La Malesia fu designata come facilitatore per i colloqui di pace lanciati dal precedente governo di Yingluck Shinawatra e Bangkok si attende che la Malesia continui nel suo ruolo.
La visita potrebbe sembrare un po’ complicata per Prayuth, dato che l’esercito militare reale non è stata mai presente formalmente nell’iniziativa di pace di Yingluck. I militari si adeguarono in modo riluttante sempre cercando di nascosto i modi di sabotare il processo.
Se non si riconosce l’ala politica dei separatisti del BRN gli sforzi del primo ministro di iniziare i colloqui di pace potrebbero essere già segnati sin dall’inizio.
Uno dei modi fu di permettere il ritorno dell’ex capo del Bersatu Wan Kadir Che Man a criticare il lavoro di mediazione nel conflitto della Malesia e di altri mediatori internazionali.
Ora che i militari si trovano alla guida di questo processo, il governo a Bangkok sta pensando con forza come portare avanti l’iniziativa di pace. Si è avuto un accordo sul carattere quanto più inclusivo possibile dei colloqui. I militari sono fiduciosi che molti gruppi separatisti vecchi invieranno persone ai colloqui. Ma la partecipazione del BRN, che ha il maggior numero di combattenti, non è ancora certo.
La parte thailandese sta anche giocando con l’idea di incontri «segreti» con tutti questi gruppi nella scommessa di avere una comprensione migliore della loro capacità e abilità. Queste discussioni si soffermerebbero sulle operazioni dei militanti e sulle regole di ingaggio, mentre le questioni politiche sarebbero mantenute separate come parte dl processo ufficiale «Percorso I».
Un fonte del BRN ha detto che, mentre il suo gruppo non siede nel processo del Percorso I, i suoi capi non hanno escluso l’idea di partecipare a colloqui diretti segreti.
Ma il BRN è preoccupato per un più immediato obiettivo, che è di rafforzare l’ala politica del gruppo così da rapportarsi alla comunità internazionale e al pubblico secondo i propri termini, piuttosto che essere comandati dalla Thailandia o dalla Malesia.
Eppure senza un riconoscimento formale da parte degli agenti dello stato, l’ala politica resterà agli occhi di Bangkok come un altro elemento criminale.
Parlare ai gruppi separatisti non è cosa nuova per le autorità thai, ma Yingluck fu la prima a renderlo ufficiale, quindi dando al pubblico in generale la speranza che la pace era raggiungibile.
Secondo il BRN il gruppo di Yingluck fece l’errore di pensare di poter lanciare un processo, piazzare qualcuno con poca influenza sui militanti nella persona di Hasan Taib al centro e che sarebbe stato sufficiente per generare il successo. Hasan non aveva il mandato dal comando del BRN o il sostegno elle cellule dei militanti, cosa che spiega perché senza sosta i militanti continuavano con i loro attacchi alle forze di sicurezza.
Sfortunatamente l’annuncio del governo militare thailandese di riprendere i colloqui di pace ha generato poca eccitazione nel pubblico in generale. ma non è una cosa cattiva, secondo un militare, poiché il governo non vuole incoraggiare attese irrealistiche o dare una cattiva lettura alla gente, come nel caso precedente con Paradorn e Thawee a presiedere il processo.
L’assenza di eccitazione pubblica non ha fermato i mediatori esteri dal cercare un posto all’ultimo giro di colloqui di pace se e quando ripartiranno.
Un gruppo ha avvicinato l’ex ministro degli esteri indonesiano Hasan Wirajuda, mentre un altro gruppo, con l’aiuto dell’ex ministro degli esteri thai Surakiart Sathirathai, ha parlato col vice presidente indonesiano Jusuf Kalla. Surakiat ha di recente detto pubblicamente che l’Indonesia dovrebbe essere uno dei mediatori insieme alla Malesia nel processo di pace del profondo meridione.
Forse Surakiat sta promuovendo l’inclusività ma se gli scorsi dieci anni di sforzi dicno qualcosa, è che l’affare della mediazione è fortemente territoriale.
Anche alcuni gruppi separatisti storici stanno facendo le proprie mosse. Una foto di un rappresentante giapponese insieme al compianto accademico Malay di Patani Ahmed Somboon Bualuang, che incontra i rappresentanti di Malay Patani in esilio per un caffè in Europa, è circolata nei media sociali e ha fatto alzare le sopracciglia ad osservatori e parti interessate.
Dopo tutto le apparizioni fatte in pubblico da potenziali attori sono spesso messe su con qualche calcolo. Non ci sono paparazzi in questo gioco, solo video e foto di autopromozione.
I mesi recenti hanno visto l’emergere di Wae Hamad Wae Yusuf, capo del Patani Malay Consultative Congress, braccio legislativo un tempo dell’organizzazione ombrello ora scomparsa Bersatu. ha annunciato l’indipendenza i Patani, la patria storica Malay che comprende le tre province a lingua Malay nel meridione thailandese.
«Pak Hamad sta controllando la situazione» dice un ufficiale thailandese che ha fatto avvisi contro la reazione pubblica all’annuncio.
L’idea thailandese di inclusività sarebbe bella se tutti i giocatori si accordassero sul gioco. ma questo è il profondo meridione, un luogo di insorgenza fratturata dove nulla è facile. Le fonti del BRN dicono che i gruppi insorgenti storici possono giocare come vogliono ma alla fine senza la partecipazione del BRN il gioco non cambierà affatto.
La palla è ora nelle mani dei thailandesi, dicono, poiché dipende da Bangkok far partire i colloqui riconoscendo la legittimazione dll’ala politica del BRN. E quello significa riconoscimento formale non solo dai Thai ma anche dalla comunità internazionale.
Ora il fatto di essere un membro del BRN può essere ragione di arresto. Il conosciuto attivista giovane Muhamadanwan “Anwar” Hayith è il caso in questione. La situazione imbarazzante di Anwar illustra il fatto che le relazioni Thai BRN devono ancora fare tanta strada prima di poter stabilire un mutuo rispetto.
Don Pathan is a member of the Patani Forum (www.pataniforum.com) and a freelance development and security consultant based in Yala.