui conoscenza diede loro qualche indipendenza dalla politica dell’influenza diversamente dai rettori di oggi il cui entusiasmo per il golpe è abbastanza penoso.
L’astuzia di Sarit è chiaramente evidente se paragonato ai golpe di Thanom nel 1971 e Thanin nel 1976. Poiché nessuno dei due capiva la costituzione culturale thailandese, proiettarono un’immagine di pura influenza, e quindi si trovarono velocemente una forte opposizione. Sarit sapeva come trasformare alcuni elementi di influenza per avere l’apparenza di autorità cosicché la gente si sentisse rassicurata che l’influenza fosse bilanciata fino ad un certo punto.
Secondo il linguaggio ella costituzione culturale, la carta costituzionale del 2014 non riesce a trasformare l’influenza del golpe nel dargli qualche apparenza di autorità. Infatti questa costituzione aggiunge un’immagine di pura influenza creata da misure dalla mano pesante adottata sin dalla presa del potere, come il convocare le persone “per cambiare le loro attitudini”, minacciare i media, nominare l’assemblea legislativa e istituire un consiglio della riforma la cui natura la possiamo indovinare.
Anche se la giunta sta usando la sua influenza per sopprimere l’influenza in aree come la droga, il diboscamento illegale, il traffico umano, il commercio delle armi e i trasporti, queste azioni non trasformano l’influenza del golpe in potere di cui la gente si fida. La costituzione culturale thailandese ha sempre affermato che non ci si fida del potere di ogni specie se non esiste una qualche misura di controbilancio.
Sorprendentemente molta gente ritiene che il solo potere che resta per controbilanciare l’influenza è lo sguardo superiore delle grandi potenze. Quella è la ragione perché i segni di protesta devono essere scritti in inglese. Alcuni giuristi e studiosi amano affermare che la democrazia non è compatibile con la cultura thailandese. Mi piacerebbe sottolineare che neanche la dittatura è compatibile con la cultura thailandese, poiché permette a chi ha il potere (autorità o influenza) di fare danno alle persone che non hanno mezzi per proteggersi.
Nidhi Eoseewong, Bangkokpost.com, tradotto dal thailandese da Chris Baker dal Matichon