Nessuno sembra comprendere che Aung San Su Kyi è scontenta ella politica USA in Birmania, specialmente quella dell’ingaggio diretto tra le due forze armate.
Non lo ha detto in pubblico, ma, stando ad una fonte vicina al leader dell’opposizione, la Suu Kyi crede che non sia il momento ancora di stringere i legami con le forze armate Birmane che da decenni hanno commesso crimini di guerra contro le minoranze etniche. E’ un’idea condivisa da tanti dissidenti e capi etnici tra i quali si annovera Khun Htun Oo capo della etnia Shan come anche Mya Aye della generazione 88.
]Ma chi interessa quello che pensano? Gli USA non sono soli nel credere che l’ingaggio militare sia cruciale in questo momento di riforme politiche ma lo pensano anche Gran Bretagna e Australia. Hanno già inviato capi militari per incontrare i grandi generali del Tatmadaw per discutere per lo più di professionalizzazione e diritti umani. Gli USA dicono che le proprie relazioni militari con la Birmania si atterranno su questioni non di combattimento, come l’addestramento per assistenza nei disastri, per aiutare la popolazione che soffre, come pure l’istruzione su etica ed il governo della legge.
Nella sua visita di inizio agosto di John Kerry in Birmania, il segretario di stato ha parlato con Suu Kyi sui piani specifici come quelli dell’ingaggio dei militari. La fonte di recente ha detto che nonostante la disapprovazione generale del capo dell’opposizione, Suu Kyi è rimasta relativamente calma. Non ha potuto opporsi dato che i piani sull’ingaggio con i militari sono già in moto, ma allo stesso tempo non ha offerto il proprio sostegno.
Ovviamente l’amministrazione Obama e gli altri paesi occidentali sono prontissimi a lavorare con il governo nominalmente civile birmano. Dopo mezzo secolo di dittatura dicono di voler incoraggiare le riforme politiche ed uno sviluppo più equo per la popolazione birmana. Suu Kyi e gli altri capi della opposizione democratica ovviamente non si oppongono a questi obiettivi, o all’ingaggio diplomatico che è necessario per conseguirli. Ma il possibile ingaggio militare della comunità internazionale con i militari birmani è una grande questione, specialmente in un momento in cui le riforme politiche sembrano essersi bloccate
Proprio prima del viaggio di Kerry in Birmania, oltre 70 parlamentari americani avevano invitato la Casa Bianca a “ricalibrare la politica americana” versol il governo di Thein Sein poiché “le condizioni in Birmania hanno avuto una svolta pe il peggio”. Alcuni deputati hanno anche dato inizio a leggi per restringere ulteriore cooperazione americana con la Birmani. La loro lettera a Kerry sottolineava i continui abusi militari contro le minoranze etniche, la recente incarcerazione di giornalisti e del bisogno di un cambiamento costituzionale.
Ma dopo il viaggio Kerry ha parlato positivamente della traiettoria delle riforme. “La scorsa settimana in Birmania, ho visto di prima mano i progressi che la gente ed il governo hanno fatto. Sono contento del ruolo, e lo dovreste essere anche voi, gli USA hanno giocato per un quarto di secolo nell’incoraggiamento di quel progresso.” ha detto Kerry ad una platea nelle Hawayi.
Kerry ha detto anche che per la Birmania c’è ancora una lunga strada sulla via delle riforme da percorrere per risolvere le sfide come la guerra civile, i diritti umani e il cambiamento costituzionale. “ Gli USA faranno di tutto per i riformatori in Birmania specialmente sostenendo le lezioni a livello nazionale del prossimo anno”.
Durante l’ultimo incontro Suu Kyi avebbe detto a Kerry che la Commissione elettorale dell’Unione mancava di indipendenza e avrebbe posto un problema per le elezioni libere ed eque del prossimo anno. Il presidente della Commissione Tin Aye è un ex generale e protetto dell’ex capo della giunta Than Shwe che ha anche legami stretti con Thein Sein. I critici temono che sotto questa guida le le elezioni prossime saranno inquinate da brogli come lo furono nel 2010, quando il partito dei militari, USDP, conseguì una forte vittoria.
Ad aprile Tin Aye promise che e lezioni de l2015 sarebbero state libere ed eque, ma continuò dicendo che voleva che fossero tenute in “uno stile di democrazia disciplinata”. Ed aggiunse: “I parlamentari dei militari costituiscono il 25% del parlamento. Per essere chiari, li vogliamo perché non vogliamo un golpe”
Tempo fa, quando Suu Kyi diceva qualcosa i capi mondiali ascoltavano. La loro politica rifletteva bene le sue parole. Ma ora la situazione è cambiata. Oggi le potenze occidentali sembrano aver più bisogno di Thein Sein mentre Suu Kyi sta diventando un mero simbolo per la comunità internazionale. I diplomatici esteri non mancano di incontrare il premio nobel, ma si tratta di incontri che sembrano più mera cortesia.
Quando Kerry ha fatto visita in Birmania, ha tenuto in attesa Suu Kyi nella sua casa di Rangoon fino a notte inoltrata poiché era pieno di impegni a Naypyidaw a parlare col presidente ed altri rappresentanti del governo. Quando il suo personale chamò Suu Kyi per prendere l’appuntamento con Aung San Suu Kyi, le dissero che non si sarebbero liberati prima elle otto di sera, e lei rifiutò l’incontro poiché era troppo tardi.
Sotto pressione di alcuni diplomatici Aung San Suu Kyi ha fatto un passo indietro: sarebbe stato problematico per Kerry lasciare la Birmania senza un incontro anche breve con lei. La critica possibile sarebbe potuta essere che aveva steso una politica di ingaggio esclusivamente col governo.
E’ importante che siano ascoltati entrambe le parti. Aung San Suu Kyi e gli altri oppositori non hanno dimenticato che i grandi generali birmani sono dei manipolatori eccellenti, che la democrazia genuina non è nella loro agenda e che i militari qui godono privilegi economici e politici. Se gli USA e la comunità internazionale non prestano attenzione a questi avvisi, contiunando a corteggiare militari e presidente, presto o tardi saranno presi in giro.
YAW ZWA MOE / THE IRRAWADDY|GLi USA si sono dimenticati di Aung San Suu Kyi?